«Burbero, ma dal cuore d’oro». Addio ad Ale, barista di 56 anni

IL LUTTO. Antonucci ha gestito il Caffè degli artisti, il Doma e un locale a Ranica. Fatale una malattia diagnosticatagli a maggio. Venerdì 6 dicembre i funerali a Longuelo.

«Un burbero, ma dal cuore d’oro: generoso, sapeva fare comunità ed entrare nei cuori». Così al Caffè degli artisti di via San Tomaso gli amici ricordano Alessandro Antonucci. Per tutti Ale, di professione barista, è morto nella notte tra lunedì e martedì 3 dicembre per le conseguenze di una malattia che gli avevano diagnosticato soltanto lo scorso maggio. «Era stato poi subito operato e non pensavamo che la prognosi sarebbe stata così infausta – racconta la moglie Federica –: c’è però da dire che, fino all’ultimo, è stato comunque bene e ha potuto vedere gli amici. Il declino soltanto negli ultimi giorni». Nativo di Mesagne, in Puglia, Alessandro Antonucci aveva 56 anni e da una trentina abitava a Bergamo, dov’era approdato per lavoro: era infatti dipendente della Dhl, in servizio all’allora hub di Orio al Serio.

Il sogno del bar

Il suo desiderio era però un altro: fare il barista. Così si era inizialmente avvicinato al bar P41 che si trovava in piazza Pontida, dove inizialmente abitava, e la collaborazione iniziale era diventata la sua professione. Assunto poi proprio al Caffè degli artisti, più noto come Cda, era subentrato ai titolari e lo aveva gestito per due anni, fino al novembre del 2019. «Ci mancherà molto: era davvero una brava persona», ricorda dietro il bancone Jessica, inizialmente sua collaboratrice e ora titolare del bar vicino all’Accademia Carrara con le socie Eleonora e Sofia. Lasciato il Cda, aveva poi preso in gestione il Doma Cafè di via San Colombano, a Valtesse, poi ceduto dopo aver preso in gestione il bar del centro sportivo di Ranica. Oltre alla moglie Federica, lascia i figli Teseo e Orlando, una sorella che vive a Lovere e un fratello che abita ad Arezzo.

«Generoso, entrava nel cuore della gente»

«Se la nota caratteristica era quella di una timbrica vocale solo sua e di un’ironia a volte tagliente e fintamente scontrosa, certamente tutti ricordano Alessandro per la generosità e la bravura nell’aggregare, all’interno dei bar che ha gestito, le differenti realtà di quartiere – ricordano gli amici –. Pur non avendo radici bergamasche, ha avuto la capacità unica di entrare nei cuori e nell’affetto dei tantissimi che hanno frequentato sia il Caffè degli artisti sia il Doma. Non era insolito trovare al bancone di questi bar tipologie di clienti del tutto differenti, dal professionista allo studente, dall’artista all’operaio, uniti nell’atmosfera di condivisione e di allegria che Alessandro sapeva creare. Certamente un dono unico, che i bergamaschi che hanno avuto modo di conoscerlo gli hanno sempre riconosciuto».

Gli amici lo ricordano così, «generoso tanto da offrire sempre un aiuto alle persone più in difficoltà che sovente prendeva con sé tenendoli al bar in qualità di aiutanti. In un mondo che si omologa nell’apertura di esercizi commerciali sempre più stereotipati, certamente a Bergamo mancheranno Ale e il suo modo genuino di creare una comunità fatta a modo suo, piena di contraddizioni, ma ricca di affetto e sincerità». il 4 e 5 dicembre la salma sarà composta alla Casa del commiato di via San Bernardino.

Venerdì i funerali

I funerali saranno celebrati venerdì 6 dicembre, alle 10, nella parrocchiale di Longuelo.

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