«Costa d’Avorio, fede semplice e gioiosa». Ora tocca a Casnigo con il gemellaggio

L’INCONTRO. Si conclude il viaggio del Vescovo e inizia quello della parrocchia di don Massimo Cornelli: attività con i missionari e visite ai villaggi. «A giugno un gruppo dall’Africa verrà in Italia».

Soffia il vento sulla spiaggia di Grand Bassam, affacciata sull’Oceano Atlantico, nel giorno in cui si conclude il viaggio del Vescovo Francesco Beschi in Costa d’Avorio e inizia quello della delegazione di Casnigo, composta da dodici persone, guidata dal parroco don Massimo Cornelli.

«A giugno un gruppo a Casnigo»

C’è il tempo di scambiarsi storie, sorrisi e ricordi, uniti dallo stesso respiro africano. «Da tempo desideravo realizzare un vero e proprio gemellaggio – sottolinea don Massimo – fra la mia parrocchia e quella di Agnibilekrou, dove sono stato in missione dal 2008 al 2020. Finalmente siamo riusciti a organizzarlo e sono molto contento che avvenga in occasione del 50º anniversario della missione diocesana e del Giubileo. A giugno accoglieremo a Casnigo per una quindicina di giorni, dal 10 al 23, un gruppo dalla Costa d’Avorio. Dal 14 al 17 parteciperanno con noi al pellegrinaggio parrocchiale a Roma per il Giubileo».

Nei prossimi dieci giorni, intanto, il gruppo di Casnigo si fermerà ad Agnibilekrou, si impegnerà in alcune attività con i missionari, visiterà il centro di fisioterapia e conoscerà da vicino le altre attività dedicate ai bambini con disabilità. Ci sarà anche l’occasione di conoscere i dintorni e visitare alcuni villaggi. Fanno parte del gruppo che partecipa al viaggio anche il sindaco di Casnigo Enzo Poli e sua moglie Carmen Astori.

Ricordi preziosi

Don Massimo custodisce ricordi preziosi del periodo trascorso ad Agnibilekrou: «Nei primi anni la parrocch i a era più grande e comprendeva una decina di villaggi, dovevamo girare moltissimo. Mi sono occupato della pastorale dei bambini e dei giovani, che all’epoca era ancora tutta da costruire, e che adesso sta portando avanti don Luca Pezzotta. Abbiamo avviato “La settimana dei bambini”, sul modello dei nostri Centri ricreativi estivi, in forma più breve perché un mese intero sarebbe troppo impegnativo da sostenere. Abbiamo lavorato tanto su musical e recital con i giovani, perché fanno parte della mia formazione e mi appassionano. Mi sono preso cura delle attività di animazione, formazione e catechesi per i piccoli».

Don Massimo è tornato in Italia nell’anno del Covid ad agosto 2020: «Sono tornato nel 2022 in occasione dei settant’anni della parrocchia e ora torno a tre anni di distanza». Ha portato in Africa un po’ di Bergamo ma una volta tornato ha arricchito il suo servizio pastorale con uno stile africano: «Ho imparato a prendere le situazioni con più calma, ad allenare la pazienza e l’ascolto. Tengo ancora molto cari gli insegnamenti del mio parroco di allora, don Gianni Gambirasio, che mi ha insegnato a guardare la realtà della parrocchia in modo diverso. Mi aiuta ancora oggi ad essere più equilibrato, a calibrare gli interventi nel modo giusto».

Don Luigi Ferri: «Sono stato in missione qui dal 2012 al 2014. Mi restano nel cuore le persone, ho incontrato parrocchiani che si ricordano ancora di me dopo tanti anni»

Una giornata di sosta, di ascolto e di racconti, con il mormorio delle onde come colonna sonora. «È stato bello tornare dopo tanti anni – racconta don Luigi Ferri, vicario parrocchiale di Santa Lucia, in città –. Sono stato in missione qui dal 2012 al 2014. Mi restano nel cuore le persone, ho incontrato parrocchiani che si ricordano ancora di me dopo tanti anni».

Francesco Paravisi, detto Cecco, della parrocchia di Verdello, è stato uno dei bergamaschi che ha contribuito alla costruzione del Santuario di Notre Dame de Tanda, ed è stato in seguito missionario laico in Costa d’Avorio dal 1995 fino al 2013, quando è dovuto rientrare per problemi di salute: «La gente mi aspettava – dice sorridendo – e non voleva farmi ripartire. Mi ha fatto piacere ritrovare gli amici a Tanda e a Bondoukou. Alcuni che avevo conosciuto da ragazzini, quando facevano i chierichetti, oggi sono diventati preti».

«Una fede semplice e gioiosa»

Ognuno porterà con sé una traccia di questo viaggio da spendere nella vita quotidiana, come sottolinea Franca Parolini, vicedirettrice del Centro missionario diocesano: «Dell’incontro con le comunità della Costa d’Avorio mi resta soprattutto la testimonianza di una fede semplice e gioiosa». Il tempo di una passeggiata, una preghiera insieme, la Messa celebrata dal Vescovo nella chiesa di Notre Dame d’Afrique nel quartiere di Bietry ad Abidjan e poi via, verso l’aeroporto. Il viaggio riprende, su una strada comune, quella della missione, che supera i confini e non finisce mai.

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