Davide Calvi come Piero Busi, la Val Brembana perde i suoi giganti

Era un uomo per natura onesto, lo è stato nei lunghi anni della sua attività amministrativa da consigliere e quindi primo cittadino di Moio de’ Calvi ed ancora componente della Comunità montana di valle.

È profondo in tutta l’Alta Valle Brembana ed è sentito anche nel resto della Valle del Brembo il cordoglio per la scomparsa di Davide Calvi già sindaco di Moio de’ Calvi, paese che gli aveva dato i natali. Da Moio Davide Calvi, per motivi professionali, si è spostato prima a Milano e quindi a Bergamo, dove era tornato a vivere al momento del ritiro dal lavoro.

Amava troppo il suo paese e la sua valle, il cavalier Davide Calvi, per starne lontano, l’amava di un amore viscerale che negli anni lo aveva supportato nelle tante battaglie che aveva ingaggiato a tutti i livelli amministrativi e politici in difesa dei diritti della gente brembana, rimettendoci di tasca propria in più di una occasione.

«Sto difendendo ideali e diritti della montagna – osservava in queste occasioni – e credo di essere nel giusto anche se non trovo condivisione, per cui devo sentirmi responsabile personalmente e se c’è qualche conseguenza è riservata a me».

Propugnava le sue idee e non voleva che altri ne rispondessero. Se n’è andato perché minato da tempo nel fisico, ma fino all’ultimo si è conservato vivacissimo nelle spirito, acuto osservatore dell’evoluzione della vita amministrativa e sociale della sua valle.

Era un uomo per natura onesto, lo è stato nei lunghi anni della sua attività amministrativa da consigliere e quindi primo cittadino di Moio de’ Calvi ed ancora componente della Comunità montana di valle, di cui fu per un periodo assessore, e pure di organismi superiori, sempre pronto a far sentire la voce del Brembo e della gente che lo vive. Con convinzione e con onestà profonda. Dal carattere profondamente montanaro, forse anche per questa peculiarità, era pronto ad assumersi responsabilità, puntuale a dare a dare risposta ai compiti che si era assunti, capace pure nel caso a far valere un certo piglio non proprio cedevole . Ma era anche estremamente generoso. Capiva i bisogni della gente e cercava di trovare delle risposte.

Nessuno, neanche gli avversari politici, ha mai osato mettere in dubbio le qualità che hanno contraddistinto la sua attività amministrativa ma prima ancora umana e sociale.

Come si usa dire qui, senza tema di smentita, con Davide Calvi se ne è andato uno degli uomini migliori della valle, quelli che ne hanno fatto la storia. Come Piero Busi, scomparso appena un anno fa – e chi scrive ricorda bene i rapporti tra questi due grandi uomini, non sempre in sintonia ma sempre rispettosi delle rispettive idee –, un altro dei personaggi che hanno fatto crescere la Valle Brembana scrivendone la storia.

I due si ritroveranno forse in un altro mondo, riprenderanno a discutere magari anche vivacemente ciascuno fermo sulle proprie idee che poi trovavano una sintesi in vista del bene condiviso della valle. Di certo di questi uomini resterà a lungo il ricordo nella gente della Valle Brembana.

© RIPRODUZIONE RISERVATA