Bonus 150 euro per 417mila bergamaschi. «Bene, ma serve un tetto al prezzo del gas»

Il Decreto Aiuti-ter. Il contributo nella busta paga di novembre per i redditi inferiori ai 20mila euro annui. Corna (Cisl) e Peracchi (Cgil): «Il governo in scadenza ha fatto la sua parte, ora tocca all’Europa intervenire».

È un nuovo «tampone» per drenare l’avanzata del carovita. Tra i provvedimenti più vistosi del Decreto Aiuti-ter annunciato venerdì dal governo, c’è un nuovo bonus una tantum: un contributo da 150 euro nella busta paga di novembre per i lavoratori dipendenti, per i pensionati e per i lavoratori autonomi, con l’unico requisito di avere un reddito inferiore ai 20mila euro lordi l’anno. Una misura in linea con il bonus da 200 euro proposto in estate, appunto con alcune variazioni: oltre alla cifra (50 euro in meno rispetto al precedente provvedimento), cambia appunto la platea (il bonus da 200 euro aveva il tetto dei 35mila euro lordi).

I numeri

Si tratta comunque di un nuovo bonus che finirà nelle tasche di oltre un terzo dei bergamaschi: più precisamente, potrebbero essere quasi 420mila i beneficiari. Il calcolo è basato sulle ultime dichiarazioni dei redditi: in Bergamasca risultavano 184mila contribuenti con reddito inferiore ai 10mila euro annui e altri 95mila nella fascia tra i 10 e i 15mila euro; a questa prima platea va aggiunta circa la metà di quei 276mila bergamaschi con un reddito tra i 15 e i 26mila euro (cioè altre 138mila persone). Totale: 417mila bergamaschi circa.

Secondo le indicazioni di Palazzo Chigi, i 150 euro saranno accreditati direttamente nella busta paga di novembre dei lavoratori dipendenti o nel «cedolino» sempre di novembre per i pensionati

I numeri bergamaschi sono in linea con le stime del governo, che calcola 22 milioni di beneficiari in tutta Italia: appunto poco più di un terzo dei cittadini, così come in Bergamasca. Del bonus da 200 euro, invece, sulla carta beneficiavano circa 600mila bergamaschi. Secondo le indicazioni di Palazzo Chigi, i 150 euro saranno accreditati direttamente nella busta paga di novembre dei lavoratori dipendenti o nel «cedolino» sempre di novembre per i pensionati (per rientrare nel tetto dei 20mila euro lordi, bisogna avere uno stipendio/pensione al massimo di circa 1.538 euro mensili lordi). Verranno specificate le modalità anche per gli autonomi.

«Misure ok, ma serve di più»

Tra gli altri provvedimenti: raddoppia il credito d’imposta per gli esercenti, si rinforzano i prestiti garantiti dallo Stato per le Pmi, si conferma la riduzione delle accise sui carburanti, si stanziano risorse per Terzo settore e Comuni. Le reazioni sono all’insegna del realismo: «Sono soluzioni temporanee, con tutti i loro limiti, efficaci per tamponare momentaneamente alcuni problemi – rileva Gianni Peracchi, segretario generale della Cgil Bergamo -. Certo non sono risposte strutturali, ma d’altra parte è difficile fare diversamente in questa fase: il governo è in carica per gli affari correnti, quello che serve è un tetto a livello europeo per regolare i prezzi delle materie prime e del gas in primis. I 150 euro? È un tampone che serve: è un po’ come per alcune misure messe in campo prima per la pandemia e poi per la crisi energetica, penso anche agli sconti sulla benzina e le accise. È difficile trovare soluzioni strutturali. Va dato atto al governo di aver messo un po’ di miliardi, senza fare debiti ulteriori: ero e sono contrario a nuovi scostamenti di bilancio, perché ricadono sulle generazioni future».

«È indispensabile che l’Europa ritrovi quell’unità che abbiamo visto durante la pandemia, superando i localismi. È una crisi di carattere globale, che come tale va affrontata in primis a livello europeo»

Parere in linea anche quello di Francesco Corna, segretario generale della Cisl Bergamo: «Il bonus? È positivo che il governo sia venuto incontro alla perdita del potere d’acquisto. Chiaramente, non è sufficiente: si è scelto di non intervenire con uno scostamento di bilancio, e il governo non può fare molto di più visto che è in scadenza. Per recuperare l’erosione del potere d’acquisto, occorre fare molto di più. Servono però anche misure europee, il nostro Paese è uno di quelli che sta più insistendo: una strategia europea, a partire dal tetto al prezzo del gas, è fondamentale. È indispensabile che l’Europa ritrovi quell’unità che abbiamo visto durante la pandemia, superando i localismi. È una crisi di carattere globale, che come tale va affrontata in primis a livello europeo».

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