Emergenza medici di base
In Bergamasca 9 ambulatori scoperti

Ats Bergamo si è rivolta all’ordine di Milano per assegnare con urgenza incarichi provvisori. Che già ora sono 62 su un totale di 666.

La richiesta di aiuto è finita sul portale dell’ordine del medici di Milano: «In seguito all’emergenza Covid-19, nel territorio dell’Ats di Bergamo si è venuta a creare la necessità di assegnare con urgenza incarichi provvisori di assistenza primaria». Firmato: dipartimento cure primarie, ufficio convenzioni di Ats Bergamo.

In provincia di Bergamo mancano i medici e il problema è di assoluta «urgenza», per citare il termine usato da Ats. Così urgente da dover ricorrere a un post sul sito ufficiale dell’Ordine dei medici di Milano per chiedere la disponibilità a coprire nove incarichi, per un totale di 11.583 assistiti.

Gli ambulatori scoperti, quelli che hanno bisogno immediato di nuovi arrivi, sono a Castelli Calepio, Pedrengo, Cologno al Serio, Zogno, Albano Sant’Alessandro, Verdellino-Ciserano, Calcio, Almenno San Bartolomeo, Cene. Ma è solo la punta dell’iceberg di una situazione che diventerà sempre più problematica nelle prossime settimane, quando decine di medici andranno in pensione. Tutto nel bel mezzo di un’epidemia che ha evidenziato l’importanza dell’assistenza territoriale nella prevenzione dei focolai e nel trattamento dei malati casa per casa.

La carenza dei medici sul territorio, però, non è una conseguenza del coronavirus. È un’emergenza - L’Eco lo ha scritto più volte negli ultimi anni - dovuta ai tanti pensionamenti previsti nel quinquennio 2020-2025. La pandemia ha «solo» accelerato l’arrivo del problema perché molti medici di medicina generale hanno deciso di appendere il camice al chiodo in anticipo rispetto alla scadenza naturale. Già oggi moltissimi cittadini vengono assistiti da medici provvisori, che a differenza dei «titolari», devono fare i conti con molti ostacoli come il mancato accesso al fascicolo sanitario elettronico. Da un’analisi del database anagrafico di Ats emerge che i medici provvisori sono 62 sul totale di 666 medici di base sul territorio bergamasco, quindi quasi il 10%, che assistono tra i 70 e gli 80 mila cittadini.

A conferma della necessità di nuovi medici ci sono i risultati dell’ultimo bando pubblicato lo scorso 8 maggio da Ats Bergamo per «l’inserimento dei medici di Assistenza primaria negli ambiti territoriali carenti, anno 2019 e previsione anno 2020».

Già lo scorso anno gli ambiti carenti individuati erano 84, sparsi in ogni angolo della provincia dalle valli alla Bassa. Quindi già prima dell’epidemia l’apporto dei 62 medici provvisori non riusciva a coprire il fabbisogno di 84 ambiti. Consultando la graduatoria pubblicata dalla stessa Ats è possibile verificare che i candidati idonei a diventare medici titolari sono solo 25. Quindi ad oggi, al netto di sicuri nuovi pensionamenti che arriveranno nelle prossime settimane, i posti scoperti sono circa 60. Il rischio è di affrontare l’autunno, e una eventuale seconda ondata, con quasi cento posti vacanti.

Una delle soluzioni parziali, prevista dalla situazione di emergenza Covid-19, è l’impiego dei corsisti di medicina generale in incarichi provvisori. Una deroga che, però, scade il prossimo 31 luglio e non è ancora chiaro se potrà essere rinnovata.

La conferma delle gravi difficoltà a cui andrà incontro la provincia di Bergamo arriva dalle parole del presidente dell’Ordine dei medici di Bergamo Guido Marinoni: «Medici non ce ne sono. Ed è frutto di un errore clamoroso di programmazione. Non si è pensato, banalmente guardando l’età dei medici, che moltissimi sarebbero andati in pensione in breve tempo. Noi come Ordine lo stiamo dicendo da dieci anni». Una risposta nell’immediato non può arrivare nemmeno dai corsi di medicina generale, che durano tre anni, ma che fino a poco tempo fa avevano un limite di iscritti troppo basso per rispondere al bisogno di ricambio generazionale. «I posti sono sempre stati 900 in tutta Italia - continua Marinoni -. Finalmente a livello nazionale hanno capito il problema e si è passati a duemila. Quest’anno, tra i mille decreti più o meno complicati, sono riusciti a non aumentare i finanziamenti per i corsi di medicina generale. E quindi si torna a 900. Sì, ogni commento è inutile». Una carenza che a Bergamo è urgente, come ammesso dalla stessa Ats, ma di cui le altre province non sono esenti. «È comune a tutta la Lombardia, non in altre zone d’Italia. Purtroppo nella nostra regione la parte variabile di retribuzione è la peggiore d’Italia. Perché uno dovrebbe venire a lavorare qui, per giunta adesso con il coronavirus?».

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