Clima, la Bergamasca si sta scaldando
In mezzo secolo fino a 3 gradi in più

L’aumento della temperatura in provincia è superiore alla media italiana: siamo al 19° posto. Record a Dossena e Sedrina con 3,7 gradi. Il meteorologo: sono sempre più frequenti le ondate di calore

non risparmia l’Italia e nemmeno Bergamo. Negli ultimi cinquant’anni, nella provincia bergamasca si è registrato un incremento medio delle temperature di 2,55° C, contro una media italiana di +2,15° C. Un traguardo tutt’altro che positivo per il capoluogo orobico che, nella classifica delle province italiane per riscaldamento climatico, è infatti 19a su 108 territori analizzati. Prima di lei, tra le lombarde, ci sono Sondrio (+3,02° C), Milano (+2,82° C), Monza (+2,74° C), Varese (+2,66° C) e Brescia (+2,58° C). Capofila a livello italiano sono invece tre province del Sud Italia: Brindisi (+3,11° C), Roma (+3,1° C) e Latina (+3,04° C).

Questo è il quadro che emerge da uno studio pubblicato dall’European Data Journalism Network, sulla base di valori stimati dal servizio europeo Copernicus. Lo studio ha preso in considerazione oltre centomila comuni a livello europeo (per la precisione 102.445) in 35 Paesi e ha messo a confronto le temperature medie degli anni Sessanta (dal 1961 al 1970) con quelle dell’ultimo decennio (dal 2009 al 2018). La fotografia che ne deriva è quella di un intero continente con temperature in costante crescita: l’Europa si riscalda, senza eccezioni e senza distinzioni di latitudine.

Variazioni di temperatura

Come si legge nello studio, infatti, «due terzi delle province hanno vissuto aumenti di temperatura compresi tra 1,5° C e 2,5° C». E la provincia di Bergamo, quindi, con il suo già citato di +2,55° C si scalda, ma un po’ di più anche rispetto alle province europee.

Di conseguenza, se il valore a livello provinciale è leggermente maggiore rispetto alla media europea, anche i singoli comuni della bergamasca registrano variazioni di temperatura leggermente più alte rispetto a quelli dei paesini del vecchio continente. In Europa, il 60% dei comuni ha registrato un aumento medio della temperatura compreso fra 1 e 2 gradi. In bergamasca, invece, su un totale di 243 comuni, sono ben 35 quelli che registrano un incremento superiore ai 3°C, in uno scenario più generale che va dal +1,6° C di Vedeseta (uno dei pochi valori in media europea) al +3,7° C di Dossena e Serina.

Nella classifica provinciale, la Valle Brembana occupa le prime cinque posizioni con, oltre a Dossena e Serina, Lenna, Moiò de Calvi e Piazza Brembana, tutte sul +3,5° C. Ma non per questo si possono evidenziare differenze dovute alla latitudine. Collina, pianura, lago: nessun territorio rimane escluso. Per i laghi troviamo infatti Adrara San Rocco (+3,36° C), Lovere, Pianico e Sovere a +3,14°C. Mentre in pianura sono la zona dell’Adda e della bassa pianura al confine con Brescia a registrare gli aumenti più importanti: Fara d’Adda (+3,26° C), Brignano (+3,08° C), Treviglio (+3,08° C), Bariano (+3,07° C), Morengo (+3,07°C)e Romano di Lombardia (+3,03° C).

Sono solo 5, invece, i comuni della bergamasca che registrano un incremento delle temperature sotto i 2 °C: oltre a Vedeseta, ci sono Taleggio (+1,6° C), Piazzolo (+1,74° C), Piazzatorre (+1,74° C) e Oltre il Colle (+1,76° C).

Ondate di caldo africano

Ma quali sono le motivazioni di questo fenomeno globale che colpisce in maniera pressoché uniforme un intero continente?

«In un contesto di riscaldamento globale generalizzato, la causa principale sono le ondate di caldo più frequenti - spiega Edoardo Ferrara, meteorologo di 3bmeteo.com -. Negli ultimi decenni abbiamo assistito a frequenti ondate di caldo africano che si manifestano con l’arrivo di aria molto calda anche a quote medio alte. L’anticiclone africano infatti arriva dal nord Africa e porta con sé l’aria calda del deserto su tutto il Nord Italia. Quest’aria spesso viene umidificata dal Mediterraneo e ne deriva un caldo afoso e opprimente, diverso da quello portato dall’anticiclone delle Azzorre, per sua natura oceanica più mitigato».

Umidità e asfalto

Ne derivano temperature più alte a tutte le latitudini. «Gli effetti di queste ondate si percepiscono non solo in pianura, ma anche in montagna – continua Ferrara -. Se magari nella pianura bergamasca dai 27° di un’estate dal caldo normale si arriva a registrare i 32° di temperatura, a causa dell’umidità, in montagna la variazione dovuta alle ondate di calore si avverte ancora di più perché c’è un minor tasso di umidità, e la differenza con un’estate dal caldo normale diventa più marcata».

Ma non solo: la mancanza di spazi verdi è anch’essa tra le responsabili del riscaldamento climatico. «Nelle aree urbanizzate della pianura, cemento e asfalto, presenti in quantità ingente, rilasciano calore e causano temperature più alte», conclude Ferrara.

Su L’Eco in edicola la tabella con l’aumento delle temperatura medio in ciascun comune della bergamasca.

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