Droga, impennata dopo la pandemia: sequestrati 538 chili, il triplo del 2020

In Bergamasca È il bilancio per il 2021 della Direzione centrale per i servizi antidroga. Superati i livelli pre Covid. Portate a termine 217 operazioni, 316 gli indagati. Cala l’eroina, boom di cannabinoidi. «Il web un bacino abnorme».

C’è un mercato che non risente delle crisi. Anzi: da queste crisi trae nuova linfa, sperimentando nuovi canali di smercio e nuove platee di consumatori. È il business della droga: in Bergamasca nel 2021 sono stati sequestrati 538,6 chili di sostanze stupefacenti, il triplo dei 176,5 chili «intercettati» nel 2020. Si è tornati decisamente ai livelli pre-Covid e anche oltre, considerando che nel 2019 ne erano stati sequestrati 156 chili, 395,4 chili nel 2018, quindi nel 2017 si era invece a 622 chili.

Il report annuale

La nuova relazione annuale della Direzione centrale per i servizi antidroga (Dcsa), la branca del ministero dell’Interno dedicata al contrasto del narcotraffico, racconta il mercato degli stupefacenti in tempo di pandemia. Ricco, ma anche colpito quotidianamente dalle indagini delle forze dell’ordine: se i sequestri crescono, è anche grazie a una più efficace attività investigativa (e non solo per via di un’effettiva maggior circolazione di droga). Nel 2021 in Bergamasca si sono contate 217 operazioni antidroga, praticamente quasi le stesse del 2020 (213) ma più «redditizie»: le persone indagate per traffico di droga (o per associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti) sono infatti passate dalle 266 del 2020 alle 316 del 2021. Dei 316 indagati in Bergamasca, 211 sono di nazionalità straniera; 21 le donne, 2 i minorenni.

Le organizzazioni criminali hanno individuato «strumenti e meccanismi di compensazione, riuscendo a riattivare pienamente già nel corso del 2020 i propri traffici illeciti»

Il narcotraffico ha fatto della «resilienza» la propria cifra: «Il 2021 ha continuato ad essere influenzato dagli effetti della pandemia, che ha avuto un forte impatto sul modo di vivere dei cittadini, per le implicazioni sul sistema della salute pubblica e per le restrizioni adottate dall’autorità sanitaria. Le organizzazioni criminali comunque – si legge nell’incipit della relazione - hanno individuato «strumenti e meccanismi di compensazione, riuscendo a riattivare pienamente già nel corso del 2020 i propri traffici illeciti, attraverso vari accorgimenti e correttivi, e a riversare sui mercati di consumo quantità di stupefacenti equiparabili ai periodi precedenti alla pandemia».

Le traiettorie del mercato

Il dettaglio delle singole sostanze stupefacenti descrive le più recenti traiettorie del mercato. I sequestri di eroina, dopo anni di risalita, hanno frenato: nel 2021 in Bergamasca ne è stata rinvenuta poco meno di mezzo chilo, contro i 17,5 chili del 2020. Cresce invece la cocaina, che passa dai 26,5 chili del 2020 ai quasi 36,7 del 2021, e soprattutto schizzano alle stelle i cannabinoidi: sotto sequestro lo scorso anno sono finiti 333 chili di hashish (contro i 77,9 del 2020, +327,6%) e oltre 160 chili di marijuana (rispetto ai 53,6 del 2020, +199%).

Solo nel primo trimestre di quest’anno, filtra da un recente report della Dcsa, in Bergamasca sono già stati sequestrati 437 chili di droga

A queste si sommano 3,2 chili di droghe sintetiche e un residuale quantitativo di altre sostanze classificate come stupefacenti (per esempio, i princìpi di alcuni farmaci «contrabbandati»). Le proiezioni sul 2022 paiono ancora più critiche: solo nel primo trimestre di quest’anno, filtra da un recente report della Dcsa, in Bergamasca sono già stati sequestrati 437 chili di droga.

Chi tira i fili dei traffici

Ma chi tira i fili di questi traffici? La relazione abbozza alcuni spunti in chiave regionale: dai clan di ’ndrangheta, che controllano soprattutto i livelli apicali della filiera della cocaina, a un sempre più solido pulviscolo di organizzazioni straniere, in particolare nordafricane per hashish e marijuana e albanesi per eroina e cocaina. In tutta la Lombardia lo scorso anno sono state sequestrate 12,6 tonnellate di droga, oltre il doppio del 2020: è il bilancio più pesante dal 2008. Sono stati 4.098 gli indagati in Lombardia, a fronte di 3.729 operazioni antidroga.

«Web, potenziale abnorme»

Il «narcotraffico 2.0» è una realtà sempre più quotidiana, la pandemia ha fatto da catalizzatore. Sul tema, tra l’altro, si sta muovendo anche la Commissione regionale antimafia del Pirellone, con un giro di specifiche audizioni. Nei giorni scorsi è stato ascoltato il tenente colonnello Antonio Lombardi, ufficiale dei carabinieri che dirige la sezione «Drug Online» della Direzione centrale per i servizi antidroga.

«Nel mercato illecito del web le sostanze stupefacenti la fanno da padrone: mai come in questo momento storico c’è una facilità nell’anonimato in rete. Si paga spesso in criptovalute, con un ulteriore grado di anonimato»

Quello del traffico via web, ha illustrato Lombardi, «è un fenomeno di dimensioni abnormi, con un potenziale infinito sia per i venditori sia per gli acquirenti. Nel mercato illecito del web, le sostanze stupefacenti la fanno da padrone: mai come in questo momento storico c’è una facilità nell’anonimato in rete. Si paga spesso in criptovalute, con un ulteriore grado di anonimato». L’ufficiale dell’Antidroga ha illustrato poi alcune inchieste recentemente condotte anche in Lombardia, in particolare una portata a termine dalla Guardia di finanza di Linate a ottobre 2021 dopo quasi due anni di investigazioni: l’indagine ha permesso di segnalare 5.772 destinatari di un canale della droga architettato online. Sempre più, ha avvertito Lombardi, «l’azione di contrasto deve essere globalizzata».

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