Città Alta, si recupera la terrazza del Museo delle Storie: collegherà il parking

IL CANTIERE. L’affaccio del convento di San Francesco sarà aperto al pubblico per fine 2025 o inizio 2026. Dal Comune 900mila euro. Frigeni: valore incredibile.

La terrazza panoramica del convento di San Francesco sarà riaperta al pubblico, grazie ad un restauro promosso dal Comune. Sarà il Museo delle Storie, che nell’ex sito monastico ha la sede principale, a valorizzare ciò che resta dell’antico «chiostrello» da anni inaccessibile per ragioni di sicurezza: la terrazza diventerà un secondo accesso al convento che ospita anche il Museo della fotografia «Sestini», punto di osservazione inedito sulla città, con Porta San Lorenzo, Valverde e, sullo sfondo, l’incrocio tra le Valli Seriana e Brembana. La terrazza, e il museo stesso, si potranno raggiungere percorrendo il camminamento pedonale inaugurato con il Parking Fara (ieri ancora chiuso per motivi non ancora chiariti dal Comune), ma anche dai fruitori del silo stesso, percorso alternativo al tunnel che sbuca su via Solata.

Un anno di lavori

L’auspicio dell’assessore ai Lavori pubblici Ferruccio Rota è «di avviare a fine primavera i lavori che dureranno un anno circa. Stiamo aspettando una risposta dalla Sovrintendenza, confidiamo entro 30-50 giorni di approvare il progetto esecutivo. Questo intervento consentirà di restituire un contenitore storico molto importante». Si dovrà quindi attendere la fine del 2025 o l’inizio del 2026. Il progetto vale 900mila euro, cifra cresciuta rispetto ad una prima stima di 550mila euro da parte della precedente amministrazione. La terrazza consentirà di allargare il pubblico dei visitatori dell’antico convento che dietro al portone di piazza Mercato del Fieno cela, tra le altre cose, cicli di affreschi realizzati tra il Trecento e il Seicento. Il sito presenta una fitta stratificazione storica, da qui i necessari approfondimenti avviati con la Sovrintendenza.

I problemi di staticità

«Per il consolidamento statico – spiegano i tecnici di Palafrizzoni – non si potranno usare materiali “convenzionali”, inoltre i contrafforti che sostengono la terrazza, su cui si andrà a lavorare, si trovano in una posizione impervia». Problemi di staticità della struttura sono stati una costante nel tempo, «almeno dal ‘500 – continuano i tecnici –, l’ex monastero poggia sul flysch, il terreno tipico di Bergamo. Nei primi del Novecento una parte della struttura venne demolita proprio a causa di alcuni cedimenti dei contrafforti, per questo si è poi creata la terrazza». L’intervento prevede un consolidamento, il rifacimento della pavimentazione e del parapetto e l’apertura del nuovo «varco» (oggi è presente un’inferriata). Per il Museo delle Storie è una nuova occasione: «È un’area a cui avevamo rinunciato per questioni di sicurezza – spiega la direttrice Roberta Frigeni –. Il suo recupero ha un valore paesaggistico incredibile, oltre che storico, la sua riapertura significherà moltissimo. Contiamo di connettere il museo al belvedere del nuovo Parking Fara. Il pubblico finalmente avrà ben visibile la forma dell’abside e delle cappelle laterali della chiesa, la terrazza farà rivivere di vita nuova il convento tutto».

L’antico chiostro panoramico

La sua lunga storia (è stato anche carcere e scuola) è raccontata nella mostra permanente «Medioevo ritrovato, fotografie del Convento di San Francesco 1937-1938», inaugurata ad aprile nel Museo. Una felice coincidenza con gli scavi già realizzati sulla terrazza, propedeutici al restauro. «Insieme a Comune e Sovrintendenza abbiamo fatto un bellissimo lavoro, la campagna (di scavi) è iniziata proprio a maggio – sottolinea Frigeni –. Dai saggi effettuati, è arrivata la conferma che dove oggi c’è la terrazza, c’era un chiostrello panoramico che dava accesso agli orti e ai vigneti dei frati, verso via San Lorenzo. Quel terzo chiostro è andato perduto, ma la mostra allestita è uno strumento molto utile di lettura della storia: la terrazza che vediamo oggi è un’invenzione Novecentesca dell’architetto Cesare Selvelli che, tra il 1937 e 1939, coordinò il restauro, demolendo la cinta carceraria e riaprendo i chiostri». Fu allora che le arcate del chiostro del Pozzo vennero arretrate, per ricavare una terrazza per la ricreazione scolastica che a distanza di oltre 80 anni sarà ancora oggetto di restauro.

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