Cronaca / Bergamo Città
Domenica 07 Luglio 2024
Dipendenze in crescita, in Bergamasca dilaga il crack
I DATI. All’Asst Papa Giovanni aumentati dell’11,4% in un anno gli utenti presi in carico. Riglietta: «Non ci sono farmaci per contrastare questa sostanza». Rizzardi (SerD di Lovere): «Si fatica a intercettare i casi sommersi tra i giovani».
Il mondo delle dipendenze – e in particolare delle tossicodipendenze – vive una fase di espansione, di pari passo all’emergere di nuove fragilità, ma il nodo principale resta la capacità d’intercettare chi sfugge dalla presa in carico. È una geografia varia, spesso più associata alla droga nei centri urbani. Il SerD Bergamo, il Servizio Dipendenze che fa capo all’Asst Papa Giovanni (competente su città e hinterland, ma anche per il territorio della Valle Brembana), ha registrato un balzo sensibile lo scorso anno: nel 2023 sono stati 2.874 gli utenti presi in carico, in crescita dell’11,4% rispetto al 2022, tornando così a superare (dell’1,4%) i livelli pre Covid. «I dati del medio periodo mostrano una tendenza alla lieve crescita – premette Marco Riglietta, direttore della Struttura complessa Dipendenze dell’Asst Papa Giovanni –. Nel 2020 c’era stato un abbattimento dei numeri, a cui è seguita una progressiva crescita, fino a superare i valori precedenti al Covid».
Il SerD Bergamo, il Servizio Dipendenze che fa capo all’Asst Papa Giovanni (competente su città e hinterland, ma anche per il territorio della Valle Brembana), ha registrato un balzo sensibile lo scorso anno: nel 2023 sono stati 2.874 gli utenti presi in carico, in crescita dell’11,4% rispetto al 2022, tornando così a superare (dell’1,4%) i livelli pre Covid
Oppiacei e catinoni
«Il profilo più problematico è dato dalla cocaina e dall’alcol, queste sono le caratteristiche della maggior parte dei nuovi pazienti – approfondisce Riglietta –. Tra gli utenti di lungo periodo si segnalano ancora gli oppiacei (eroina in particolare, ndr), che rappresentano il 40% delle persone in carico. Tra i nuovi iniziano a vedersi anche le prime dipendenze da oppiodi prescritti». Cioè quei farmaci utilizzati soprattutto per la terapia dolore, in cui un errore nel dosaggio più portare a conseguenze pericolose. Nel mondo carsico della droga s’affacciano così nuove e vecchie sostanze. «Osserviamo l’arrivo di utenti con dipendenza da Nps (acronimo inglese per le nuove sostanze psicoattive, ndr): sono persone sotto i 30-35 anni, che assumono soprattutto catinoni sintetici – prosegue Riglietta –. Pur essendo una quota piccola sul totale, sono casi più complicati dal punto di vista del trattamento, perché sono sostanze più pericolose». A segnalare una crescita preoccupante è il crack, sostanza che deriva dalla cocaina e che viene principalmente fumata: «Il problema è che non ci sono farmaci per contrastare questa dipendenza, quindi sono solo due le possibilità per fermarla – continua Riglietta –: ciò accade principalmente quando queste persone commettono un reato o hanno un episodio psichiatrico con accesso in pronto soccorso, situazioni che portano poi ad avviare una presa in carico. Altrimenti, queste situazioni diventano incontenibili».
«Si fa fatica a intercettare il sommerso – rileva Nicola Rizzardi, responsabile del SerD di Lovere –, soprattutto per la fascia più giovane. La presa di coscienza del problema è difficile: si riesce ad agganciare l’utente solo dopo un evento estremo»
Carenze di operatori
«Il punto centrale sono le risorse umane. A Bergamo siamo relativamente fortunati, ma a livello nazionale il personale dei servizi continua a ridursi – osserva Riglietta –. Questo però è un ambito in cui servono soprattutto gli operatori, più che tecnologie o altro». Fuori dalla città, anche i due SerD che fanno capo all’Asst Bergamo Est segnalano dinamiche d’incremento: in totale gli utenti in carico sono passati dai 601 del 2022 ai 641 del 2023 (+6,7%), superando i livelli pre-Covid (+4,4%). «Si fa fatica a intercettare il sommerso – rileva Nicola Rizzardi, responsabile del SerD di Lovere –, soprattutto per la fascia più giovane. La presa di coscienza del problema è difficile: si riesce ad agganciare l’utente solo dopo un evento estremo, come un accesso in pronto soccorso o un ricovero, o quando interviene la famiglia. Stiamo provando a mettere in campo strumenti innovativi, come la telemedicina, per venire incontro alle esigenze di un territorio vario come il nostro, articolato su più valli». Nelle valli le caratteristiche degli utenti cambiano: «È più alta l’incidenza di utenti con dipendenze da alcol – spiega Rizzardi –, mentre più ci si avvicina ai centri urbani più aumenta la tossicodipendenza». Ma alcuni punti in comune ci sono: «L’allarme adesso è sul crack» conferma Rizzardi.
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