Esami di terza media per diecimila ragazzi. «Rito di passaggio verso l’adolescenza»

SCUOLA. Gli studenti tornano sui banchi per le prove scritte d’italiano, matematica e lingue. Si chiude con il colloquio. I presidi: «Primo vero banco di prova nella loro carriera scolastica».

Di nuovo sui banchi, ma questa volta per affrontare la prima vera sfida della loro carriera scolastica. Sono 10.371 gli studenti delle scuole di primo grado della nostra provincia che in questi giorni affronteranno gli esami di fine ciclo. Diversamente dalla Maturità, le date non vengono stabilite dal Ministero dell’Istruzione, ma vengono scelte in autonomia da ogni singola scuola. Alcune scuole hanno già iniziato lunedì 10 giugno, la maggior parte martedì 11, mentre altre hanno optato per mercoledì 12.

Si parte con l’italiano

Gli esami iniziano con la prima prova di italiano, a seguire quella di matematica, quindi in un solo giorno le due prove di lingua straniera. Giusto il tempo di correggere le prove da parte delle commissioni, che per le scuole medie sono tutte composte dai docenti stessi delle classi, e poi iniziano gli orali.

Le parole dei dirigenti

L’esame costituisce il primo vero banco di prova nella carriera scolastica degli studenti. «È sempre un bel momento conclusivo di un percorso importante di crescita – ricorda la dirigente dell’Ic Camozzi, Barbara Mazzoleni –. Questa prova mette i ragazzi nelle condizione di fare un bel salto di crescita e di questo sono pienamente consapevoli. Certo, sono anche molto emozionati, ma è un’emozione positiva, è una bella scarica di adrenalina che consente loro di dare il meglio di sé». «È il loro primo vero esame – conferma la dirigente dell’Ic Nullo, Donatella Piccirilli –. La sentono molto come prova anche perché c’è tutta una forma e una ritualità da rispettare e questo conferisce la giusta ufficialità alla prova». «È la prima vera sfida della loro vita – concorda il dirigente dell’Ic Muzio, Angelo Ferraro –. Una sfida impegnativa, ma avvincente e che può essere ricca di soddisfazioni». «È un momento importante – commenta don Emanuele Poletti, rettore per tutte le 5 medie della Fondazione Opera Sant’Alessandro – per far sperimentare un vero e proprio “rito di passaggio” verso il tempo dell’adolescenza».

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