Cronaca / Bergamo Città
Martedì 31 Maggio 2022
Epatite C, al via lo screening con gli esami del sangue per i nati tra il 1969 e il 1989
La salute È iniziato lunedì 30 maggio nei Punti prelievo dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII e dell’Ospedale di San Giovanni Bianco lo screening gratuito dell’epatite C, eseguito in concomitanza con gli esami del sangue e rivolto alle persone nate tra il 1969 e il 1989.
È iniziato lunedì 30 maggio nei Punti prelievo dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII e dell’Ospedale di San Giovanni Bianco lo screening gratuito dell’epatite C, eseguito in concomitanza con gli esami del sangue e rivolto alle persone nate tra il 1969 e il 1989. Anche le persone ricoverate in ospedale possono avere accesso allo screening, in occasione del primo prelievo del sangue eseguito in reparto, oppure, in caso di intervento chirurgico programmato, durante il prericovero. L’adesione allo screening è facoltativa e subordinata alla presa visione della specifica informativa e alla sottoscrizione di un consenso informato.
Fino al 2015, anno dell’introduzione dei farmaci in grado di curare efficacemente l’infezione, in Italia moriva una persona ogni 30 minuti per le conseguenze di questa patologia. I farmaci oggi disponibili sono molto efficaci e permettono di guarire completamente.
«L’epatite cronica da HCV (Hepatitis C Virus) è una patologia che colpisce il fegato, causandone una infiammazione che tende a cronicizzare – spiega Stefano Fagiuoli, Direttore del Dipartimento di medicina dell’ASST Papa Giovanni XXIII –. È una patologia subdola perché spesso è silente e non dà sintomi immediatamente riconoscibili. Il suo aggravarsi può portare tuttavia a cirrosi, insufficienza epatica e tumori del fegato. Fino al 2015, anno dell’introduzione dei farmaci in grado di curare efficacemente l’infezione, in Italia moriva una persona ogni 30 minuti per le conseguenze di questa patologia. I farmaci oggi disponibili sono molto efficaci e permettono di guarire completamente. La diagnosi precoce è però fondamentale per poter avviare il paziente al percorso di cura. Si stima che le persone affette da epatite C in Lombardia siano ancora tra le 100 mila e le 150 mila, molte delle quali inconsapevoli dell’infezione o mai indirizzate verso un centro di cura».
La diagnosi precoce è però fondamentale per poter avviare il paziente al percorso di cura. Si stima che le persone affette da epatite C in Lombardia siano ancora tra le 100 mila e le 150 mila, molte delle quali inconsapevoli dell’infezione o mai indirizzate verso un centro di cura
Il test per l’epatite C consiste nella ricerca degli anticorpi attraverso un semplice prelievo di sangue, ed è raccomandato a tutti i nati tra il 1969 e il 1989 che non hanno mai assunto i farmaci orali contro l’epatite C. Alcune categorie di persone sono particolarmente a rischio di contrarre l’infezione: persone emotrasfuse o sottoposte a interventi chirurgici prima degli anni ’90, persone sottoposte a procedure odontoiatriche o estetiche (per esempio tatuaggi) a basso standard di sterilizzazione, persone che usano o hanno usato sostanze stupefacenti, emodializzati ed emofiliaci che abbiano ricevuto emoderivati prima degli anni ’90, persone originarie di aree a maggior rischio di infezione da epatite C (Egitto, Pakistan, Afghanistan, Medio Oriente), persone con infezione da HIV o da epatite B. Il risultato del test viene consegnato insieme ai risultati degli altri esami del sangue. Le persone risultate positive al test vengono ricontattate per avviare il percorso di cura.
La campagna di screening rientra nel Programma per l’Attuazione del Piano di Eliminazione del Virus dell’epatite C promosso da Regione Lombardia. Già a luglio 2021 la ASST Papa Giovanni XXIII aveva aderito, insieme ad altri tre centri lombardi, alla prima campagna pilota di screening di massa contro l’epatite C promossa da Regione Lombardia, eseguita in concomitanza con la vaccinazione contro il Covid. «La prevenzione è uno strumento fondamentale per ritardare l’emergere della cronicità. Il mio invito rivolto ai cittadini di Bergamo è di aderire ai programmi di screening. Una scelta di prevenzione che aiuta il sistema sanitario a prendersi cura della nostra salute e ci permette di mantenere uno stato di benessere e di scongiurare evitabili sofferenze» ha commentato Letizia Moratti, Vice Presidente e Assessore al Welfare di Regione Lombardia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA