Cronaca / Bergamo Città
Martedì 10 Ottobre 2023
«Effetto Fedez», riflettori accesi sulla donazione di sangue
IL FENOMENO. Sul sito dell’Avis regionale in 72 ore quasi duecento richieste di contatto. «Cresciuta l’attenzione dei giovani. È importante la continuità».
Quasi 200 richieste di contatto sulla piattaforma regionale dell’Avis, in 72 ore. Non è ovviamente scontato che si trasformino in iscrizioni e donazioni regolari, ma dal punto di vista dell’attenzione al tema, l’«effetto Fedez» è stato immediato. Il rapper, uscito venerdì dall’ospedale, ha dedicato le sue prime parole di ringraziamento dopo il ricovero proprio ai donatori di sangue: «Cercherò di far accendere i riflettori su questo tema – ha detto –. Senza i donatori di sangue, non sarei qui». Tema su cui è tornato nelle ore successive con delle «stories» dal suo profilo Instagram, seguito da quasi 15 milioni di persone.
Più attenzione alla donazione
E qualcosa si è mosso: «Abbiamo visto l’attenzione dei giovani, sono arrivate molte richieste di “follow” e un numero incrementato di visualizzazioni dei nostri profili social – dice il presidente regionale dell’Avis, il bergamasco Oscar Bianchi –. Si stanno accendendo di più i riflettori, e ne avevamo bisogno: la fascia tra i 18 e i 35 anni è quella un po’ più “sofferente” sulle donazioni, mentre la più attiva è tra i 35 e i 55 anni». L’interessamento, Bianchi lo sa bene, è solo il primo passo: per capire se, e in che misura, si tradurrà in donazioni, sarà necessario attendere qualche settimana: «La raccolta non è immediata. Prima si verifica l’idoneità del donatore. Il sangue viene poi raccolto solo se la persona è idonea, e se in quel momento serve quel determinato fenotipo». Sulla piattaforma regionale, si diceva, sono arrivate in tre giorni quasi 200 richieste di contatto, che verranno «smistate» alle sezioni comunali. E questo «accendere i riflettori» ha creato una nuova occasione di avvicinare persone che magari, da altri canali, sarebbero state più difficili da intercettare.
La situazione nella Bergamasca
Per la Bergamasca, a ieri mattina, le nuove richieste sul sito regionale risultavano una decina. «Nelle prenotazioni telefoniche non c’è stato per ora un picco – aggiunge il presidente provinciale, Artemio Trapattoni –, ma il movimento si è visto, anche via social, specialmente sul regionale. Credo che gli effetti arriveranno nel tempo: a Bergamo l’iscrizione e la donazione sono solo su appuntamento, non immediati». Sia Bianchi, sia Trapattoni evidenziano l’importanza che la donazione diventi poi periodica: «L’Avis viaggia sulla stabilità – dice il presidente regionale –. Essere donatori non è un “fuoco di paglia”: è una scelta che implica uno stile di vita sano, la cura di sè». In Italia sono 1.800, ogni giorno, le persone che hanno bisogno di donazioni di sangue.
In Bergamasca i donatori sfiorano quota 37mila, la nostra provincia è seconda in Lombardia dopo Milano, che si attesta sui 50mila. Lo scorso anno le donazioni sono state quasi 62mila, tra raccolta di sangue intero e aferesi di plasma o piastrine. «Come tutte le associazioni, anche la nostra sta invecchiando – aggiunge Trapattoni –. Speriamo che questa attenzione ci aiuti a fare breccia tra i giovani». L’Avis orobica già da tempo lavora sul coinvolgimento delle nuove generazioni, dagli incontri nelle scuole al laboratorio realizzato la scorsa primavera con “Officine Tantemani”, da cui sono scaturite borse, borracce e magliette.
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