Cerchi una casa per le vacanze? Occhio alle truffe online

IL VADEMECUM. Sui social sono sempre più diffuse le proposte di affitto di case per le vacanze in località marine e montane. Ma le truffe sono dietro l’angolo: ecco come difendersi.

Ogni estate torna puntualissima e rischia di rovinare le ferie a molti italiani: la truffa delle case-vacanza continua a mietere vittime in tutta Italia. Cercare online offerte per appartamenti a basso costo è diventata ormai una pratica comune: è comodo, veloce e permette di trovare ottime soluzioni senza spendere troppo; tuttavia è importante imparare a prestare attenzione ai piccoli dettagli che possono aiutarci a evitare inganni e furti. Secondo il più recente Rapporto Censis-DeepCyber infatti le prenotazioni di viaggi e alloggi figurano fra le cinque attività digitali che gli italiani ritengono a più alto rischio. Visto che la stagione delle vacanze è ormai alle porte, la redazione de L’Eco di Bergamo ha preparato una breve guida per aiutare i lettori a evitare brutte sorprese.

A caccia di dati e info personali

Le truffe legate alle case-vacanza possono essere di vario tipo, il che ovviamente rende più difficile riuscire a scovarle tutte. In moltissimi casi l’abitazione reale non corrisponde a quella promessa. In numerosi altri i viaggiatori, dopo aver pagato un acconto, partono per raggiugere la meta… ma non trovano alcuna casa; nel frattempo il «proprietario» è sparito con i soldi. In altri casi ancora la casa è solo una scusa per rubare dati personali per altri fini.

Inoltre tende a essere fin troppo professionale e sollecito: dispone di bozze di contratto pronte in pochissimo tempo e vi chiede una marea di dati personali.

Prima di addentrarci in consigli più specifici, segnaliamo alcuni comportamenti generali tipici dei malintenzionati online che dovrebbero far scattare un campanello dall’allarme. Chi offre alloggi in malafede spesso dice di trovarsi all’estero – per lavoro o per altri motivi plausibili – e per questa ragione richiede un bonifico internazionale. Inoltre tende a essere fin troppo professionale e sollecito: dispone di bozze di contratto pronte in pochissimo tempo e vi chiede una marea di dati personali. Cercherà poi di mettervi fretta, spacciandosi per un professionista impegnato, e richiederà una cospicua caparra da versare in tempi brevi su un conto personale presso una banca estera. Per rassicurarvi nominerà più volte piattaforme note, citandole come garanti. Davanti a persone simili, alzate il livello di attenzione e valutate con estrema cura se proseguire o meno con la trattativa.

Ecco alcuni suggerimenti pratici

- Una prima garanzia viene dall’affidarsi solo alle piattaforme più conosciute, evitando gli annunci casuali che girano sui social. Quando cercate gli annunci, assicuratevi di essere sul sito giusto, controllate attentamente l’indirizzo e non aprite la pagina da messaggi che vi arrivano per mail o sui social proponendo sconti. I siti «civetta», ovvero contraffatti per assomigliare alle piattaforme ufficiali, sono piuttosto diffusi.
- Le piattaforme e i siti di agenzie specializzate offrono la possibilità di confrontare le recensioni lasciate dai clienti precedenti: è importante leggerle con attenzione, e verificare che ce ne siano molte pubblicate da utenti diversi nel corso del tempo. Se un’agenzia o un privato lavora nel settore da parecchio tempo è un buon segno; diffidate degli annunci evanescenti e dei profili appena nati.
- Non fidatevi dei prezzi troppo convenienti. Trovare delle buone offerte è sempre possibile, ma gli sconti esorbitanti difficilmente sono reali. Insomma, se sembra troppo bello per essere vero… probabilmente non lo è.
- Verificate che la casa esista su Google Maps: se all’indirizzo segnato c’è un magazzino, il nulla o comunque la descrizione e le foto dell’abitazione non corrispondono alle immagini presenti su Google Maps, non fidatevi.
- I motori di ricerca possono tornare utili anche per raccogliere informazioni sui presunti proprietari: cercare il nome e i contatti che vi hanno fornito può essere un buon modo per trovare eventuali segnalazioni negative e verificare che persona in questione esista. Attenzione, però, perché i truffatori più astuti possono aver creato dei profili falsi. Questo è un passaggio importante, ma da solo non basta.
- Ricordatevi che le piattaforme come Airbnb non sono agenzie immobiliari, ma fungono solo da intermediario tra host e cliente: diffidate da chi dice di aver dato incarico al personale della piattaforma di mostrarvi la casa… Non esiste alcun personale con questo compito, le piattaforme non hanno in mano le chiavi di nessun immobile.
- Non scambiate messaggi su spazi privati fuori dalle piattaforme ufficiali. Quando un presunto host vi chiede di spostare la conversazione su una chat privata e di allontanarvi quindi dai siti ufficiali, chiudete lo scambio: si tratta della cosiddetta «truffa del rimpiattino» e lo scopo del truffatore è portarvi su un sito clone per derubarvi. Può invece essere utile chiedere di parlare al telefono con il proprietario, per verificarne l’esistenza e l’affidabilità. Non fornite però dati personali al cellulare.
- Usate solo pagamenti tracciati: sono da preferire i metodi di pagamento sicuri come carte di credito o PayPal. Evitate soluzioni come ricariche su carte prepagate o money transfer.
- Non pagate l’host fuori dal sito, non versate soldi su conti personali. Tra le truffe più ricorrenti troviamo anche la «trattativa internazionale», in cui un proprietario fittizio di solito chiede bonifici internazionali e tutta una serie di documenti che poi userà per costruire un’identità falsa. Il consiglio è di evitare di fornire dati non necessari – non inviate copie della vostra carta d’identità o le vostre informazioni bancarie. Non pagate l’intera somma alla prenotazione.
- Attenzione agli alloggi «esca». Se una volta arrivati a destinazione vi si chiede un cambio di sistemazione, ovviamente non all’altezza di quella prenotata, usando come scusa un problema improvviso sorto nell’appartamento originario che lo ha reso momentaneamente inagibile, la cosa migliore è documentare tutto e contattare subito la piattaforma per avere un rimborso totale.
- Il contratto di locazione dovrebbe essere scritto e dettagliato: sebbene non sia obbligatorio, stipulare il contratto in forma scritta aiuta a dimostrare il contenuto dell’accordo in caso di eventuali controversie. Sono da specificare i seguenti dati: nome, cognome e indirizzo del proprietario o dell’agenzia intermediaria; numero di vani, accessori e servizi compresi nel canone di locazione (giardino, box, posto barca, cambio biancheria, ecc.); mobili che compongono l’arredamento e altri accessori (elettrodomestici, biancheria, stoviglie, ecc.); servizi in dotazione specificando quali sono inclusi nel prezzo pattuito e quali dovranno essere pagati a parte a consumo o forfettari. In quest’ultimo caso annotare le letture dei contatori in entrata e in uscita. Controllate le clausole sulla cancellazione.

Pagamenti fuori da piattaforme

Per quanto riguarda i pagamenti al di fuori delle piattaforma, nello specifico Airbnb sottolinea che alcuni pagamenti di questo tipo sono consentiti solo se l’autorizzazione è stata concessa in anticipo da Airbnb e gli ospiti vengono informati prima della prenotazione. Questi pagamenti riguardano, per esempio, la riscossione della tassa di soggiorno, depositi cauzionali o spese accessorie come costi per animali domestici. Si consiglia dunque di leggere sempre con attenzione le spiegazioni e le clausole presenti sul sito della piattaforma scelta.

Nonostante i milioni di annunci attivi nel mondo sui siti che consentono di prenotare case-vacanza, i casi di truffa sulle piattaforme ufficiali sono molto rari. La maggior parte delle frodi avviene infatti su siti fittizi che imitano quelli più popolari e sicuri. Il consiglio finale è dunque di prestare attenzione a rimanere sempre dentro il sito o l’app ufficiale e in caso di dubbio contattare immediatamente l’assistenza.

La denuncia alla Polizia postale

In caso di truffa già avvenuta, è importante segnalare il fatto alle autorità competenti, ovvero sporgere denuncia alla Polizia postale. È possibile anche effettuare una denuncia preliminare sul sito ufficiale della polizia postale e quindi completarla entro 48 ore di persona presso la sede locale prescelta durante la fase online. In questo caso risulta fondamentale annotarsi il numero di protocollo assegnato alla denuncia preliminare digitale e presentarlo allo sportello perché gli agenti possano reperire i dati relativi. In alternativa, la denuncia può essere presentata in un commissariato di polizia giudiziaria oppure presso i Carabinieri. Saranno questi uffici a inoltrare la denuncia alla polizia postale, cioè l’organo preposto a queste operazioni.

Ricordiamo infine che anche se buona parte delle truffe avviene online, non mancano nemmeno inganni perpetrati alla vecchia maniera, ovvero tramite cartelli con scritto «affitasi» o agenzie viaggi. È bene rimanere sempre vigili.

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