Dispensa Sociale e Ortomercato, salvate dallo spreco 114 tonnellate di cibo

Il report. Il bilancio 2022 del progetto di economia circolare. Domenica 5 febbraio si celebra la Giornata nazionale contro lo spreco alimentare

La Dispensa Sociale di Bergamo – progetto di economia circolare coordinato dalla cooperativa Namasté e che si avvale della collaborazione dei volontari di «Ridò» – ha «salvato» dallo spreco 114mila chilogrammi di cibo (114 tonnellate) sui 120mila raccolti nel 2022. Il bilancio dell’attività – e si parla solo di una delle diverse realtà sorte nella Bergamasca sul tema della solidarietà alimentare – è in crescita (+117% in 4 anni), a testimonianza di un’aumentata sensibilità del territorio. Il report è stato diffuso per la Giornata contro lo spreco alimentare, che si celebra domenica 5 febbraio.

Solo all’Ortomercato sono stati raccolti più di 55 mila chili di frutta e verdura. Il cibo è stato distribuito ad una cinquantina di associazioni ed enti tra Bergamo e provincia, che aiutano persone in difficoltà. Nel 2022, tutti i sabati, compresi la Vigilia di Natale e l’ultimo dell’anno, una ventina di volontari della Dispensa Sociale hanno recuperato, cernito e distribuito i prodotti ortofrutticoli (per un valore che supera i 62 mila euro) donati dai grossisti della Celadina. Si tratta di frutta e verdura che, per motivi commerciali, non viene più venduta, ma è ancora buona da mangiare. Il report della Dispensa Sociale evidenzia che tra i 92 prodotti «salvati», sono le banane il frutto a più rischio spreco, seguite da pomodori, prugne, pesche, melanzane e cavolfiori.

Proprio nella giornata di domenica 5 febbraio, dedicata alla lotta allo spreco alimentare, i trucchi «salva spesa» e i segreti della «cucina degli avanzi» dalle tradizioni contadine saranno protagonisti dalle 10 alle 17 al mercato di Campagna Amica in piazza Mascheroni in Città Alta, organizzato da Coldiretti. «La lotta agli sprechi inizia nel carrello della spesa e finisce con la riscoperta dei piatti del giorno dopo, che valorizzano gli avanzi e aiutano a conservare e trasmettere le tradizioni culinarie alle nuove generazioni – dicono da Coldiretti -. Si tratta di ricette “della nonna” basate su una cultura del recupero, in grado di esaltare sapori e fantasia nel segno del risparmio e della sostenibilità».

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