![Il saluto del Vescovo Francesco Beschi ai circa settanta anziani riuniti per il tradizionale pranzo al «Circolino» in Città Alta Il saluto del Vescovo Francesco Beschi ai circa settanta anziani riuniti per il tradizionale pranzo al «Circolino» in Città Alta](https://storage.ecodibergamo.it/media/photologue/2023/12/15/photos/cache/circolino-al-tradizionale-pranzo-con-gli-anziani-la-visita_pvqKW7w_v3_large_libera.webp)
(Foto di Bedolis)
IL SALUTO. Monsignor Francesco Beschi: «Guardiamo al nuovo anno con forza d’animo, amicizia e attenzione reciproca gli uni verso gli altri».
Un momento di gioia, un’occasione per ritrovarsi, raccontarsi, farsi compagnia. È un’intera generazione quella che ogni anno, dopo le festività natalizie, aspetta il pranzo degli anziani organizzato dalla Cooperativa Città Alta al Circolino. I commensali ieri erano una settantina, la maggior parte residenti, altri «emigrati» altrove in città e in provincia, ma sempre legati al centro storico. Una piacevole consuetudine che, come da tradizione, ha visto la consegna del Circolino d’oro, la «benemerenza» che la Cooperativa Città Alta assegna a chi si è distinto per la sua dedizione nei confronti del borgo. Il riconoscimento è andato all’associazione di volontari Orobicambiente, che dal 2015 si occupa della pulizia e della manutenzione delle Mura venete.
A sorpresa lunedì 8 gennaio è salito al Circolino anche il vescovo, monsignor Francesco Beschi, che – accogliendo l’invito di Oreste Fratus, vicepresidente della Cooperativa e responsabile del Cte di Città Alta – ha voluto portare il suo saluto ai presenti. «La nostra città, così proiettata al futuro, è anche consapevole che non sono poche le persone anziane, soprattutto quelle che nell’anzianità rimangono da sole – ha detto il vescovo –. Momenti d’incontro e di convivialità come questo favoriscono anche l’impegno di queste persone, perché sono tanti gli anziani generosi e attivi nelle loro comunità». Rivolgendosi direttamente ai presenti, monsignor Beschi li ha esortati a «guardare a questo nuovo anno con la forza d’animo che ci è richiesta, e che anche il buon cibo può alimentare – ha aggiunto –. Una forza alimentata anche dall’amicizia e dall’attenzione reciproca gli uni verso gli altri».
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