Carburanti, la corsa non si ferma: in autostrada il gasolio sfiora i 2,3 euro

Carovita. Anche nel tratto dell’A4 tra Dalmine e Rovato i prezzi sono fuori controllo. In città e provincia verifiche della Guardia di finanza. «Non sono i gestori a speculare».

Il caro carburante, causato in primis dal mancato rinnovo del taglio sulle accise, ma anche dalle tensioni internazionali, sembra una corsa senza fine. I rincari maggiori si registrano sui tratti autostradali, dove al costo della materia prima occorre sommare le royalties dovute dai gestori degli impianti al concessionario. Nei giorni scorsi un litro di gasolio ha sfiorato il costo di 2,5 euro sull’A1, scatenando forti polemiche, mentre ieri, lunedì 9 gennaio, passando dalle d ue aree di servizio operative sull’A4 e più vicine alla nostra provincia, Brembo e Sebino, si arrivava a quotazioni fino a 2,299 per un litro di gasolio e 2,229 per la benzina al servito. In città il pieno risulta leggermente più calmierato, anche se in alcune pompe per un litro di benzina o gasolio servito si superano già i due euro.

Il governo ha lanciato l’allarme speculazioni e chiesto alla Guardia di Finanza di effettuare controlli sui prezzi applicati. Proprio Matteo Salvini, vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, ha anticipato un possibile intervento ad hoc in Consiglio dei ministri, facendo presente che il governo ragionerà se tra guerra, caro materiali e caro materie prime sia il caso di intervenire con un provvedimento. «Sono contento che ci siano controlli a tappeto, perché qualcuno, anche in questo caso, come per gas e luce, ne sta approfittando – ha commentato Salvini -. Per lo stesso prodotto si può pagare 1,70 euro in una città e 2,30 euro in un’altra».

Caccia al prezzo più basso

I gestori dei distributori segnalano però il rischio di una vera e propria caccia alle streghe. I consumatori infatti, spesso dopo aver percorso riversi chilometri alla ricerca del prezzo al litro più conveniente, arrivano davanti agli impianti mostrando i prezzi trovati su app e siti online «che nella maggior parte dei casi non corrispondono alla situazione reale – mette in guardia Renato Mora, presidente dei distributori di carburante di Ascom Confcommercio Bergamo -. I listini ufficiali sono quelli pubblicati sul sito “Osservatorio Prezzi” del Mise, il ministero dello sviluppo economico, con le quotazioni di benzina, gasolio e gpl che vengono aggiornati, obbligatoriamente per legge, ad ogni cambio di prezzo».

Pesa il taglio alle accise

A pesare sulle ultime quotazioni è stato senza dubbio l’aumento di 30,5 centesimi da inizio dicembre ai primi dell’anno, causato dal mancato rinnovo del taglio sulle accise. «Il taglio dello sconto di 30,5 centesimi sulle accise in due step ha pesato enormemente sugli automobilisti – prosegue Mora -. Ma non sono certo i gestori dei distributori gli speculatori, visto che abbiamo un margine di 3,5 centesimi al litro con spese sempre crescenti. Noi siamo obbligati ad applicare i prezzi che ci indica la compagnia e fanno specie alcune dichiarazioni dei politici. Abbiamo ricevuto controlli da parte della Guardia di Finanza che ha verificato i prezzi esposti e quelli applicati».

«Stamattina una signora che doveva restituire un furgone a noleggio - aggiunge Mora - mi ha chiesto se bastavano 150 euro per fare il pieno. Pensavo proprio fossero sufficienti, invece siamo andati ben oltre. Famiglie e consumatori stanno attentissimi e sono super informati sul prezzo praticato, anche a seguito del can can mediatico che si sta generando sul caro carburante – conclude Mora -. Ho clienti che partono da Bergamo per venire a riempire il serbatoio a Dalmine e non mancano le discussioni di coloro che trovano su internet prezzi più bassi e pretendono quotazioni che non possiamo applicare».

L’allarme dei consumatori

Sullo sfondo c’è ora lo spettro di un’ulteriore rialzo dei prezzi del greggio, causati dall’embargo dei prodotti petroliferi dalla Russia, che entrerà in vigore dal prossimo 5 febbraio. «I prezzi dei carburanti sono fuori controllo – rileva Mina Busi, presidente di Adiconsum Bergamo -. Si assiste a forti incrementi dei listini alla pompa in tutto il territorio, che non sono giustificati dall’andamento delle quotazioni petrolifere». «In alcune zone la benzina al servito arriva a costare 2,392 euro per litro (A1 Roma-Milano), mentre il gasolio viaggia verso i 2,5 euro al litro – prosegue Busi -. L’impennata dei prezzi dei carburanti è causata in parte della speculazione ed in parte della fine degli sconti governativi sulle accise a partire dal primo gennaio». «È vero allarme tra le associazioni dei consumatori, che ricevono continue segnalazioni dagli automobilisti – conclude Mina Busi -. Bisogna programmare i rifornimenti, utilizzando anche le molte app che indicano il prezzo praticato nei diversi distributori ed evitando gli impianti più cari. È del tutto evidente che il governo deve vigilare e intervenire per ridimensionare questi rincari, altrimenti si ripercuoteranno a catena sui servizi e i beni di prima necessità».

«Ben vengano i controlli da parte della Guardia di Finanza per accertare eventuali speculazioni - aggiunge Christian Perria, presidente di Federconsumatori Bergamo - anche perché, con la scusa dell’aggiornamento dei prezzi con la reintroduzione delle accise, molte compagnie hanno ritoccato i prezzi alla pompa ben oltre il valore dei 18 centesimi. Questo, nonostante la quotazione sui mercati del petrolio sia in flessione rispetto agli ultimi giorni del 2022 – conclude Perria -. In questa fase di incertezze si rende sempre più necessario il rafforzamento della figura del Garante per la sorveglianza dei prezzi».

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