Donne maltrattate, arresti a +16,6%. L’ultimo caso a Dalmine il 1° settembre

IL FENOMENO. L’ultimo a finire in manette un uomo di 43 anni che a Dalmine ha picchiato la compagna in un bar. Da luglio in 14 presi dai carabinieri: tra le vittime anche le anziane madri. L’escalation durante il periodo estivo.

L’ultimo a finire in manette è stato un uomo di 43 anni che, domenica 1° settembre, in un bar di Dalmine ha colpito con dei pugni la compagna, per poi trascinarla a terra ferita. Soccorsa dal 118 con l’ambulanza, la donna è stata portata all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo e medicata, mentre il compagno, di Osio Sopra, si è dileguato.

Nelle scorse ore i carabinieri della stazione di Osio Sotto lo hanno rintracciato: nei suoi

La donna non aveva mai avuto il coraggio di denunciare il compagno per la situazione di gelosia morbosa sfociata nei maltrattamenti e nello stalking

confronti è scattato l’arresto «in flagranza differita», visto che è emerso che i maltrattamenti andavano avanti da due anni, durante i quali alla compagna era stato vietato di frequentare gli amici e che, quando li incontrava, il convivente la andava a prendere per riportarla a casa con la forza, arrivando anche a requisirle il cellulare e a costringerla a comprarne un altro.

La donna non aveva mai avuto il coraggio di denunciare il compagno per la situazione di gelosia morbosa sfociata nei maltrattamenti e nello stalking: una situazione analoga a quella che stanno vivendo tante altre donne nella nostra provincia, anche se a confortare c’è il fatto che il numero di arresti per maltrattamenti in famiglia eseguiti dai carabineri è in crescita.

I numeri di denunce e arresti negli ultimi 12 mesi

In particolare durante l’estate si è registrata una escalation di arresti: ben 14 quelli eseguiti dai militari dell’Arma in diverse località della Bergamasca da luglio a ieri (Osio Sopra, Palosco, Torre de’ Roveri, Trescore, Almè, Bonate Sopra, Ponte San Pietro, Ghisalba, ancora Bonate Sopra e ancora Ponte San Pietro, Mapello, Romano, Verdellino e Caravaggio).

Tenuto conto che nei dodici mesi precedenti l’Arma aveva tratto in arresto per maltrattamenti ben 48 persone, stimando una proiezione percentuale sulla base degli arresti degli ultimi tre mesi è possibile stabilire che la crescita degli arresti si stimerà attorno al +16,6%.

Vessazioni, minacce e botte

Del tutto simili, nella loro gravità, le condotte degli uomini arrestati: continue vessazioni ai danni delle compagne e, in generale, dei familiari. In alcuni casi a finire vittime dei maltrattamenti sono state anche le anziane madri degli arrestati, aggredite e insultate magari perché non disponibili a fornire del denaro per l’acquisto di stupefacenti.

Ci sono stati anche dei casi in cui gli arresti sono scattati perché il soggetto era già stato indagato e gli era stato applicato il braccialetto elettronico, ma che, nonostante questo provvedimento a tutela della compagna, si era comunque avvicinato alla vittima, arrivando a

Nei soli primi 9 mesi di quest’anno, le chiamate ai centri antiviolenza della Bergamasca sono state 969

meno di 500 metri da lei e facendo scattare l’allarme, com’era accaduto il 25 agosto scorso a Verdellino, quando un uomo di 43 anni aveva pedinato l’ex compagna, arrivando a inseguirla in macchina e, giunto nei pressi della sua auto, tentando anche di salirci sopra. A quel punto, però, grazie al braccialetto, i carabinieri erano già allarmati in automatico ed erano rapidamente intervenuti. E proprio i braccialetti elettronici applicati negli ultimi tre mesi sono stati tre, a Zogno, Urgnano e Calusco d’Adda. Le denunce a piede libero, dunque i casi di maltrattamenti che non arrivano all’arresto, nell’ultimo anno e mezzo hanno invece superato quota mille. Poche di meno a livello numerico le telefonate di richiesta d’aiuto che hanno ricevuto, però nei soli primi 9 mesi di quest’anno, i centri antiviolenza della Bergamasca: sono state 969.

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