Cronaca / Bergamo Città
Sabato 30 Luglio 2022
Consumo di suolo, nella Bergamasca altri 143 ettari di cemento nel 2021: il report
Rapporto Ispra La nostra provincia è 4 a in Italia per consumo di suolo: l’11,9% del territorio. Negli ultimi 15 anni sparite aree verdi per l’equivalente di 2.666 campi da calcio.
L’ultimo tassello, in questo mosaico color grigio cemento, è grande 143 ettari. Qualcosa come 200 campi da calcio: è l’equivalente del suolo consumato nel 2021 in provincia di Bergamo, in risalita rispetto ai 120 ettari erosi nel 2020. L’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, branca del ministero dell’Ambiente, ha presentato a inizio settimana il nuovo rapporto annuale sul tema, e in quella mole di dati c’è una prospettiva importante della sfida ambientale, cioè il verde – il terreno «vergine» – che arretra.
Il record spetta a Brescia, che in 12 mesi ha «divorato» 307 ettari, poi Verona (184 ettari) e Torino (171) rifiniscono il podio appena prima di Bergamo.
La Bergamasca nel 2021 è stata la quarta provincia d’Italia col maggior consumo di suolo: il record spetta a Brescia, che in 12 mesi ha «divorato» 307 ettari, poi Verona (184 ettari) e Torino (171) rifiniscono il podio appena prima di Bergamo. Così, in terra orobica sono ora complessivamente 32.806 gli ettari edificati: l’11,9% del territorio è cementato, un dato leggermente al di sotto della media regionale (in Lombardia risulta consumato il 12,4% del suolo) ma sopra la media nazionale (che si ferma al 7,21%).
L’accelerazione del 2021
Il 2021 ha segnato un’accelerazione nell’intero Paese: si è registrato il più massiccio consumo di suolo dell’ultimo decennio. Servirebbe però una filosofia diversa, avverte l’Istituto: «La tutela del patrimonio ambientale, del paesaggio e il riconoscimento del valore del suolo e del capitale naturale sono compiti e temi a cui richiama l’Europa, rafforzati dal Green Deal e dalla recente Strategia europea per il suolo per il 2030, e ancor più fondamentali per noi alla luce delle particolari condizioni di fragilità ambientali e di criticità climatiche del nostro», si legge nel report. I dati consentono una fotografia profonda. Nel 2021 il Comune bergamasco che ha consumato più suolo è stato Cividate al Piano, con 20,14 ettari cementati: è il riflesso del nuovo polo di Amazon, inaugurato a settembre dello scorso anno. Seguono poi Orio al Serio (6,76 ettari), Palosco (5,85), Pontirolo (5,48), Grassobbio (5,47), Covo (4,86), la città (4,76), Ghisalba (3,86), Medolago (3,59) e Zanica (3,39) a completare le prime dieci posizioni per consumo annuo.
Sono 91 i paesi orobici che non hanno registrato variazioni negli ultimi dodici mesi, mentre Lallio (-0,48 ettari) e Mornico al Serio (-1,64 ettari) risultano anzi aver «riportato» a verde delle piccole porzioni di territorio.
Sono invece 91 i paesi orobici che non hanno registrato variazioni negli ultimi dodici mesi, mentre Lallio (-0,48 ettari) e Mornico al Serio (-1,64 ettari) risultano anzi aver «riportato» a verde delle piccole porzioni di territorio. Passando invece alla dimensione «storica», cioè alla quota di territorio effettivamente consumato anno dopo anno, il primato spetta sempre a Lallio: la località dell’hinterland presenta un consumo di suolo pari al 67,7%, è il 12° comune d’Italia più cementificato in proporzione alla superficie totale e il 3° in Lombardia (dopo Lissone, al 71,3%, e Sesto San Giovanni, al 68,8%). Orio al Serio è invece «consumato» per il 65%, segue Almè col 56,6%; complessivamente, sono 11 le località bergamasche dove si è costruito su oltre il 50% della superficie. La logica è abbastanza scontata: l’hinterland è la zona della Bergamasca in cui si addensa più cemento, le valli invece respirano. La classifica dei capoluoghi pone infine Bergamo (dove è consumato il 44,6% del territorio cittadino) al settimo posto in Italia e al terzo in Lombardia (dopo Milano e Monza).
L’ultimo quindicennio
La gran parte di questo cemento poggia – letteralmente – le proprie fondamenta su scelte di decenni fa. C’è però anche un impatto più recente, immortalato da nuovi dati dell’Ispra: negli ultimi 15 anni, dal 2006 al 2021, in Bergamasca sono stati consumati 1.904 ettari di suolo, l’equivalente di 2.666 campi da calcio. La nuova geografia dell’urbanizzazione mette al centro la Bassa, oggi terra di logistiche: in valore assoluto, dal 2006 al 2021 il primato del consumo di suolo è appannaggio di Caravaggio (98 ettari), Calcio (69) e Treviglio (68); se legge invece l’incremento percentuale, svettano Fara Olivana con Sola (+61%), Casirate (+54%) e Covo (+33%).
Il caso Amazon
La sfida è atavica, quasi irrisolvibile: come si tengono in equilibrio la conservazione del «verde» e lo sviluppo economico? È il dilemma che da tempo scava il dibattito specie nella Bassa. Cividate è il Comune bergamasco dove si è consumato più territorio lo scorso anno, 20 ettari, principalmente per l’insediamento Amazon.
Cividate è il Comune bergamasco dove si è consumato più territorio lo scorso anno, 20 ettari, principalmente per l’insediamento Amazon.
«Quell’area era convenzionata dal 2010 – ricorda il sindaco Giovanni Battista Forlani –, ed era prevista inizialmente la costruzione di un cementificio con 50 dipendenti. Il polo di Amazon ha cambiato lo scenario, oggi lì lavorano duemila persone di cui 860 a tempo indeterminato. Abbiamo cercato di trovare una soluzione migliore rispetto alla destinazione iniziale, e abbiamo ottenuto alcune compensazioni positive. Verrà piantato un numero consistente di alberi, in più abbiamo chiesto 250mila euro per mettere delle centraline di monitoraggio della qualità dell’aria». Tra i punti in discussione, il potenziamento della vicina stazione ferroviaria: «È a 300 metri da Amazon, molti lavoratori possono usare il treno – rileva Forlani –: l’obiettivo è cercare di potenziare le fermate». Su eventuali altri insediamenti, le scelte paiono diverse: «Abbiamo ancora un’area simile (150mila mq, ndr), ma stiamo dicendo no ad altra logistica» conclude il sindaco.
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