Bus, autisti cercansi: «Episodi di violenza, cresce l’insicurezza»

TRASPORTO PUBBLICO. In provincia carenza tra il 5% e il 10%. Per sopperire le aziende puntano sui corsi per la patente.

La sicurezza, i turni, gli stipendi, l’orario e le condizioni di lavoro, la difficoltà per chi arriva da altre zone d’Italia nel trovare casa. Sono alcuni dei macro e dei micro fattori alla base della carenza degli autisti dei mezzi del trasporto pubblico locale, che nella nostra provincia si stima, in media, raggiunga un range tra il 5% e il 10% degli addetti. E se comunque, in Bergamasca, il personale attualmente in forza alle diverse aziende riesce a coprire il servizio urbano ed extraurbano senza particolari disagi per l’utenza o soppressioni delle corse, il ricambio è forte e viene determinato proprio dalle crescenti difficoltà di un settore che, negli ultimi anni, sembra aver perso appeal e deve fare i conti con «episodi di violenza verbale quasi giornalieri», testimoniano alcune aziende.

«Tema della sicurezza delicato»

La conferma arriva anche dal direttore dell’Agenzia Tpl di Bergamo, Marcello Marino. «In questo momento a soffrire di più sono gli autisti del trasporto su gomma – dice –. Quello degli autisti, da sempre, è considerato un mestiere abbastanza semplice, usurante ma tutto sommato gratificante. Da qualche anno, nella considerazione sociale, è un po’ decaduto. Oggi su dieci persone in cerca di lavoro probabilmente nessuna ambisce a fare questo mestiere». Tema economico, condizioni di lavoro (specie in ambito extraurbano, dove si resta fuori casa anche per dieci o dodici ore) e sicurezza non aiutano. «Soprattutto il tema della sicurezza è molto delicato, perché si autoalimenta – sottolinea Marino –. Da un lato ci sono gli episodi di violenza verbale e fisica, dall’altro la percezione di insicurezza».

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