Città Alta, Porta Dipinta: terrazza e area archeologica pronte in primavera

L’INTERVENTO . Valesini: «Vista inedita su città bassa». Previste anche 28 autorimesse e un’enoteca-ristorante. La progettista: «Effetti di luce per la cisterna romana».

Lo scheletro del nuovo parcheggio di via Porta Dipinta è ancora scoperto e serve un po’ di immaginazione. Ma la prossima primavera davanti a Palazzo Moroni si aprirà una nuova finestra inedita su città bassa, uno slargo verde dove sedersi e guardare il panorama. E sotto ai piedi un’area archeologica che custodisce una cisterna di epoca romana con accanto, nelle vecchie cantine del fu Palazzo Marenzi (fatto abbattere dai conti Moroni perché occludeva la vista su città bassa) un’enoteca-ristorante. Il tutto sarà inaugurato la prossima primavera, quando saranno messi a disposizione dei privati anche 28 autorimesse, per 40 posti auto.

Parceggio interrato: accordo tra privato e Comune

L’accordo tra il privato che ha promosso l’intervento (la società Seventeen srl) e il Comune di Bergamo per il parcheggio interrato destinato a chi vive o lavora in Città Alta, prevede la cessione dello spalto che si apre lungo via Porta Dipinta, così come l’area archeologica scoperta durante le operazioni di scavo, lavoro certosino avviato nel 2021, costantemente monitorato dalla Sovrintendenza. Il reperto più significativo è la cisterna in cocciopesto, alla quale si potrà accedere con due scale, posizionate lateralmente rispetto allo spalto, che conducono ad una terrazza verde. «Qui ci sarà un ballatoio per vedere l’area da vicino, sarà valorizzata da effetti di luce, arricchirà il percorso archeologico della città» spiega Francesca Balbo dello studio Balbo Architecture&urban planning che, dopo anni di stallo, ha preso le redini del progetto.

La lunga storia del progetto di Porta Dipinta

L’operazione su via Porta Dipinta è partita nel 2005. Le difficoltà di progettazione si sono subito palesate di fronte al contesto delicato, stretto tra Palazzo Prezzati Benaglio, la chiesa di Sant’Andrea e i contrafforti realizzati nell’Ottocento in seguito ad una frana. Rispetto alle 120 autorimesse del progetto originale, si è arrivati a realizzarne 28 (l’ultima versione ne prevedeva 51) per 40 auto, con accesso dalla via. La Sovrintendenza non ha permesso di «bucare» il contrafforte lungo le Mura, dove era previsto l’accesso. Un’impasse superata dal progetto che lo ha spostato a monte, soluzione che ha però richiesto la cessione di un’area comunale (da qui lo scambio con lo spalto e l’area archeologica) dove è stata realizzata la piattaforma che «cala» le auto nei 4 piani di struttura, «costruita in top-down – entra nel merito Balbo – tecnica utilizzata per la prima volta in città, che realizza i piani interrati dall’alto verso il basso, progressivamente allo scavo. I solai interrati servono da sistema di tenuta delle pareti perimetrali e i diaframmi contengono il terreno circostante impedendo cedimenti. Per monitorare le vibrazioni abbiamo messo delle sonde sugli edifici vicini. È stato un lavoro complesso».

Un’operazione da 6,5 milioni di euro

La fase più delicata, per un’operazione che in tutto vale 6,5 milioni di euro, è ormai superata. Le autorimesse sono in vendita (14, perché altrettante sono state vendute), a un prezzo per pochi: 150mila euro (compreso un mezzo elettrico per raggiungere la propria meta, previsti benefici fiscali, 48mila euro, per chi acquista entro dicembre). «Siamo pronti a rogitare entro fine anno – spiega Matteo Maffeis, titolare di Seventeen srl -. Siamo ormai all’ultimo

Nell’ex Palazzo Marenzi aprirà un’enoteca-ristorante

chilometro e ne sono felice. Lo sforzo economico è stato grande, ma sarà una soddisfazione vedere tutto ultimato». In campo l’impresa Smv costruzioni di Telgate: «È stata un’opera complicata – afferma il titolare Cristoforo Giorgi -, ma siamo orgogliosi di averla realizzata». Ora manca la parte «verde», interventi sull’area archeologica e il restauro delle cantine dell’ex Palazzo Marenzi che, nella loro lunga storia, hanno ospitato pure un panettiere. «Qui aprirà un’enoteca-ristorante, circa 40 posti, c’è già un gestore» accenna la proprietà.

«La struttura è del ’400, era piena di materiale, è stata svuotata e consolidata, ogni elemento è stato catalogato dalla Sovrintendenza per ricostruire la storia del luogo». Una densa

Ci sarà un’area verde con un balcone che restituirà una vista inedita su città basa

stratificazione, restituzione importante per la città: «È un cantiere dalle vicissitudini lunghissime, che sta arrivando a compimento – commenta l’assessore al Patrimonio del Comune di Bergamo, Francesco Valesini - con ritorni pubblici positivi nello spazio archeologico e nell’area verde sovrastante che tornerà finalmente a disposizione di tutti i passanti di Porta Dipinta, con una vista inedita su città bassa».

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