Cronaca / Bergamo Città
Martedì 19 Novembre 2024
«ChorusLife sarà aperto a tutti: chi ha idee le porti qui»
L’INTERVISTA. Fabio Bosatelli, presidente della holding Polifin: «Consegniamo alla città un luogo di aggregazione e inclusione, senza fare concorrenza ad altri».
Fabio Bosatelli, presidente di Polifin - la holding della famiglia Bosatelli che controlla Gewiss e Costim oltre a ChorusLife - è pronto per inaugurare il progetto di papà Domenico, l’indimenticato Cavaliere scomparso nel giugno 2022. Un lavoro lungo nove anni (tanto è durato dal sogno alla realizzazione), ora pronto. Lo Smart district nato sulle ceneri dell’ex Ote è infatti previsto per giovedì, con un’anteprima mercoledì 20 novembre.
«ChorusLife è proprio come una nave “aperta”, ormeggiata in centro città. Chi è a bordo la può vivere, ma anche chiunque altro può fruirla, visitarla»
ChorusLife, nelle sue forme, ricorda una nave. Suo padre era molto affezionato a questa immagine, perché?
«L’idea di mio padre era creare un luogo di aggregazione per tre generazioni, che offrisse l’opportunità di fare attività e interagire, ma anche di avere i propri spazi, come su una nave da crociera, diceva lui. ChorusLife è proprio come una nave “aperta”, ormeggiata in centro città. Chi è a bordo la può vivere, ma anche chiunque altro può fruirla, visitarla».
Giovedì, con la consegna alla città, più che uno sbarco allora è un invito a salire a bordo?
«Dal 21 novembre in avanti sarà un’ulteriore sfida, un sogno nel sogno. Consegniamo alla città un “contenitore” che vuole essere una nuova opportunità di inclusione e aggregazione per la città, senza fare concorrenza a nessuno. ChorusLife è un investimento privato, con una proprietà, ma ci piacerebbe che i cittadini lo adottassero, che chiunque avesse delle idee coerenti col progetto le portasse qui, per continuare a sperimentare. ChorusLife sarà un luogo aperto, di tutti, da vivere insieme».
Ci può anticipare qualche idea che ha già arricchito la proposta?
«Con Coldiretti, ad esempio, abbiamo individuato un’area per un mercato della terra, dove i produttori del territorio possano anche divulgare la propria attività».
Può ricordare qualche numero dell’impresa?
«Abbiamo concretizzato un sogno su un’area di 70mila metri quadrati, con un investimento di 500 milioni di euro (comprese le opere pubbliche), che genera per il territorio un valore complessivo che supera il miliardo di euro. Abbiamo impiegato oltre 2mila persone, con una media giornaliera in cantiere di 400 addetti, e picchi di 700. Approvvigionamenti e forniture, per l’80% dei casi, sono stati reperiti appoggiandoci ad aziende e società nel raggio di cinquanta chilometri».
«Abbiamo concretizzato un sogno su un’area di 70mila metri quadrati, con un investimento di 500 milioni di euro (comprese le opere pubbliche), che genera per il territorio un valore complessivo che supera il miliardo di euro»
ChorusLife è un esempio di «build to rent», il costruire per affittare. Per quale target sono pensate le residenze?
«Il “build to rent” è un modello incentrato sull’idea del settore abitativo inteso come servizio, che punta al benessere degli inquilini, con soluzioni digitali e configurazioni personalizzate. Le 74 residenze di ChorusLife (64 bilocali e 10 trilocali) sono un esempio di quello che spiegavo prima, cioè di come le previsioni iniziali si siano trasformate in corso d’opera».
© RIPRODUZIONE RISERVATA