Dopo il nubifragio ripescate dai garage oltre 200 vetture: «Sono tutte da demolire»

I DANNI DEL MALTEMPO. Una settimana fa il disastro: i mezzi del soccorso stradale sono ancora impegnati a liberare i box.

Lorenzo Catania

Tutto da buttare, o quasi. Il violento temporale che si è abbattuto sulla città nella notte tra domenica 8 e lunedì 9 settembre, con l’esondazione dei torrenti Morla e Tremana, ha inondato le abitazioni e soprattutto i garage. Lì dentro - oltre a biciclette, mobili, scatoloni pieni degli oggetti più disparati - c’erano anche molte moto e macchine. In pochi la sera prima avevano deciso, con una lungimiranza forse inaspettata, di parcheggiare l’auto in strada. E chi lo ha fatto spesso se l’è trovata spostata nonostante il freno a mano.

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Effetti irreversibili

Coperte da un fango denso e ristagnante, le auto nei box sembrano ormai irrecuperabili. Le chiamate per la rimozione sono state tantissime. «Abbiamo ritirato dalle trenta alle cinquanta macchine. Insieme alle altre ditte saranno più di 200» dice Michele Rivoltella della Zambelli Dino di Grumello al Piano, azienda specializzata in interventi di soccorso stradale. Da vetture più vecchie ad altre più recenti o lussuose, gli effetti del maltempo sono stati irreversibili. «L’auto più nuova che abbiamo portato via era stata ritirata in concessionaria a giugno. Abbiamo ritirato anche due Porsche. Quelle che abbiamo preso sono tutte da buttare. Anzi - aggiunge - forse si salva solo una Toyota, l’unica che si è accesa».

Il bilancio delle operazioni di rimozione è destinato ad aumentare. Il lavoro delle ditte di soccorso stradale non è ancora finito. «Nei prossimi giorni - dicono gli operatori - usciremo per fare altri ritiri, ci sono ancora 3-4 condomini da svuotare».

L’acqua e il fango che hanno ricoperto le macchine hanno danneggiato anche gli interni e i componenti elettrici al punto che, racconta, «quando le portiamo ai meccanici e vedono come sono ridotte ci dicono di non scaricarle nemmeno dai mezzi, che tanto non possono fare nulla». Nell’emergenza hanno tolto dal pantano anche alcuni automobilisti. «Due o tre persone erano rimaste bloccate per strada con le macchine e le abbiamo recuperate. Per fortuna non si sono fatte nulla».

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Bilancio in aumento

Il bilancio delle operazioni di rimozione, purtroppo, è destinato ad aumentare. Il lavoro della Zambelli infatti non è ancora finito. «Nei prossimi giorni usciremo per fare altri ritiri, ci sono ancora 3-4 condomini da svuotare». Li hanno chiamati in via Baioni, via Pitentino, via del Lazzaretto, a Valtesse, per citarne alcune. Un impegno non da poco nemmeno per loro. «Abbiamo lavorato 10/11 ore al giorno. È faticoso, per tirare fuori una macchina - spiega Michele - ci può volere da un’ora alle tre ore. E il telefono continuava a scottare». Una quantità di operazioni, quelle di questa settimana, mai vista prima, sottolineano.

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L’acqua e il fango che hanno ricoperto le macchine hanno danneggiato anche gli interni e i componenti elettrici al punto che «quando le portiamo ai meccanici ci dicono di non scaricarle nemmeno dai mezzi, che tanto non possono fare nulla».

Per la Rota di via Galilei, altra azienda impegnata in questi giorni nel soccorso stradale, la situazione è la stessa. «Abbiamo ritirato dalle 20 alle 30 auto - racconta Yuri, dipendente della ditta -, praticamente tutte da buttare. Tanti infatti hanno chiamato direttamente il demolitore. Abbiamo un mezzo della Guardia di Finanza che è rimasto allagato a Santa Lucia, quello si accende ancora».

Maltempo, a Bergamo si continua a spalare nel fango. Video di www.bergamotv.it

I proprietari sono in contatto con le assicurazioni per tentare di salvare il salvabile, ma i tempi si preannunciano piuttosto lunghi. Per chi lavora ogni giorno nel recupero dei mezzi, il disastro di lunedì 9 settembre rimane difficile da quantificare. Tutto ciò che si può misurare è il dispiacere per i tanti cittadini colpiti. «Il danno più grande - commenta Yuri - è per le persone che ora devono buttare via tutto».

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