![Le tracce lasciate dal passaggio dei cinghiali in un terreno. Se l’impatto economico dei loro danni è calato, cresce quello dei cervi Le tracce lasciate dal passaggio dei cinghiali in un terreno. Se l’impatto economico dei loro danni è calato, cresce quello dei cervi](https://storage.ecodibergamo.it/media/photologue/2025/2/7/photos/cache/cinghiali-il-contenimento-funziona-giardini-e-pascoli-minacciati-dai-cervi_107927e8-e558-11ef-a82a-33e52af2eaa9_1920_1080_v3_large_libera.webp)
Cronaca / Bergamo Città
Venerdì 07 Febbraio 2025
Cinghiali, «il contenimento funziona»: giardini e pascoli minacciati dai cervi
IN PROVINCIA. Lo scorso anno 3.310 prelievi. Calano i danni della prima specie, raddoppiati quelli causati della seconda. Coldiretti: «Misure insufficienti». Confagricoltura: «Scoraggiati dalla burocrazia, molti non segnalano».
![Le tracce lasciate dal passaggio dei cinghiali in un terreno. Se l’impatto economico dei loro danni è calato, cresce quello dei cervi Le tracce lasciate dal passaggio dei cinghiali in un terreno. Se l’impatto economico dei loro danni è calato, cresce quello dei cervi](https://storage.ecodibergamo.it/media/photologue/2025/2/7/photos/cache/cinghiali-il-contenimento-funziona-giardini-e-pascoli-minacciati-dai-cervi_107927e8-e558-11ef-a82a-33e52af2eaa9_1920_1080_v3_large_libera.webp)
Il problema degli animali selvatici i Bergamasca sta attraversando una fase di trasformazione: se da un lato gli interventi di contenimento hanno ridotto significativamente l’impatto economico dei cinghiali, dall’altro si registra una crescita esponenziale dei danni provocati dai cervi.
I numeri
Secondo i dati forniti da Utr Bergamo nel 2024 i danni accertati causati dai cinghiali ammontano a 132.892 euro (pari al 59% circa del totale di tutti i danni da animali selvatici), in netta diminuzione rispetto ai 186.640 euro del 2023, quando erano quasi il 73% del totale, e ai 209.972 euro del 2022. Segno che le misure di contenimento messe in atto negli ultimi anni hanno dato l’esito sperato: solo nel 2024 sono stati abbattuti 3.310 cinghiali, grazie a interventi mirati sia in ambito venatorio che da parte della Polizia provinciale.
I danni dei cinghiali diminuisco, c’è il problema cervi
Tuttavia, mentre i danni dei cinghiali diminuiscono, quelli dei cervi sono in forte crescita. Nel 2024 l’impatto economico dei danni provocati da questa specie ha raggiunto i 50.384 euro, quasi il doppio rispetto ai 29.166 euro registrati nel 2023. La presenza dei cervi, soprattutto nelle aree di fondovalle, sta diventando sempre più problematica per gli agricoltori, in particolare per il consumo di foraggi destinati al bestiame e per la distruzione di coltivazioni.
«Nel 2024, a fronte di un massiccio abbattimento di cinghiali, i loro danni sono effettivamente crollati – conferma il commissario straordinario del Comprensorio Prealpi Bergamasche, Pietro Bergamelli –. Tuttavia, abbiamo registrato un aumento significativo dei danni provocati dai cervi, la cui popolazione è in forte crescita. A differenza del cinghiale, il cervo non scava il terreno, ma attacca alberi da frutto e salta facilmente le recinzioni, creando problemi nei giardini e nei pascoli. Stiamo cercando di contenere il fenomeno, aumentando il prelievo, ma il problema resta».
«Nel 2017 le richieste di risarcimento per danni erano minime, ora ci troviamo con gruppi di 20-30 esemplari che scendono nel fondovalle, distruggendo interi raccolti. La loro crescita numerica sta portando a una competizione diretta con altre specie selvatiche, come il camoscio»
Anche il presidente del Comprensorio Valle Brembana, Alessandro Balestra, conferma che il contenimento dei cinghiali sta funzionando: «La peste suina africana ha portato a una maggiore attenzione e a un incremento della caccia. Il contenimento funziona meglio di prima anche per questo». Mentre dal Comprensorio Valle Seriana, il presidente Francesco Bassanelli punta l’attenzione sui cervi: «Nel 2017 le richieste di risarcimento per danni erano minime, ora ci troviamo con gruppi di 20-30 esemplari che scendono nel fondovalle, distruggendo interi raccolti. La loro crescita numerica sta portando a una competizione diretta con altre specie selvatiche, come il camoscio».
«La fauna selvatica sta creando un’emergenza che va oltre l’agricoltura: ormai è una questione sociale, economica e ambientale»
Nutrie e lupi, le segnalazioni degli agricoltori
Gli agricoltori lamentano da tempo il problema dei danni da fauna selvatica, che non si limita solo a cinghiali e cervi, ma riguarda anche piccioni, nutrie e persino lupi. «È un tema molto sentito – sottolinea il direttore di Coldiretti Bergamo, Erminia Comencini –, che si è aggravato di anno in anno. Le misure di contenimento hanno portato qualche risultato, ma non sono sufficienti per risolvere il problema. Gli agricoltori si trovano a fronteggiare perdite ingenti, con danni che compromettono raccolti, pascoli e canali di irrigazione». Nel 2024 sono stati erogati circa 190mila euro a 202 aziende della provincia (per le domande presentate dall’1 gennaio al 7 novembre 2024), ma come sottolinea il presidente di Coldiretti Bergamo, Gabriele Borella, «gli indennizzi non coprono mai il reale valore dei danni. La fauna selvatica sta creando un’emergenza che va oltre l’agricoltura: ormai è una questione sociale, economica e ambientale».
«Le segnalazioni ufficiali sono inferiori rispetto all’impatto effettivo della fauna selvatica ha sulle aziende»
Anche Confagricoltura Bergamo, attraverso la voce di Francesco Tassetti, conferma le criticità: «I dati mostrano un calo dei danni da cinghiali, ma non fotografano completamente la realtà. Molti agricoltori, scoraggiati dalla burocrazia e dai tempi di attesa, preferiscono non denunciare i danni. Di conseguenza, le segnalazioni ufficiali sono inferiori rispetto all’impatto effettivo della fauna selvatica ha sulle aziende». Il problema resta quindi centrale per il settore agricolo bergamasco, ma non solo. Se da un lato i cinghiali sono sotto controllo, dall’altro la crescita dei cervi sta aprendo un nuovo fronte di criticità, che include una riflessine sul potenziamento delle misure di contenimento, mentre resta il nodo degli indennizzi, spesso insufficienti a coprire le reali perdite subite dagli agricoltori.
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