Emergenza scuole, l’appello:
«Per evitare altri stop vaccini ai docenti»

La dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale di Bergamo, Patrizia Graziani: «Dovremmo essere tra i soggetti prioritari, ma per il momento non abbiamo notizie». I presidi scrivono a Fontana: «Ritardo inaccettabile».

Le vaccinazioni per il mondo della scuola dovevano essere una priorità. Eppure, a oggi, nelle scuole lombarde di vaccini nemmeno l’ombra, a differenza di quanto accade in altre regioni. E, dal momento che la situazione non si sblocca, alcune delle associazioni della scuola hanno scelto di prendere carta e penna e scrivere al presidente della Regione Attilio Fontana e all’assessore al Welfare Letizia Moratti per avere notizie certe su tempi e modi di somministrazione del vaccino, ma anche per ricordare quanto la scuola sia importante per i ragazzi e quanti possano essere i rischi per il personale che quotidianamente è a contatto con la fascia più giovane della popolazione.

Le superiori resteranno al 50%

«Per quanto riguarda la sicurezza nelle scuole - dice la dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale di Bergamo, Patrizia Graziani - è stato sostenuto e dimostrato anche dalle autorità sanitarie che i contagi vengono portati a scuola dall’esterno. Le scuole rimangono sempre luoghi sicuri al loro interno per le misure messe in campo, per l’utilizzo di presidi individuali e per il comportamento corretto che viene attuato da tutti, personale, docenti e studenti. La percentuale della frequenza alle scuole superiori rimane al 50%, una scelta fatta con tutte le scuole, nonostante si potesse aumentare la percentuale, cosa che abbiamo scelto di non fare per ragioni di prudenza e per il trasporto pubblico».

«Vaccini, nessuna notizia»

In questo senso si inserisce anche la riflessione sul vaccino. «Il personale della scuola dovrebbe essere tra le priorità dei destinatari della somministrazione - aggiunge -. Al momento però non abbiamo notizie al riguardo, solo una nota con cui ci è stato chiesto di estrapolare i dati del personale under 55. Qualcosa si sta muovendo, speriamo. Abbiamo una certezza: che il comportamento dei ragazzi a scuola è sempre stato responsabile, a differenza di quanto si vede, per esempio, all’esterno degli stadi». Tra il personale inizia a farsi importante la richiesta della somministrazione dei vaccini, che in alcune regioni, a differenza della Lombardia, è già iniziata in modo significativo anche per il personale docente. «È una necessità - spiega Gloria Farisé, preside del Falcone e presidente provinciale di Anp, l’Associazione nazionale presidi - per garantire di poter fare scuola in completa sicurezza. Il nostro personale è tutto in servizio, siamo a contatto con i ragazzi ogni giorno: è fondamentale che venga permesso di svolgere il proprio lavoro in sicurezza».

Sul tema si è espressa anche Anp regionale, che ha inviato una lettera al presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana. «Non è accettabile che le scorte del vaccino AstraZeneca restino inutilizzate - si legge a firma di Massimo Spinelli -, come non è accettabile che la vaccinazione del personale scolastico sia stata già avviata e in alcuni casi conclusa in altre regioni e la Lombardia debba ancora rendere pubblico il proprio piano. I dirigenti scolastici e il personale docente e non docente delle scuole lombarde negli ultimi dodici mesi hanno dato prova del loro spirito di servizio, flessibilità e resilienza, anche quando si è trattato di applicare al lunedì decisioni prese al sabato o alla domenica sera. Grazie all’impegno e al sacrificio di tutti è stato possibile che non si spezzasse il filo che legava alunni e studenti ai loro docenti e alla loro scuola. Io credo che tutto ciò meriti una maggiore attenzione e che sia doveroso mettere il personale scolastico nelle condizioni di recuperare la serenità compromessa dagli effetti della pandemia».

Non solo Anp chiede vaccinazioni in tempi brevi. «La preoccupazione è grande tra il personale e i dirigenti - aggiunge Maria Peracchi, dirigente del Romero di Albino e presidente della Federazione delle associazioni degli istituti scolastici autonomi della Lombardia - perché è fondamentale che i ragazzi vengano in presenza, anche se in forma ridotta».

«Siamo a rischio»

«Dobbiamo ricordare – prosegue Peracchi – che il personale è a contatto con la fascia d’età più a rischio, soprattutto con i bambini più piccoli, con cui si hanno maggiori contatti. Tra i docenti poi ci sono anche persone che hanno problemi di salute o un’età meno giovane. È urgentissimo procedere con il vaccino. In altre regioni lo si sta già facendo, mentre per la Lombardia ancora non c’è nulla: né calendario, né modalità. Questo non avere notizie ci sembra grave. Se consideriamo prioritario ed essenziale il servizio che viene dato dalla scuola, bisogna intervenire. Quantomeno ci dicano qualcosa. Anche l’università ha avuto rassicurazioni, ma credo si debba considerare la specificità delle attività che vengono fatte: è diverso avere a che fare con studenti universitari e con bambini dell’asilo, anche dal punto di vista della vicinanza fisica. Speriamo di avere informazioni presto e speriamo che siano rassicuranti».

© RIPRODUZIONE RISERVATA