Caldo e Covid, in Lombardia decessi cresciuti del 24%

I dati. L’aumento registrato dall’Istat rispetto alla media 2015-2019. L’eccesso di mortalità ha colpito per il 90 per cento la fascia over 80».

Da una parte il caldo, l’estate infuocata. Dall’altra parte il Covid, con l’ondata estiva. Il mix di emergenze ha fatto schizzare in alto la mortalità: a luglio, il mese in cui si sono letti gli effetti della calura e della fiammata del virus, in Lombardia i decessi sono cresciuti del 24,34% rispetto alla media degli anni tra il 2015 e il 2019. In termini concreti, sono morte 1.951 persone in più. È quanto emerge scavando negli ultimi dati dell’Istat, particolarmente pesanti. A livello italiano a luglio la mortalità è complessivamente cresciuta del 21,15%, con 10.956 decessi in più di quanto avveniva in tempi «normali».

«L’incremento dei decessi del mese di luglio potrebbe essere in buona parte dovuto all’eccezionale e persistente ondata di caldo che sta caratterizzando l’estate nel nostro Paese e in molti altri Paesi dell’Europa, dove si osserva infatti un fenomeno analogo – è l’analisi dell’Istat –. Il mese di luglio è stato anche caratterizzato da un picco di casi di infezione da Sars-CoV-2, oltre 2,5 milioni quelli segnalati al Ministero della Salute in tutta Italia, e da un’alta frequenza di positività al Covid riscontrata in oltre 3.600 dei deceduti (per oltre 2/3 in corrispondenza di soggetti di 80 anni e più). Un fenomeno, quest’ultimo, che già si era manifestato con evidenza a giugno (con oltre 1.500 decessi di casi positivi al Covid) senza tuttavia che si registrasse un eccesso di mortalità per il complesso delle cause rispetto all’anno precedente».

A luglio le variazioni più pesanti nella mortalità – sono disponibili solo i dati regionali – si sono osservate nella Provincia autonoma di Bolzano (+36,87%), in Sardegna (+35,72%), in Umbria (+33,33%), in Valle d’Aosta (+30,30%), nella Provincia autonoma di Trento (+28,43%), in Toscana (+28,32%), in Friuli-Venezia Giulia (+25,80%) e poi appunto in Lombardia (+24,34%). È soprattutto tra gli anziani, i più fragili, che si sono riverberati gli effetti dell’ondata di caldo (e del Covid): «L’eccesso di mortalità di luglio – spiega l’Istat – è dovuto in larga misura all’incremento del numero dei decessi nelle età più anziane della popolazione: l’aumento riscontrato sopra gli 80 anni spiega più del 90% del totale dell’eccesso registrato rispetto all’anno precedente. Per gli individui sotto i 65 anni, al contrario, i decessi sono diminuiti».

A livello provinciale invece i dati sulla mortalità si fermano a giugno, cioè prima del picco dell’ondata di calore e della recrudescenza del virus. In Bergamasca nei primi sei mesi dell’anno la mortalità è stata del 6,19% superiore alla media pre-Covid (cioè alla media degli anni 2015-2019): i decessi – i decessi per tutte le cause, s’intende – sono stati 5.599 contro i 5.272 del pre-Covid, con un incremento netto di 327 decessi. È quest’ultimo, verosimilmente, il costo umano della pandemia nella prima parte dell’anno: quasi due vittime al giorno. A livello nazionale, nel primo semestre si è osservato un eccesso di mortalità del +6,46% rispetto all’andamento pre-pandemico.

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