Covid, la curva è tornata a salire: numeri in crescita nella metà dei Comuni - I dati Ats

Nella Bergamasca. Nel «saliscendi» veloce che sta caratterizzano i nuovi casi a variante Omicron, dopo quattro settimane consecutive di discesa ora i numeri sono in aumento in tutti gli ambiti territoriali. Solo in 83 paesi restano in calo.

Più volte, specie da quando Omicron ha cambiato la storia della pandemia, la traiettoria del virus è stata definita un «saliscendi». Ed ecco allora che questo saliscendi torna a indicare una tendenza di rialzo: dopo quattro settimane consecutive di discesa, infatti, ora i contagi salgono. È quanto emerge dal nuovo «cruscotto» di monitoraggio dell’Ats di Bergamo, relativo alla settimana tra il 9 e il 15 novembre: l’incidenza del virus in Bergamasca è rimbalzata a 250 nuovi casi settimanali ogni 100mila abitanti, con un incremento del 18,3% rispetto al valore di 212 nuovi casi settimanali che si osservava nella settimana precedente. Passando ai valori assoluti, gli ultimi sette giorni hanno consegnato 2.819 nuovi positivi, 436 in più dei 2.283 della settimana precedente; ora la media quotidiana dei nuovi casi è passata a 403, contro i 340 della settimana precedente.

I segnali si erano già colti recentemente, quando la riduzione dei casi aveva iniziato a rallentare il proprio passo, e ora appunto la curva s’è invertita. Come rileva il Servizio epidemiologico aziendale dell’Ats di Bergamo, nel commento curato da Alberto Zucchi (direttore del Servizio), Elvira Beato, Roberta Ciampichini e Giacomo Crotti, l’indice di replicazione diagnostica del virus (l’Rdt) «torna a livello unitario dopo aver fatto registrare un incremento la scorsa settimana.

Ci si aspetta una fluttuazione attorno al valore unitario nei prossimi giorni»: il valore esatto è adesso a quota 1,04, e sopra l’1 la pandemia è considerata in espansione. Ma qual è l’identikit dei nuovi positivi? Si abbassa leggermente l’età media, ora scesa a 50 anni (era a 52 la scorsa settimana), ma in quest’ondata sono comunque sempre gli adulti i soggetti in cui si riscontra il maggior numero dei positivi.

«Nella settimana osservata la distribuzione percentuale tra le classi di età dei nuovi casi incidenti conferma quella delle settimane precedenti. Le classi di età più rappresentate, in termini di numeri assoluti sul totale dei casi incidenti degli ultimi 7 giorni e di tasso di incidenza su 100mila residenti delle singole fasce d’età, sono sempre quelle centrali, dai 40-69 anni», scrivono gli epidemiologi dell’Ats.

La geografia del virus

L’incremento della circolazione virale è comune pressoché all’intero territorio provinciale: il valore dell’incidenza è infatti in risalita in 11 dei 14 Ambiti territoriali in cui è suddivisa la provincia di Bergamo; le uniche aree in controtendenza, cioè con una riduzione del numero dei positivi, sono la valle Brembana, la val Seriana-val di Scalve e la val Cavallina.

Le zone con la più alta circolazione virale risultano l’Ambito di Treviglio (incidenza di 292 nuovi casi settimanali ogni 100mila abitanti, contro una media provinciale di 250) e quello del Monte Bronzone-Basso Sebino (incidenza a quota 293).

Restano pressoché invariati i Comuni Covid-free, cioè le località che negli ultimi sette giorni non hanno censito nuovi positivi: sono 31, in linea con i 30 della settimana precedente. Scendendo al livello comunale, è Brumano il Comune bergamasco con l’incidenza virale più alta (16 nuovi casi ogni 1.000 abitanti), ma influisce il numero esiguo di residenti; se si guarda ai valori assoluti, senza pesarli rispetto alla popolazione, la città di Bergamo ha contato 366 nuovi positivi, Treviglio 77, Seriate 68, Caravaggio 65, Dalmine 53, Romano 49, Treviolo 44.

Gli incrementi maggiori hanno interessato Bergamo (in città, 93 positivi in più della settimana precedente), Caravaggio (+28), Martinengo (+21), Sorisole (+19), Ponte San Pietro (+19). Dei 243 Comuni bergamaschi, 121 – praticamente la metà – hanno evidenziato un incremento dei contagi, 39 località presentano una situazione invariata, 83 paesi sono ancora in discesa.

La stagione autunno-invernale si conferma dunque come da previsioni soggetta a sbalzi della curva epidemica. Niente allarmismi, comunque: nelle conclusioni del monitoraggio, l’Ats parla di un «moderato incremento» dei casi, senza particolari riflessi sulla pressione ospedaliera.

Approfondisci l'argomento sulla copia digitale de L'Eco di Bergamo

© RIPRODUZIONE RISERVATA