Cordata di solidarietà per le future guide della Cordillera Real

Bolivia. Parte da Bergamo il progetto per realizzare a Peñas la sede della facoltà universitaria dedicata al turismo sostenibile sulle Ande. Posata la prima pietra.

La «piedra fundamental» della Casa de la Montaña è stata posata in una cerimonia che ha visto la partecipazione di istituzioni e popolazione. A Peñas, località che si trova a 4.000 mila metri di altitudine nell’altipiano boliviano tra la la città di La Paz, la Cordillera Real e il Lago Titicaca, era presente anche Paolo Valoti, a rappresentare il Cai Bergamo che in collaborazione con molte altre realtà ha promosso e sostiene il progetto.

La prima pietra della Casa della montagna

Lo scorso anno, in occasione dei festeggiamenti per il 150° di fondazione della Sezione Cai Bergamo, è stata lanciata una campagna di raccolta fondi per realizzare la Casa, in collaborazione con Diocesi di Bergamo, Centro missionario diocesano, Università degli Studi di Bergamo, Club alpino italiano, Consolato generale delle Bolivia di Milano, Sezioni e Sottosezioni dell’Unione Bergamasca Cai, associazione alpinistica Giovane montagna, associazione «La Cordillera» e Rifugio monte Alben. «Con diverse iniziative da parte della sezione e sottosezioni Cai – racconta Valoti – sono stati già raccolti 15mila euro e con altre donazioni private siamo a 50mila. La raccolta continua e la posa della prima pietra, dopo l’acquisizione dei terreni, rende sempre più concreto il progetto, nato dall’esperienza pastorale e dalla passione per la montagna del missionario Padre Topio, ovvero Antonio Zavatarelli; con lui opera il giovane missionario laico Daniele Assolari, originario di Tribulina di Scanzorosciate».

«Sono arrivato a Peñas 15 anni fa – ricorda padre Topio -; dall’inizio mi sono reso conto della bellezza di questo posto ed anche della povertà e della forte emigrazione di giovani. Abbiamo pensato che proprio le montagne, la formazione e il turismo potessero essere una fonte di lavoro seria, per dare possibilità per il futuro ai nostri giovani»

Attualmente nella missione ci sono anche due giovani di Torre Boldone, volontari per il Centro missionario diocesano: Lia Gotti, classe 2004, e Zeno Lugoboni, classe 1998. «Sono arrivato a Peñas 15 anni fa – ricorda padre Topio -; dall’inizio mi sono reso conto della bellezza di questo posto ed anche della povertà e della forte emigrazione di giovani. Abbiamo pensato che proprio le montagne, la formazione e il turismo potessero essere una fonte di lavoro seria, per dare possibilità per il futuro ai nostri giovani. Siamo riusciti ad avere proprio dall’Università Cattolica Boliviana una facoltà nuova dove vengono studiate le materie del turismo sostenibile e di avventura».

Opportunità per i giovani

L’area dell’Altopiano è, infatti, povera, ma la natura del luogo è di una bellezza incredibile. «Padre Topio ha avuto un’intuizione significativa – sottolinea Valoti – cercando di creare opportunità professionali per i giovani in modo che non siano costretti a lasciare la propria terra. Da qui l’idea di un corso universitario di turismo sostenibile, avviato nel 2017 nella Parroquia Virgen de la Natividad. Si tratta di una proposta di formazione umana integrale e professionale per i giovani, per poi dare anche la possibilità di intraprendere il percorso di Guide di Alta Montagna e Trekking».

Il giorno della posa è stato per tutta la comunità una grande festa: «C’erano centinaia di persone – continua Valoti –, più di quelle attese. Sulla pietra sono stati portati cinque vasi di terracotta, poi spaccati, nei quali c’erano semi, petali di fiori, frutta, miele, cibi come offerta alla Pacha Mama, la Madre Terra. È seguita la benedizione religiosa da parte di padre Topio e dal diacono Stefano, e poi danze e canti». «La posa della Piedra Fundamental – commenta padre Topio – ci ha dimostrato che i giovani animati da un ideale possono muovere le montagne. Attraverso la natura, il lavoro e la carità, l’amicizia e la solidarietà si può aiutare la gente; in questa casa, che è la parrocchia, si parla di Dio, e si parla di Dio senza nominarlo tanto».

Il cantiere è aperto

Ora che il cantiere è aperto, ancora più importante e significativo diventa l’impegno per costruire insieme la «Casa de la montaña», continuando a donare tempo, risorse e materiali e permettere che i giovani di Peñas possano realizzare il proprio sogno di diventare guide di montagna e aiutare gli ultimi. La Casa, che sarà un centro polivalente, prevede aule didattiche, aula magna, una palestra per arrampicata. «Stiamo raccogliendo – dice Valoti – attrezzature per il cantiere da inviare con un container entro la fine di dicembre 2024; c’è bisogno di attrezzature e strumenti per edilizia, materiale elettrico, idro-sanitario e materiale per una cucina oltre che attrezzature da palestra per l’arrampicata». Per ogni informazione rivolgersi al coordinatore del progetto, Paolo Valoti (3494079694).

© RIPRODUZIONE RISERVATA