Cronaca / Bergamo Città
Lunedì 03 Ottobre 2022
Caro elettricità, salasso da 325 milioni in più per le famiglie bergamasche
Le bollette. È la stima per i 465mila nuclei della provincia dopo le stime di Arera: 700 euro in più a famiglia nel ’22. E martedì 4 ottobre è atteso l’aggiornamento per il gas.
Moltiplicazioni e divisioni, sottrazioni e addizioni. L’anno scolastico è ricominciato da poco, ma più che gli studenti sono i grandi a far di conto. Le famiglie. Perché l’inflazione galoppa, la corsa delle bollette non s’arresta. E settimana dopo settimana, in sostanza, si rifanno i calcoli per far quadrare il bilancio familiare. L’ultimo aggiornamento è arrivato nei giorni scorsi dall’Arera, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambienti, che ha rivisto i prezzi dell’energia elettrica per le famiglie ancora in regime di «maggior tutela» (dunque non nel libero mercato): nel quarto trimestre di quest’anno il prezzo della luce – per la «famiglia tipo» – aumenterà del 59%. Poteva andare addirittura peggio, perché l’intervento dell’Arera è riuscito a evitare un aumento che altrimenti sarebbe stato del 100% (cioè un raddoppio del prezzo). Secondo i calcoli della stessa Autorità, la spesa per la bolletta elettrica della «famiglia tipo» nel 2022 sarà complessivamente di circa 1.322 euro, rispetto ai 632 euro circa del 2021.
Gli aumenti del quarto trimestre in provincia
Il 2022 è dunque l’anno in cui è deflagrata la bomba energetica, e avrà pesanti strascichi anche sul 2023. E quanto ha impattato, in fin dei conti, questa bomba energetica in Bergamasca? Un punto di partenza di questo calcolo ovviamente approssimativo è proprio nel dato dell’Arera: per una famiglia-tipo quest’anno l’aumento solo dell’elettricità è pari a 700 euro in più rispetto al 2021; considerando che in Bergamasca ci sono circa 465mila nuclei familiari, il giro d’affari di questa «bolla» equivarrebbe a qualcosa come 325 milioni di euro di extra-spesa. Cifre ovviamente molto fluide, su cui in realtà influisce una costellazione di fattori: una parte di chi è nel mercato libero (la stima dell’Arera ha come punto di partenza invece chi è in «tutela»), per esempio, potrebbe aver attutito il colpo grazie a contratti vantaggiosi stipulati negli anni scorsi (ma molti sono in scadenza, e la stangata è in arrivo). Per martedì è atteso l’aggiornamento dei prezzi del gas: l’aumento potrebbe essere attorno al 75-80%, sempre per chi è nel regime di maggior tutela.
«Ma nessun razionamento»
In una situazione così delicata, l’ulteriore spettro in vista dell’inverno era quello di un possibile razionamento del gas. Possibilità che sembra ora però sventata: «In questi mesi si è visto che dal punto di vista dei volumi di gas per il nostro Paese e per l’Europa c’è un’offerta sufficiente per garantire il fabbisogno – spiega Stefano Saglia, componente del Collegio di Arera, il “board” dell’Autorità -. Ciò che veniva vissuto come ipotetica catastrofe, cioè che non ci fosse gas per le famiglie e per le aziende, non si dovrebbe verificare. Certo, tutto ciò ha avuto un costo: il fabbisogno è garantito perché si è puntato sul riempimento degli stoccaggi, oggi quasi al 100%, ma questo ha comportato l’acquisto di gas a prezzi molto elevati, cioè ai prezzi registrati sul mercato a luglio e agosto, perché tutti i Paesi si approvvigionavano. Il timore del razionamento oggi è scongiurato, salvo fatti catastrofici, come i sabotaggi che chiaramente non possono essere in alcun modo previsti. Non possiamo però star tranquilli per i mesi successivi: occorre continuare a cercare nuove rotte, ricordiamoci che siamo riusciti a dimezzare l’import di gas della Russia ma ancora non lo abbiamo eliminato. È un grande risultato, ma l’import di gas russo potrà essere azzerato definitivamente non prima del 2024».
Il bonus sociale
Se da un lato c’è l’aumento dei prezzi, dall’altro lato si sono confermate misure importanti come il bonus sociale energetico «rafforzato»: «È un provvedimento che il governo aveva già preso col Decreto Aiuti e che viene rinnovato sino a fine anno, prevedendo l’azzeramento degli oneri di sistema e una base allargata del bonus sociale, sia elettrico sia gas: questo dà la possibilità a un numero importante di famiglie di avere un risparmio medio del 30%», aggiunge Saglia. Sul fronte del gas, una delle novità è la possibilità di fatturazione mensile per le famiglie ancora in regime di tutela: «È una scelta presa perché in un momento di crisi come questo anche il consumatore possa avere un’informazione mensile e non trimestrale, per far meglio i conti delle spese domestiche: e se il prezzo dovesse iniziare a scendere, si intercetterà meglio la fase di discesa», ragiona Saglia. Di fronte però ci sono ancora mesi difficili. Occorre una soluzione a livello europeo. «Un Paese da solo non può far nulla – rimarca Saglia -. Le decisioni che dovranno arrivare dal Consiglio europeo sono importanti: si discute di tetto al prezzo, di disaccoppiamento tra energia elettrica e gas. Sono decisioni che vanno prese tutti insieme: se un Paese lo fa da solo, rischia di non trovare più la materia prima».
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