Cronaca / Bergamo Città
Domenica 01 Maggio 2022
Covid, il ritorno alla normalità ma il virus circola. Pasqua frena la discesa dei casi: i dati. Le nuove regole dal primo maggio - il punto
I dati e le regole L’incidenza del virus in Bergamasca oscilla, ma non è diminuita rispetto a quella di due settimane fa. Ecco in sintesi le nuove regole per green pass, mascherine e smart working. L’epidemiologo Carlo La Vecchia: «Restrizioni allentate, scelte giuste».
Più che una curva, è un saliscendi. Allargando invece lo sguardo, a due settimane dalla Pasqua e dai suoi possibili effetti sulla circolazione virale, la tendenza è quella di una linearità. Domenica 17 aprile l’incidenza del contagio in provincia di Bergamo era calcolata a 345 nuovi casi settimanali ogni 100mila abitanti, ieri lo stesso valore si attestava a quota 344: praticamente gli stessi numeri, intervallati da alcune fluttuazioni influenzate dalla forte variabilità – causa festività – del numero giornaliero di tamponi analizzati.
«La tendenza complessiva – riflette il professor Carlo La Vecchia, ordinario di Statistica medica all’Università degli Studi di Milano – è quella di una diminuzione dei contagi. C’è stata una oscillazione a Pasqua, per qualche possibile effetto di socialità legato alle feste, e anche per i numeri dei tamponi analizzati. Se i contagi calano più lentamente, ciò che più conta è però la discesa delle terapie intensive».
L’incidenza più bassa in Italia
La provincia di Bergamo si conferma comunque quella con l’incidenza più bassa in Italia. Se si guarda al dato regionale, la Lombardia – che però presenta un valore medio discretamente superiore alla Bergamasca – tra Pasqua e ieri ha limato l’incidenza in maniera più significativa: il 17 aprile era a 548 nuovi casi settimanali ogni 100mila abitanti e ieri è scesa a quota 475, con un calo del 13,3%. C’è però da mettere in conto un tema, avverte La Vecchia: «I contagi, oggi, rischiano di essere sottostimati: Omicron porta a sviluppare una malattia lieve e che dura pochi giorni, molti perciò non fanno il tampone. Il virus resta comunque molto diffuso, il tasso di positività giornaliero è sempre attorno al 15-16% a livello nazionale».
«Rischi per le persone fragili»
Riconducendo l’analisi invece alla pressione ospedaliera, emerge appunto una situazione di realistico ottimismo. Sabato 30 aprile in Lombardia i pazienti nelle terapie intensive sono scesi a quota 33, e per trovare un numero inferiore occorre tornare sino allo scorso 5 agosto, mentre nei reparti ordinari i ricoverati sono 1.227. «Va considerato – prosegue La Vecchia – che nel conto dei ricoveri c’è una parte molto importante di pazienti che sono ricoverati per altre patologie ma hanno il tampone positivo, mentre le effettive polmoniti da Covid sono solo una parte. Allo stesso tempo, però, occorre ricordare un’altra cosa: che per le persone fragili il Covid può avere ancora conseguenze serie».
«Uno degli ultimi studi israeliani, Paese dove la quarta dose è partita prima, conferma che il secondo booster riduce del 75% l’ospedalizzazione e anche il rischio di decesso»
Da ciò deriva un messaggio: «Se per i giovani e gli adulti sani Omicron appare come un’infezione sì fastidiosa ma difficilmente grave, bisogna ancora mettere in guardia i fragili: è necessario continuare a proteggerli e offrire loro la quarta dose. Uno degli ultimi studi israeliani, Paese dove la quarta dose è partita prima, conferma che il secondo booster riduce del 75% l’ospedalizzazione e anche il rischio di decesso».
Ricoveri giù del 69%
È il vaccino, d’altronde, che ha permesso di superare la fase emergenziale della pandemia. Il 30 aprile di un anno fa, quando la terza onda ondata aveva già imboccato da qualche tempo la tendenza di discesa, in Lombardia si viaggiava ancora a una media di 43 decessi giornalieri (oggi la media è di 21, meno della metà), le terapie intensive ospitavano 550 malati e i reparti ordinari ne accoglievano 3.495; in totale in ospedale c’erano 4.045 pazienti mentre oggi ce ne sono invece 1.260, e dunque i ricoverati sono diminuiti del 68,8% rispetto allo stesso periodo del 2021 nonostante ci siano più contagi.
«Nei decessi osserviamo ancora una quota di anziani fragili, quelli per cui anche Omicron può essere fatale. Con un virus così contagioso sono conteggiate tra i decessi anche persone positive ma ricoverate per altra patologia»
Sul numero attuale di decessi, tra l’altro, La Vecchia fornisce un’ulteriore chiave di lettura: «Ovviamente la situazione è diversa rispetto a uno o due anni fa. Nei decessi osserviamo ancora una quota di anziani fragili, quelli per cui anche Omicron può essere fatale. Con un virus così contagioso – aggiunge l’epidemiologo – sono conteggiate tra i decessi anche persone positive ma ricoverate per altra patologia. È più realistico guardare all’eccesso di mortalità, cioè all’aumento del numero totale di decessi rispetto alla media degli anni precedenti: nell’ultimo periodo, non si sono registrati aumenti significativi».
Omicron 4 in Lombardia
Sulla nuova fase che si apre proprio da oggi, «la progressività nelle decisioni è giusta – commenta La Vecchia -. Diluire l’allentamento degli obblighi è una strategia che può essere considerata molto prudente, ma ragionevole. Anche se le mascherine, in particolare le chirurgiche, di fronte a un virus così contagioso come Omicron hanno un’efficacia limitata. Sono servite però a smussare l’ultima ondata, e sono importanti ancora nelle scuole».
«Omicron 4 segnalata già a marzo in altri Paesi, ma non è riuscita a diventare predominante su Omicron 2. Queste sottovarianti non sono più gravi da un punto di vista clinico»
L’attualità segnala anche l’individuazione di Omicron 4 in Lombardia: «Questa sottovariante era stata segnalata già a marzo in altri Paesi – spiega La Vecchia -, ma non è riuscita a diventare predominante su Omicron 2. La cosa importante, tra l’altro, è che queste sottovarianti non sono più gravi da un punto di vista clinico».
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