Bilancio Covid in Lombardia: niente effetto riaperture, incidenza da zona bianca - I dati

Un mese dopo la «ripartenza» numeri in costante miglioramento. Da mercoledì Lombardia a quota 48, Bergamo è scesa a 40. Fontana: «Avanti così».

Il «rischio ragionato», un mese dopo, ha dalla propria parte la ragione dei numeri. Il 26 aprile, in un impasto di incognite, fiducia e timori, l’Italia ripartiva. Cioè riapriva. Tinta di giallo, anche Bergamo – come tutta la Lombardia – ritrovava una sorta di normalità temperata dalla convivenza col virus: bar e ristoranti di nuovo pronti ad accogliere i clienti sino alle 22 ma solo all’esterno, una maggior libertà di circolazione, le visite ad amici e parenti con vincoli piuttosto flebili. Il contraccolpo che si temeva non c’è stato, la bussola dei numeri indica che la strada intrapresa non ha finora incrociato rimbalzi: il 26 aprile l’incidenza del contagio in Bergamasca evidenziava 108 nuovi casi settimanali ogni 100 mila abitanti e mercoledì, 26 maggio, un mese più in là, è scesa a 40, cioè s’è ridotta del 63%; i ricoverati, 336 il 26 aprile, mercoledì erano invece 144 (una quota discreta, soprattutto nelle terapie intensive, proveniente da fuori provincia), con una contrazione del 57%.

Una tendenza analoga si avverte a livello regionale: l’incidenza lombarda è passata dal valore 138 del 26 aprile al valore 48 di mercoledì, -65%; i ricoverati totali (la somma tra terapie intensive e reparti Covid ordinari) sono diminuiti dai 4.425 del 26 aprile ai 1.642 di mercoledì, -63%. E come se gli indici epidemiologici avessero sfumature di cabala, proprio mercoledì, un mese dopo che il rischio ragionato s’è sperimentato, la Lombardia ha potuto festeggiare un traguardo simbolico ma con potenziali esiti concreti: è entrata in valori da zona bianca.

«La luce in fondo al tunnel»

L’incidenza lombarda è appunto scesa sotto quota 50, valori che se mantenuti per tre monitoraggi consecutivi conducono una regione nelle misure più attenuate: in sostanza, resterebbero in vigore solo i princìpi della mascherina, del distanziamento (e dunque anche la riduzione delle capienze, per esempio) e del divieto di assembramenti, mentre tutte le riaperture progressivamente previste per la zona gialla scattano invece immediatamente.

Attilio Fontana, governatore della Lombardia, letti gli aggiornamenti sul virus già ieri in tarda mattinata a margine della visita all’hub vaccinale di Novegro (Milano), ha annunciato il risultato parlando di «luce in fondo al tunnel». Certo c’è ancora da percorrere qualche miglio: «La Lombardia ha parametri da zona bianca – il commento del presidente lombardo –. Iniziamo a vedere la luce in fondo al tunnel, ma la nostra lotta al Covid non è finita. La nostra campagna vaccinale prosegue a ritmo serrato e dalla mezzanotte apriremo le prenotazioni anche per la fascia 30-39 anni per proseguire poi, dal 2 giugno, con l’apertura a tutti gli over 16. Dobbiamo continuare a mantenere quei comportamenti che ci hanno consentito di raggiungere questi risultati».

Risultati concreti, perché il 3 aprile l’incidenza lombarda era ancora a 252: fu l’ultimo giorno con numeri da zona rossa dal punto di vista epidemiologico, e nei 53 giorni successivi – cioè dal 4 aprile a ieri – è colata a picco dell’81%. Solo una curva è salita, quella dei vaccini: al 26 aprile le prime dosi inoculate in Lombardia erano 2.115.090 e ieri si è arrivati a 3.743.390, +77% in un mese. In Bergamasca i residenti con almeno una dose erano circa 240 mila il 26 aprile e ora si è a più di 400 mila: un aumento tra il 65 e il 70%.

Zona bianca rafforzata?

Se i dati resteranno solidi, le regole attuali permettono alla Lombardia di «vivere» la zona bianca a partire da lunedì 14 giugno. Si sta però facendo largo anche un’ipotesi intermedia per evitare quell’effetto-Sardegna (unica regione passata dalla zona bianca) «pagato» mesi fa: al vaglio della Conferenza delle Regioni – se ne discuterebbe poi col governo – c’è infatti l’ipotesi di introdurre una zona bianca «rafforzata» come misura intermedia prima del bianco «totale»; si parla di coprifuoco a mezzanotte (il decreto in vigore lo porta a mezzanotte dal 7 giugno e lo elimina dal 24 giugno) e l’obbligo di consumazione al tavolo per bar e ristoranti.

Intanto, più nel dettaglio, otto province lombarde su 12 hanno valori da zona bianca: Lodi ha incidenza 24, Pavia 38, Bergamo 40, Lecco 41, Monza 43, Milano 43, Brescia 44 e Cremona 47; sopra la soglia dei 50 casi settimanali ogni 100 mila abitanti ci sono viceversa Como (58), Sondrio (60), Mantova (60) e Varese (71).

Le ultime 24 ore

La flessione progressiva della curva si legge perciò in chiave locale e regionale e prosegue senza scossoni. La giornata di ieri ha consegnato per la provincia di Bergamo 65 nuovi casi e nessun decesso: in particolare per quest’ultima voce, la più ruvida, la media mobile a 7 giorni è scesa finalmente a 0 decessi (questione di arrotondamenti, ma sono state comunque «solo» 3 le vittime bergamasche nell’ultima settimana»), e questa tendenza non si osservava in Bergamasca da fine gennaio. In tutta la Lombardia ieri sono state 666 le infezioni emerse, su un totale di 42.222 tamponi analizzati (tasso di positività all’1,5%); 15 i decessi per Covid nell’intera regione.

Continuano a liberarsi i posti letto negli ospedali lombardi: i pazienti Covid sono ora 1.642, 83 in meno rispetto a mercoledì, anche se – a fronte di 84 ricoverati in meno nei reparti ordinari – il saldo delle terapie intensive torna a essere positivo (un paziente in più) per la prima volta dopo 17 giorni. Nelle strutture bergamasche i ricoverati scendono a 144 (-3 rispetto a martedì), 23 dei quali in rianimazione. Stabili i numeri del «Papa Giovanni», con 36 pazienti Covid di cui 14 in terapia intensiva. Scendono a 29 (-1) i posti letto occupati nell’Asst Bergamo Est: 5 a Seriate (1 di terapia intensiva), 4 ad Alzano, 7 a Piario, 3 a Lovere, 10 a Gazzaniga. Nessuna variazione al Policlinico San Pietro degli Istituti Ospedalieri Bergamaschi, dove i ricoverati sono 47 (2 in terapia intensiva). All’Humantas Gavazzeni calano a 5 (-2) i pazienti Covid in cura (3 in terapia intensiva). Nessun aggiornamento dall’Asst Bergamo Ovest: qui, martedì i posti letto occupati erano complessivamente 27 tra Treviglio (18, 3 in terapia intensiva) e Romano (9).

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