Cronaca / Bergamo Città
Lunedì 23 Dicembre 2024
Emergenza freddo, i posti nei dormitori esauriti: in strada sempre più giovani
GRAVE MARGINALITÀ . Tutti occupati gli 80 posti dell’ex Galgario. Si pensa a nuove soluzioni. Don Trussardi: «Tanti giovanissimi, preoccupa l’uso sempre più frequente di droga».
La città luccica, ma ci sono angoli dove la luce delle feste fa più fatica ad arrivare. È qui che si accoccola, tra coperte e cartoni, la vita ai margini di chi non ha casa. Sono almeno un centinaio le persone che ogni notte dormono in giacigli di fortuna tra stazione, aeroporto, edifici abbandonati, ma anche androni. A Redona, qualche sera fa, un senza fissa dimora si era rifugiato nel sottoscala di un condominio.
I dormitori non bastano più, nonostante il potenziamento per il «piano freddo». Tutti esauriti gli ottanta posti letto messi a disposizione all’ex Galgario (diciotto in più rispetto agli altri periodi), gestito da Caritas tramite Diakonia, e i venti del Patronato San Vincenzo di Sorisole. Casa (che non c’è) e lavoro (precario) sono le due facce della fragilità, spesso annegata nell’uso di alcol e stupefacenti. Il punto, quindi, non è solo rispondere all’«emergenza notturna» ma anche costruire una «filiera» di servizi che permetta alle persone di riprendere in mano la propria vita.
Il profilo dei senza fissa dimora
«Quest’anno – osserva don Roberto Trussardi, direttore di Caritas diocesana – il Galgario è stato aperto in anticipo, già da metà ottobre anziché dal 1° novembre, e i posti, passati da 62 a 80, si sono riempiti subito».
Chi arriva la sera (l’ingresso è stato anticipato alle 20) si presenta «stanco, infreddolito, sotto l’effetto di alcol e stupefacenti». Gli operatori (potenziati da tre a quattro) si trovano quindi a dover gestire anche situazioni particolarmente turbolente. Un lavoro di cura delle relazioni, oltre che di accoglienza in un posto caldo. «Si registrano sempre alti e bassi – ammette don Trussardi – ma nelle ultime settimane diciamo che le acque si sono un po’ calmate, e non si sono più verificati quegli episodi di aggressioni che si erano intensificati nel periodo più recente».
I fondi del dormitorio Galgario
La spesa per lo svolgimento delle attività del Galgario (che nel pomeriggio apre le porte per il «Punto sosta», uno spazio di socializzazione dove i senza tetto possono trovare ascolto e la merenda) ammonta a 400mila euro, con il contributo del Comune che è stato aumentato a 175mila euro. Un incremento dei costi dovuto anche alla necessità di aumentare gli operatori e di effettuare degli interventi di manutenzione proprio per riparare i danni provocati da alcuni utenti.
Anche per evitare assembramenti e risse, è opportuno che i numeri dunque non superino una certa soglia. «È difficile pensare di poter aumentare ulteriormente i posti al Galgario, diventerebbero troppo difficili da gestire. Il ragionamento sulla necessità di un nuovo dormitorio è all’ordine del giorno con il Comune e gli altri enti che si occupano di grave marginalità», spiega don Trussardi. Le valutazioni sono in corso, riguardano certo tempi, costi, localizzazione, ma anche il rischio di diventare ulteriormente «attrattivi» per chi viene da fuori. Già l’utenza che si rivolge ai servizi cittadini proviene da un’area molto più vasta.
Per le donne ci sono dormitori dedicati
«Per le donne ci sono dei dormitori dedicati (quello in via Palazzolo, con 9 posti, gestito in collaborazione con l’istituto delle suore Poverelle), l’utenza del Galgario è maschile – traccia il profilo don Roberto –. L’età è sempre più bassa, ci sono soprattutto giovanissimi sui vent’anni. Ma non mancano le figure degli “storici”, che superano anche i 60 anni». Il 30% è di origini italiane, il 70% straniero.
«Tanti sono “irriducibili”, li conosciamo da tempo, ed è difficile “agganciarli” per un percorso di autonomia. Tornano sempre in strada», aggiunge il direttore di Caritas. Le situazioni delle persone vengono approfondite dal Centro di primo ascolto e coinvolgimento di Diakonia, che resta il «filtro» per orientare ai servizi più adeguati. Chi non dorme al Galgario, in via Conventino 8 può trovare il servizio docce, appena rinnovato. «Anche qui gli accessi sono raddoppiati, arriviamo a 35 al giorno – fa presente don Trussardi –. Abbiamo notato che c’è un grande rispetto da parte dell’utenza per gli ambienti nuovi, li stanno tenendo molto in ordine».
La rete per cercare di creare un «percorso»
L’impegno di «rete» è costruire un percorso che accompagni le persone «dall’inizio alla fine», cioè dalla strada al reinserimento sociale. In questo momento, però, c’è una sorta di «imbuto»: pieni i dormitori e pieni anche i livelli successivi, come ad esempio gli appartamenti dell’housing first. «Con il Comune, il Patronato, le cooperative (Ruah, Bessimo) e Opera Bonomelli c’è una grande coesione, per cercare di strutturare le risposte più adatte, per permettere di migliorare le condizioni di vita di chi vive in strada. Ma le richieste sono talmente tante, che spesso si fa fatica a soddisfarle. I percorsi sono anche lunghi, ci vogliono mesi di accompagnamento. I posti non si liberano, e quindi è difficile garantire una rotazione», fa presente don Trussardi.
Senza fissa dimora e uso di droghe
Anni di vita in strada minano anche mente e corpo. Sono quindi in aumento anche le patologie, soprattutto psichiatriche, ma non solo. «Dormire per terra, al freddo, debilita, logora – racconta don Roberto –. In pochi giorni abbiamo perso tre persone conosciute al dormitorio, tra i 48 e i 58 anni. Quantomeno eravamo riusciti a farli ricoverare in ospedale, e quindi sono stati seguiti».
Ma il direttore di Caritas invita anche a riflettere su un altro fenomeno che sta assumendo proporzioni inedite. «C’è un utilizzo spropositato di sostanze stupefacenti – denuncia –: c’è un utilizzo continuo, di qualsiasi tipo di droga, che si può acquistare a bassissimo prezzo. Come comunità umana, adulta, civile ed educante non possiamo più far finta di niente, e dobbiamo dirlo senza indugi: “drogarsi, bere alcol, fa male”». Un problema educativo forte che «chiama in causa tutti». E che, precisa don Trussardi, «non riguarda solo chi vive in strada».
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