Covid e malattia di Kawasaki
Nicolò, 6 anni, intubato e salvato

La mamma: febbre, eritemi, scoperta degli anticorpi coronavirus e la miocardite. Trasferito da Milano a Bergamo.

La mamma Valentina, 35 anni, infermiera al Niguarda, l’ha riportato a casa giovedì 14 maggio, a Sesto San Giovanni, insieme a papà Sandro Zuccotti, 37 anni, elettricista addetto alla manutenzione ospedaliera all’Istituto tumori di Milano: Nicolò, 6 anni, ha potuto riabbracciare il fratellino gemello Massimo, dopo giorni di grande paura in ospedale, in Terapia intensiva, al Papa Giovanni di Bergamo, dove era stato trasferito, intubato, dalla clinica pediatrica «De Marchi» di Milano. Dovrà ancora seguire le terapie e sottoporsi a controlli cardiologici, ma il peggio è passato.

Nicolò ha avuto la malattia di Kawasaki, una sindrome infiammatoria grave. Sul legame tra questa malattia e il Covid- 19 è stato pubblicato uno studio sulla prestigiosa rivista The Lancet, studio condotto dalla Pediatria dell’ospedale Papa Giovanni : lo studio analizza 10 casi di bambini con sintomi simili alla malattia di Kawasaki arrivati al Papa Giovanni XXIII tra l’1 marzo e il 20 aprile 2020. Nei 5 anni precedenti questa malattia era stata diagnosticata a soli 19 bambini. Un aumento dei casi pari a 30 volte. Otto dei 10 bambini sono risultati positivi al Covid. Lorenzo D’Antiga, direttore della Pediatria, spiega: «Ormai molti centri iniziano a riportare casi di bambini con segni di malattia di Kawasaki in altre aree colpite dal Covid, tra cui New York e l’Inghilterra. Il nostro studio fornisce la prima chiara evidenza di un legame tra l’infezione da Covid e questa condizione infiammatoria e speriamo che possa aiutare i medici di tutto il mondo a riconoscere e trattare prontamente questi pazienti».

Nicolò, spiega mamma Valentina, ha cominciato a stare male alla fine di aprile. «Un mese prima sia io che mio marito siamo stati colpiti dal Covid. Ci siamo curati a casa, io poi, con due tamponi negativi, sono rientrata al lavoro. E poco dopo Nicolò ha cominciato a stare male: aveva un gran mal di pancia, e poi la febbre che non passava. Sentivo che Nicolò aveva qualcosa di strano. L’ho portato in ospedale a Sesto San Giovanni, gli hanno fatto il tampone: era negativo al Covid». Ma Nicolò non migliorava. Si è pensato a un’appendicite. «Abbiamo quindi portato Nicolò a Milano, alla De Marchi, il febbrone continuava, mentre mani ,piedi e orecchie si erano riempiti di eritemi, la bocca gonfia – continua Valentina – . E respirava a fatica. L’appendicite non c’entrava affatto. Hanno chiamato la reumatologa, che ha sospettato la malattia di Kawasaki, e gli è stato fatto il test sierologico per il Covid: Nicolò aveva gli anticorpi, era entrato in contatto con il virus, e questo poteva avergli causato quella sindrome infiammatoria. Quando gli hanno fatto la Tac ero terrorizzata: aveva liquido nei polmoni, infiammati da una vasculite, che gli aveva causato una miocardite e uno scompenso cardiaco. Ho temuto di perderlo, mentre lui mi ripeteva “Mamma, fammi guarire”. Una notte terribile».

Era la fine di aprile, le condizioni di Nicolò erano critiche: «E al mattino ho saputo che era stato trasferito, d’urgenza, intubato, all’ospedale di Bergamo: lì, mi è stato spiegato, viste le complicazioni cardiologiche, sarebbe stato in ottime mani. Per fortuna, le terapie con le immunoglobuline per combattere la Kawasaki, erano già state avviate». Nicolò, dopo la terapia intensiva è rimasto 15 giorni in Pediatria. «So che lentamente il mio piccolo tornerà alla normalità, siamo più sereni – sottolinea mamma Valentina –. A Bergamo ho trovato medici competenti e che stavano studiando questo legame tra Covid e Kawasaki. Sarebbe auspicabile, in questa pandemia, che ogni informazione scientifica venisse condivisa. Perché ad altre mamme, ad altri bimbi, non succeda quello che è accaduto a noi».

Lucio Verdoni, primo autore dello studio pubblicato su Lancet aggiunge: « Sebbene questa complicazione rimanga molto rara, questo riscontro dovrebbe essere preso in considerazione quando si considera l’allentamento delle misure di allontanamento sociale, come la riapertura delle scuole».

© RIPRODUZIONE RISERVATA