Elezioni a Bergamo, il confronto nei quartieri: in 20 prevale Carnevali, Pezzotta avanti sui Colli - Guarda la mappa

LE ANALISI. Cristadoro (InTwig): «L’astensionismo ha inciso, ma anche la voglia di continuità, come dimostra il risultato europeo di Gori».

Da un punto di vista puramente numerico, il punteggio è lo stesso di cinque anni fa. La dimensione più capillare del voto, quella suddivisa tra i rioni della città, vede Elena Carnevali prevalere in tutti i quartieri tranne che in uno: finisce così 20-1 per il centrosinistra (accorpando in un unico quartiere i tre «spicchi» in cui è diviso il centro e unendo in una macro zona Valverde-Valtesse-Conca Fiorita), un’onda rossa o arancione, a seconda delle preferenze cromatiche, che colora in maniera uniforme la città. Cambia però l’eccezione, rispetto a cinque anni fa: allora l’«anomalia» fu Grumello, stavolta sono i Colli.

Ed è un ribaltamento di prospettiva rispetto a una certa narrazione della tendenza del centrosinistra a imporsi più al centro che in periferia. «Due fattori possono spiegare l’esito del voto – osserva Aldo Cristadoro, amministratore delegato di InTwig, società bergamasca di data intelligence -: l’astensionismo e la voglia di continuità. Il dato rilevante dei quartieri è che stavolta la partita è stata più aperta in centro che in periferia: nelle precedenti tornate, ma anche alle Politiche del 2022, la fascia sud della città vedeva un centrodestra più forte, mentre questa volta il centrosinistra ha saputo ottenere risultati migliori». Carnevali tocca il massimo dei consensi a Loreto (62,3%) e Monterosso (60,9%), Pezzotta s’impone appunto sui Colli (51,7%).

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Le traiettorie del voto

La bussola dei numeri suggerisce le traiettorie del voto: «C’è una correlazione significativa tra l’astensionismo e il risultato del voto – osserva Cristadoro –. C’è cioè un astensionismo selettivo, con oscillazioni molto forti tra le singole sezioni in cui è suddivisa la città: l’astensionismo è stato più forte nei quartieri dove in passato il centrodestra era più forte. Probabilmente, una parte di quell’elettorato non è andata a votare in queste elezioni». La forbice della partecipazione al voto è appunto piuttosto ampia: a fronte di un’affluenza media cittadina del 60,84%, si spazia dal 50,67% della sezione 86 (Campagnola) al 70,24% della sezione 28 (San Paolo). A suggerire la «voglia di continuità», invece, è la combinazione tra voto comunale ed europeo: «Si può cogliere dall’importante risultato di Giorgio Gori – osserva Cristadoro –. I primi dati indicano per Gori un tasso di preferenza attorno al 65% a Bergamo: su 100 voti alle Europee per il Pd sul nostro territorio, 65 di quegli elettori hanno scritto il nome di Gori. Carnevali è stata brava a conservare ottimo consenso nei quartieri di maggior radicamento, come Loreto o Monterosso, e a recuperare svantaggio nelle periferie sud della città: evidentemente è stata apprezzata la capacità di stare sul territorio. Tra l’altro, anche dal nostro sondaggio emergeva come una situazione di affluenza bassa avrebbe premiato Carnevali, per una questione legata alla capacità di mobilitazione degli elettori».

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