Colf a processo per omicidio, i parenti: nessun sospetto, poi la scoperta degli ammanchi

BERGAMO. Giallo di Colognola, prima udienza in Corte d’Assise per la 26enne ucraina accusata di aver fatto precipitare Rosanna Aber, 77 anni, dal balcone di casa per nascondere i prelievi di 2mila euro che aveva fatto con il bancomat dell’anziana.

«Non avevamo sospetti sulla colf, ma non abbiamo pensato nemmeno per un minuto che mia sorella potesse essersi suicidata. Eravamo convinti che fosse caduta pulendo i vetri. Abbiamo saputo dell’ammanco dei soldi il giorno dopo dall’impiegata dell’agenzia viaggi e siamo andati a prendere il quaderno in cui Rosanna annotava tutte le spese. Lì abbiamo visto quei tre prelievi che avevano un punto di domanda accanto». Lucrezia Aber ricorda quei drammatici giorni dopo la morte della sorella, a margine dell’udienza in Corte d’Assise in cui K. M., colf ucraina di 26 anni, è imputata per omicidio volontario aggravato.

Secondo la Procura sarebbe stata la ragazza, il 22 aprile 2022, a far precipitare Rosanna Aber, 77 anni, la pensionata che assisteva da due mesi nei lavori domestici, dalla finestra della camera da letto al quarto piano della palazzina di via Einstein a Colognola in cui abitava l’anziana.

Il gesto, sempre stando alle contestazioni, sarebbe avvenuto al culmine di una lite scoppiata dopo che la pensionata aveva minacciato di denunciare la colf, raccontandole di aver scoperto prelievi abusivi al bancomat per 2.000 euro. Accuse che la 25enne ha sempre respinto.

L’udienza

In udienza (presidente Patrizia Ingrascì, a latere Donatella Nava) è stata rigettata la richiesta dell’avvocato difensore Andrea Pezzotta, con il collega Enrico Pelillo, di accedere al rito abbreviato. Si sono costituiti parte civile, con l’avvocato Alessandro Zonca, i quattro figli e la sorella di Rosanna Aber. La 26enne è ai domiciliari dal gennaio scorso a Scanzorosciate dove vive col marito e la figlia di 5 anni.

Sono stati ammessi 16 testimoni, nella prossima udienza dell’11 giugno saranno sentiti gli ufficiali di polizia giudiziaria e il medico di base della vittima.

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