Estensione «Green pass», sarà obbligatorio per altri 40 mila bergamaschi

L’ampliamento riguarderà i dipendenti di enti pubblici, gli amministrativi della sanità e chi lavora in ristoranti e palestre.

Non è ufficiale: è ufficioso. Ma la strada pare tracciata, e soprattutto la decisione sembrava già scontata qualche tempo fa. Verosimilmente da inizio ottobre, il green pass sarà esteso – cioè diventerà obbligatorio – anche per i dipendenti pubblici e per i lavoratori di quelle attività dove la certificazione verde è già richiesta per i clienti (ristoranti, bar, palestre, piscine, trasporti a lunga percorrenza). Il provvedimento dovrebbe essere messo nero su bianco nei prossimi giorni con un decreto legge cui si troverà la quadra in Consiglio dei ministri, anche dopo le interlocuzioni tra il governo e le parti sociali, sindacati e aziende.

Una prima stima si può però tracciare, anche in chiave bergamasca: dovrebbero essere oltre 40 mila i lavoratori interessati da questa ulteriore estensione. Che non è un obbligo vaccinale: è appunto un obbligo di green pass, e il green pass si può ottenere con la vaccinazione, ma anche risultando negativi a un tampone (validità di 48 ore) o se si è guariti da massimo sei mesi.

Il nuovo decreto

Incrociando diverse fonti si profila il mosaico. La svolta di ottobre interesserebbe in primis i circa 4.500 dipendenti degli enti pubblici bergamaschi e i circa 1.400 lavoratori delle «funzioni centrali» (gli uffici decentrati dei ministeri, enti come Inail o Inps o Agenzia delle entrate, la prefettura, etc). Sul capitolo della pubblica amministrazione c’è un ulteriore tassello, che ha a che fare con chi era già sottoposto all’obbligo vaccinale introdotto per decreto il 1° aprile: quell’obbligo valeva solo per gli operatori sanitari e sociosanitari a contatto col pubblico, appunto medici, infermieri, Oss, psicologi, farmacisti solo per citare le categorie principali; basandosi sui numeri degli ordini professionali bergamaschi, una platea di circa 25 mila persone. Ora il nuovo decreto dovrebbe estendere l’obbligo di green pass anche agli «amministrativi» della sanità, per esempio gli impiegati degli ospedali. Con un’incognita: varrà anche per gli amministrativi delle strutture private?

Altra posizione da vagliare, in fatto di dipendenti pubblici, è quella delle forze dell’ordine: le prime bozze sembrerebbero più incentrate sugli «sportellisti» della pubblica amministrazione, il ministro Brunetta ha però accennato appunto anche alle forze dell’ordine. Il testo darà la risposta definitiva, in Bergamasca – guardando alle piante organiche – si parla di circa 1.800 lavoratori. Dal 1° settembre, invece, il green pass è già obbligatorio per il personale della scuola e dell’università (circa 26 mila in totale i bergamaschi interessati). Numeri contenuti e più difficilmente calcolabili per i lavoratori dei trasporti a lunga percorrenza.

«Così tuteliamo i clienti»

Per ristoranti, bar, palestre e piscine si dà uniformità a un obbligo che dal 6 agosto vale per i clienti: anche i lavoratori, così come gli utenti, dovranno essere in regola con la certificazione verde. Si parla di circa 5.200 tra titolari e coadiuvanti di locali e 22 mila dipendenti per bar e ristoranti, e circa 500 addetti per palestre e piscine. «È un passaggio di fatto già annunciato – riflette Oscar Fusini, direttore di Ascom Bergamo –. Non sappiamo quanti siano i lavoratori del settore già vaccinati, ma si può stimare che siano in linea con la percentuale della popolazione: otto su dieci nell’età vaccinabile, e dunque nell’età lavorativa. Il buonsenso dice che è una modalità per tutelare i clienti. Tra l’altro, già al momento dell’introduzione del green pass per i clienti si era molto dibattuto sull’interpretazione della norma: si parlava infatti di “accesso” a queste attività, e alcuni la intendevano già allora estesa anche ai lavoratori. Il sistema legato al green pass è sempre più accettato, e deve essere accettato, perché è l’alternativa al rischio chiusure».

«La salute è da mettere al primo posto – precisa Cesare Rossi, vicedirettore di Confesercenti Bergamo –. Occorrerà però fare delle valutazioni sulle possibili ricadute sul personale che non accetterà quest’obbligo, bar e ristoranti hanno peraltro una carenza nota di figure professionali. Attendiamo il testo definitivo: l’auspicio è che serva a evitare le chiusure, che non possiamo più permetterci. Sarà importante anche il tema dei controlli, per sanzionare le attività che non rispettano le norme e valorizzare invece quelle realtà che rispettano le regole e offrono un servizio sicuro e di qualità». In totale, tra obbligo e green pass, si arriva a quasi 90 mila lavoratori bergamaschi interessati dalle diverse imposizioni.

«Chiare le responsabilità»

In campo sindacale ieri la Cisl Bergamo ha incontrato il segretario confederale Angelo Colombini proprio per approfondire il tema del green pass. «Siamo favorevoli all’introduzione e all’estensione della certificazione verde, è l’unico modo per contrastare questa pandemia, per salvaguardare la salute delle persone dentro e fuori i luoghi di lavoro – sottolinea Francesco Corna, segretario generale della Cisl Bergamo –. Devono però essere chiare le responsabilità: alla politica spetta l’azione legislativa, alle parti sociali spetta la discussione per mettere in campo delle azioni per rendere più sicuri i luoghi di lavoro

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