Cronaca / Bergamo Città
Lunedì 05 Settembre 2022
Estorsioni, fatture false e ‘ndrangheta nella Bergamasca: 6,5 milioni di euro sequestrati - Video
Il blitz. Casi di estorsione in Bergamasca, eseguita un’ordinanza di misure cautelari personali e reali nei confronti di soggetti legati a una cosca della ‘ndrangheta. Decine di perquisizioni in tutta Italia, sequestrati oltre 6,5 milioni di euro. Sono oltre 30 le persone ritenute gravemente indiziate, a vario titolo, di associazione per delinquere.
I militari del Comando Provinciale Carabinieri e del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bergamo hanno dato esecuzione a un’ordinanza che dispone misure cautelari personali e reali emessa dal Gip del Tribunale di Brescia, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura bresciana, n ei confronti di oltre 30 persone ritenute gravemente indiziate, a vario titolo, di associazione per delinquere, con l’aggravante di aver agevolato le attività di una nota cosca ‘ndranghetistica del crotonese, in relazione a condotte di usura, ricettazione, riciclaggio, autoriciclaggio, trasferimento fraudolento di valori, favoreggiamento, nonché reati tributari e fallimentari.
In particolare, il provvedimento dispone la custodia cautelare in carcere o ai domiciliari nei confronti di 33 indagati, nonché il sequestro finalizzato alla confisca, anche per equivalente, di oltre 6,5 milioni di euro. Contestualmente, sono in corso decine di perquisizioni in 12 province tra Lombardia, Veneto, Piemonte, Umbria, Sardegna, Basilicata e Calabria.
Il blitz dei Carabinieri e della Guardia di Finanza di Bergamo. Video di Fabiana Tinaglia
L’operazione si inserisce in una complessa attività d’indagine, coordinata dalla DDA della Procura di Brescia e originariamente svolta dai Carabinieri di Bergamo in relazione a condotte estorsive che sarebbero state poste in essere nella Bergamasca da alcuni soggetti ritenuti collegati a ‘ndrine calabresi, il cui sviluppo ha portato - a seguito del coinvolgimento anche della Guardia di Finanza per la definizione degli accertamenti di natura economico-finanziaria - alla ricostruzione di un giro di fatture false per oltre 20 milioni di euro. Questo sarebbe stato realizzato dal sodalizio mediante almeno 7 società «cartiere», intestate a prestanome o ad imprenditori compiacenti e con sedi in Lombardia, Umbria e Calabria, al fine di riciclare i proventi delle attività delittuose del clan ‘ndranghetista della famiglia Arena di Isola di Capo Rizzuto.
Le attività investigative hanno permesso inoltre di far emergere riscontri circa condotte usurarie denunciate da alcuni imprenditori in difficoltà
Le indagini hanno altresì consentito di delineare, in ipotesi accusatoria, il ruolo di taluni professionisti contabili, i quali - attraverso la propria opera di consulenza – sono indiziati di avere ideato e attuato modelli seriali di evasione fiscale a beneficio delle società riconducibili al sodalizio criminale. Sarebbe anche emersa, a latere, la compiacenza di un funzionario dell’Agenzia delle Entrate, destinatario di misura cautelare personale per l’ipotesi di corruzione, il quale - a fronte di sistematici compensi – è indiziato di essersi reso disponibile ad agevolare l’erogazione di alcuni servizi di natura fiscale richiesti da uno dei professionisti.
Le attività investigative, svolte anche attraverso un costante monitoraggio degli spostamenti e degli incontri sul territorio dei diversi soggetti coinvolti, hanno permesso inoltre di far emergere riscontri circa condotte usurarie denunciate da alcuni imprenditori in difficoltà.
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