Chiusura dell’ospedale in Fiera? Gallera:
«Sono necessari 70 posti letto alternativi»

L’assessore risponde all’interrogazione di Carretta: prima bisogna individuare altri spazi tra Bergamo e Brescia.

Una richiesta fatta mesi fa, sul futuro della Fiera di Bergamo, e arrivata a estate ormai quasi conclusa, con una risposta neppure troppo definitiva, se non su un fatto, non trascurabile: i contagi in tutta Italia non sono esattamente in una fase «tranquilla» e quindi quei posti letto, molti attrezzati anche per la Terapia intensiva, che sono ora vuoti, vanno comunque mantenuti nel conteggio delle disponibilità, in caso di emergenze. Anche se bisogna pensare a soluzioni alternative.

Questa, in sostanza, la linea della risposta fornita ieri dall’assessore regionale al Welfare Giulio Gallera a una interrogazione del consigliere di «Azione», il bergamasco Niccolò Caretta. Un’interrogazione che era stata depositata prima dell’estate. Dalle parole della risposta dell’assessore Gallera, arrivate mercoledì nel corso della III Commissione, il futuro della Fiera non appare ancora delineato, ma soprattutto sembra legato ai contagi. Che, se continueranno a crescere - si specifica nel comunicato diramato dal consigliere di Azione – potrebbero bloccare tutti gli auspici e gli impegni presi di liberare lo spazio. Ma intanto, ha spiegato l’assessore Gallera nel corso della Commissione del 9 settembre, la Regione si sta comunque attivando per poter «liberare» la Fiera: si stanno cercando spazi – è il «succo» della risposta di Gallera – per circa 70 posti letto, che sono attualmente disponibili all’ospedale da campo e che dovrebbero essere, prima di essere smantellati, rimpiazzati nella zona est della Lombardia, tra Bergamo e Brescia.

Quando questo succederà, non è stato chiarito, né è stato spiegato dove si pensa di poter recuperare quei 70 posti letto, che, in caso di una vistosa recrudescenza della pandemia, potrebbero rivelarsi fondamentali. Niccolò Carretta, sulla replica di Gallera, sottolinea: «Finalmente è arrivata una risposta da Regione Lombardia anche se dal silenzio siamo passati a parole troppo aleatorie. Prendo atto dell’impegno dell’assessore che durante la Commissione ha riportato ai commissari lo sconcerto e la preoccupazione della dirigenza di Ente Fiera. Ho l’impressione che Regione Lombardia si stia muovendo con molto ritardo e con lentezza. Occorre trovare una soluzione alternativa, anche chiedendo con forza al commissario Arcuri di sbloccare il piano nazionale per le Terapie intensive, e questo deve essere un obiettivo tassativo nell’interesse sanitario generale, ma anche su quello relativo alla ripresa dell’economia».

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