Covid, cresce l’«ondata estiva», in 2 settimane 357 contagi in più

I DATI. In tutta Italia in 7 giorni nuovi casi a +26 per cento, in Lombardia +20%. Marinoni (Ordine dei medici): è importante fare i tamponi, fragili da tutelare.

L’ondata estiva di Covid non si ferma, anzi cresce: secondo il più recente monitoraggio dell’Istituto superiore di Sanità e del ministero della Salute, diffuso il 31 luglio, i contagi in tutta Italia sono aumentati del 26% in sette giorni. In Lombardia la crescita è un pochino più bassa rispetto alla media nazionale, si è a un incremento del 20% nella settimana dal 25 luglio al 31 luglio rispetto a quella precedente, dal 18 al 24 luglio, con i nuovi casi arrivati a quota 2.957. Bergamo e provincia, stando anche al monitoraggio dalla Regione Lombardia, nelle ultime due settimane di luglio, cioè dal 18 al 31 luglio, ha totalizzato 357 nuovi casi di contagio in più. La situazione, rassicura il report del monitoraggio dell’Istituto superiore di Sanità e del ministero della Salute, non è di grande preoccupazione, anche se crescono i ricoveri in area medica (il 20% in più) , in tutta Italia: la variante Kp.3.1.1, che è responsabile di questa ondata estiva, non è particolarmente aggressiva e i sintomi che causa sarebbero simili a una malattia da raffreddamento o poco di più

In Lombardia la crescita è più bassa rispetto alla media nazionale, con un incremento del 20% nella settimana dal 25 luglio al 31 luglio rispetto a quella precedente, dal 18 al 24 luglio, con i nuovi casi arrivati a quota 2.957.

KP.3.1.1 mostra una maggiore capacità di trasmissione, ma dal punto di vista dei sintomi, la nuova variante non desta particolari preoccupazioni: sono generalmente lievi e simili a quelli di un raffreddore o di una lieve influenza. Ma l’allerta, spiegano gli esperti, non va abbassata soprattutto per quanto riguarda le persone fragili o con gravi patologie e gli anziani: secondo gli esperti la diffusione del virus sarebbe almeno cinque volte superiore a quello che emerge dai casi «ufficiali» segnalati. E questo rappresenta un segnale d’allarme per anziani e fragili. Non è un caso, infatti, che la Fimmg, Federazione italiana medici di medicina generale, abbia lanciato un appello a livello nazionale perché si facciano più tamponi, proprio per monitorare le dimensioni dell’ondata. «È innegabile che gli ambulatori di medici di medicina generale in questo periodo stiano registrando molti casi di persone con patologie respiratorie: cominciare a fare i tamponi in modo capillare, sarebbe ben più che utile per motivi di sanità pubblica e per una maggiore tutela delle persone più fragili e con delicate condizioni fisiche – rimarca Guido Marinoni, presidente dell’Ordine dei medici di Bergamo e provincia e anch’egli medico di medicina generale – . Perché se è vero che la popolazione ha una buona copertura vaccinale e comunque una protezione immunitaria venuta dalle precedenti infezioni, se è altrettanto vero che il virus si è come dire “indebolito”, è altrettanto incontestabile che il Covid continua a rappresentare un grosso problema per le persone fragili e gli anziani. L’appello a verificare, in caso di sintomi sospetti, sottoponendosi a un tampone è d’obbligo: in caso di positività, peraltro, sarebbe opportuno che ci si isolasse, e in ogni caso che i più fragili usassero la mascherina in luoghi affollati e chiusi. Un ricorso ai tamponi più capillare, inoltre, consentirebbe di valutare al meglio l’andamento globale dell’infezione da Sars-Cov2. Ricordiamo che se anche non c’è pressione negli ospedali, che comunque sta crescendo, il virus nel territorio circola».

KP.3.1.1 mostra una maggiore capacità di trasmissione, ma dal punto di vista dei sintomi, la nuova variante non desta particolari preoccupazioni: sono generalmente lievi e simili a quelli di un raffreddore o di una lieve influenza.

E tornando ai dati dell’Istituto superiore di Sanità dell’ultimo monitoraggio settimanale, risulta che in tutta Italia l’impatto sul sistema sanitario resta trascurabile: l’occupazione dei posti letto in area medica è pari al 3 per cento mentre quella dei posti letto in Terapia intensiva è pari allo 0,6 per cento; nel dettaglio, i ricoveri in area medica in tutta italia hanno raggiunto nell’ultima settimana di luglio le 1.829 unità, il 20% in più rispetto alla settimana tra il 18 e il 24 luglio; e risultano in crescita anche le positività in Terapia intensiva, sempre comunque con numeri molto contenuti, che sono diventate 55, rispetto alle 38 di sette giorni prima.

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