«Caritas, nelle mense da 140 utenti a 200
Risposte nuove e azioni più coordinate»

GRAVE MARGINALITA’. Crescono i numeri: al dormitorio del Galgario fino a 25-30 persone in lista d’attesa. Don Trussardi: «Tutti gli attori lavorino insieme». L’assessore Messina: «Servizi presenti tutti i giorni».

Non servono numeri per rendersi conto di come il fenomeno della sicurezza in stazione, legato ad alcuni aspetti della grave marginalità, abbia preso una piega diversa negli ultimi mesi. C’è voluta una lettera di alcuni ragazzi delle scuole superiori della città (cui ne ha fatto seguito un’altra, due giorni fa) per riaccendere i fari su una situazione già nota, ma che da qualche tempo ha assunto contorni nuovi. A una settimana dal maxi sgombero gli operatori sociali sono tornati ad interrogarsi su come si possa agire per trovare risposte nuove. Un’ulteriore occasione per rifletterne è stata la convocazione del «Tavolo strada», che si riunisce periodicamente per mettere mano alle situazioni che necessitano di un intervento.

Leggi anche

Don Trussardi: «Da un anno e mezzo siamo passati da circa 140 a 200 presenze giornaliere nelle mense. Il servizio docce è passato da 15-20, ad oltre 35 al giorno e anche al dormitorio del Galgario, in questo momento, abbiamo una lista d’attesa di 25-30 persone»

Tra due settimane la Giornata internazionale di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale - per cui quest’anno è stato scelto l’ambizioso slogan «End Poverty» - rappresenterà un altro momento in cui ci si fermerà a parlare di questo tema, con iniziative in programma anche in città. Nel frattempo emerge la necessità ripensare alle attività messe in campo, tenendo conto che probabilmente ciò che è stato fatto fino ad ora non è più sufficiente. E questo perché il fenomeno cambia e con esso anche i numeri. «C’è da dire innanzitutto che parliamo di almeno due situazioni diverse, quella dei senza fissa dimora e quella di coloro che commettono reati – puntualizza don Roberto Trussardi, direttore della Caritas Diocesana –. Capisco che la cittadinanza sia stanca di assistere a questo degrado, in stazione e non solo. Tuttavia il problema non si risolve con interventi massicci che hanno l’effetto di allontanare queste persone verso altre zone della città, rendendole meno controllabili. Il tema vero, è inutile nascondersi, è che non abbiamo più posti da offrire». I numeri che cita il direttore della Caritas rendono l’idea di un fenomeno che sta cambiando: «Da un anno e mezzo siamo passati da circa 140 a 200 presenze giornaliere nelle mense – racconta don Trussardi –. Il servizio docce è passato da 15-20, ad oltre 35 al giorno e anche al dormitorio del Galgario, in questo momento, abbiamo una lista d’attesa di 25-30 persone».

Come intervenire

«S’interviene in modo emergenziale quando la situazione si fa critica, mentre l’attenzione a questa fascia di popolazione dovrebbe essere più costante»

Come ripensare, dunque, ai servizi? «Di fronte all’aumento delle persone che vivono in strada, serve che tutti gli attori della grave marginalità sappiano lavorare meglio insieme - dice ancora don Trussardi -. Si è già fatto tanto, ma di fronte questa situazione serve un lavoro d’insieme ancora più coordinato rispetto a quanto avvenuto finora». «Le persone in situazione di povertà sono in aumento – conferma Giacomo Invernizzi, direttore del Nuovo Albergo Popolare –. Rispetto al fenomeno della stazione, credo che nell’ultimo periodo non ci sia stato un grande coordinamento. S’interviene in modo emergenziale quando la situazione si fa critica, mentre l’attenzione a questa fascia di popolazione dovrebbe essere più costante». È un fenomeno che arriva da lontano, quello del degrado alle stazioni e in tutto il quadrante cittadino fino alla Malpensata. «Parliamo di un territorio che negli anni è stato desertificato, soprattutto nei pressi della stazione delle Autolinee – ha detto ancora Invernizzi –. I negozi che c’erano fino a un paio di decenni fa creavano una socialità che adesso non c’è più e ora ne paghiamo le conseguenze. In questo momento il Tavolo strada dovrebbe ridare forza a un intervento più strutturato , che però non può essere portato avanti da un solo operatore. Oggi le azioni ordinarie non bastano più: servono iniziative sociali, sociosanitarie e altre che competono alle forze dell’ordine. Ma soprattutto bisogna attivare processi affinché le persone vengano accompagnate al di fuori di quel luogo, mentre a volte non si fa che organizzare iniziative che poi riportano le persone lì».

«Cerchiamo di garantire una presenza di vicinanza e di attenzione lavorando in rete e occorre poi promuovere un lavoro educativo e culturale per far conoscere il fenomeno della grave marginalità alla cittadinanza»

Il servizio Esodo della Comunità don Milani del Patronato è presente in stazione con un’unità mobile come punto d’ascolto e primo aggancio e alla mensa Posto caldo alle Autolinee : «Abbiamo rilevato un incremento di persone – è la conferma anche di Fabio Defendi, responsabile del servizio –. Alcuni soggetti arrivano ad orbitare su Bergamo da altre città e da altri territori. E abbiamo rilevato anche un incremento di tensione, rabbia, frustrazione che spesso vengono amplificate dall’uso di sostanze. Cerchiamo di garantire una presenza di vicinanza e di attenzione lavorando in rete e occorre poi promuovere un lavoro educativo e culturale per far conoscere il fenomeno della grave marginalità alla cittadinanza, anche perché in strada ogni persona porta la propria storia, personale ed unica».

Leggi anche

«Bisogna attivare processi affinché le persone vengano accompagnate al di fuori di quel luogo, mentre a volte non si fa che organizzare iniziative che poi riportano le persone lì»

Numeri diversi, si diceva, ma il fenomeno sta cambiando pelle anche dall’interno, come fa notare Marco Del Vecchio, responsabile del servizio della Cooperativa di Bessimo: «Registriamo un innalzamento dell’aggressività di queste persone e questo è un problema di ordine pubblico – ha detto –. I servizi possono accompagnare, affiancare, però oggi siamo in una condizione in cui la tutela stessa degli operatori a volte è a rischio». Per mesi la cooperativa ha ingaggiato una guardia giurata all’entrata del «Drop in», il locale dove gli addetti svolgono il loro servizio, dopo che si erano registrati episodi violenti: «Ciò avviene nell’ambito soprattutto di quella sacca di persone che non hanno più nessuna speranza né possibilità – ha aggiunto Del Vecchio –. Mi riferisco a cittadini extracomunitari cui è stato rifiutato il permesso di soggiorno e che stazionano lì senza prospettive».

Gli interventi e la sensibilizzazione

«Il lavoro alle Autolinee è quotidiano, il passaggio in strada avviene ogni sera da parte di tutti gli operatori – spiega Marcella Messina, assessore ai Servizi sociali –. Ci raccordiamo per intervenire insieme, servono azioni congiunte tra polizia locale e servizi sociali, ma è proprio quello che si sta facendo. La giornata del 17 ottobre sarà importante per far conoscere e sensibilizzare sul grande lavoro che compiono gli operatori. Parleremo in particolare ai ragazzi che proprio in queste settimane hanno manifestato il loro desiderio di conoscere anche questo aspetto del fenomeno».

La giornata del 17 ottobre sarà importante per far conoscere e sensibilizzare sul grande lavoro che compiono gli operatori

Ad aprire il cartellone delle iniziative, giovedì 17, sarà l’appuntamento con la proposta «Aggiungi un posto a tavola» al Posto caldo. Dalle 17 sarà il Galgario, lo spazio gestito dalla Caritas, ad ospitare gli altri eventi, il laboratorio a cura di «Young Caritas» (ore 17), la presentazione del progetto «Passeggeri della storia» (ore 18.15), la presentazione della pubblicazione «Tatoo. Non può piovere per sempre» (ore 18.45) e, dopo il buffet offerto dall’Associazione Cuochi Bergamaschi, musiche e letture dalle 20.45.

© RIPRODUZIONE RISERVATA