Biblioteca Mai, la storia de L’Eco in un «database»

IL PROGETTO . Gli allievi del liceo Sarpi stanno indicizzando i contenuti del giornale del 1880, l’anno di nascita. La direttrice Iommi: vogliamo proseguire con altre scuole sino al 1950. Nel quotidiano tutta la vita della città.

Sono rimasti stupiti da come venivano descritti i piccoli fatti di cronaca, come un furto del pane. Perché il linguaggio usato dai cronisti del nostro quotidiano nel 1880 non era certamente quello di oggi. Leggendo i vecchi articoli di giornale e «taggandoli» con parole chiave, gli studenti del liceo classico Sarpi hanno iniziato a «indicizzare» i contenuti de L’Eco di Bergamo, creando un database che faciliterà le ricerche da parte degli utenti, un progetto promosso dalla civica Biblioteca Angelo Mai in collaborazione con il nostro giornale.

Nell’emeroteca della biblioteca, nell’ex chiesa di San Michele all’Arco, ci sono tutte le copie de L’Eco di Bergamo, dal primo giorno di uscita, il 1° maggio 1880. «E lì c’è tutta la storia della

«La storia della città è raccontata nelle pagine, bisogna solo proporla e renderla fruibile in modo semplice per l’utente»

città – afferma la direttrice della biblioteca Mai Cristiana Iommi –. Leggendo il quotidiano cittadino si scopre perché la piscina della città si chiama così o a chi è intitolata la via in cui si abita. Quando l’Atalanta ha vinto (l’Europa league, ndr), abbiamo fatto un post sul nostro profilo Facebook con la prima pagina dell’Eco di Bergamo e con l’articolo del 1907 che annunciava la nascita della società Atalanta. La storia è raccontata nelle pagine, bisogna solo proporla e renderla fruibile in modo semplice per l’utente».

Incaricate nel portare a termine questo compito, le nuove generazioni: «È un progetto di largo respiro che coinvolge le scuole superiori, alle quali abbiamo chiesto di partecipare con questa esperienza scuola-lavoro che pensiamo possa essere interessante – continua Iommi –. Per i ragazzi, essere chiamati a creare un archivio sul giornale che rappresenta la storia della città, credo sia un aspetto conoscitivo molto importante. Abbiamo dato loro le copie originali del 1880, che difficilmente diamo in visione. C’è anche un aspetto sociale da considerare, perché questo tipo di attività innesca discussioni e confronti all’interno della propria rete familiare e amicale».

Gli studenti del Sarpi

I primi ad aderire al progetto sono stati gli studenti del Sarpi, impegnati da metà giugno e che ora passano la staffetta ad altri colleghi che «entreranno in servizio» dal 15 luglio e fino al 15 agosto. «La speranza è proseguire con altre scuole, continuando questo progetto – commenta la direttrice Iommi –. Ai ragazzi è piaciuto molto, sono stati incuriositi da questa esperienza, soprattutto dal linguaggio arcaico utilizzato nello scrivere nella seconda metà dell’Ottocento».

L’Eco di Bergamo da tempo ha digitalizzato le copie cartacee del quotidiano. Il progetto promosso insieme alla biblioteca Angelo Mai si vuole però focalizzare su un periodo storico specifico, dal 1880 al 1950: «In questo modo incontriamo il lavoro già fatto da L’Eco di Bergamo con i suoi archivisti – spiega Iommi –. Con loro abbiamo verificato che, se fino a metà secolo, l’Ocr (riconoscimento ottico dei caratteri, ndr) era abbastanza preciso, con i caratteri tipografici dell’Ottocento, che non hanno una pienezza al 100%, lo si è meno. Ecco perché abbiamo deciso di concentrarci su questo periodo. Ai ragazzi abbiamo dato alcune parole chiave da individuare negli articoli, ad esempio “eventi”, “personaggi”, “cultura”. È una sorta di “tag”, di riconoscimento di parole, che consentirà, a fine lavoro, di avere un database a cui attingere per fare ricerche e trovare risposta ai propri quesiti».

Come funziona la ricerca

La base di partenza è la lettura di tutti gli articoli di giornale con la ricerca delle parole chiave. Successivamente, in un file excel, si inseriscono le parole chiave con il riferimento specifico dell’articolo in cui sono state trovate, quindi con giorno, data e anno della pubblicazione.

Il contesto in cui si svolge l’attività, nell’ex chiesa di San Michele all’Arco, dove la biblioteca Mai custodisce quotidiani e riviste, ha affascinato i ragazzi, così poco abituati alla carta: «Gli studenti – spiega la direttrice Iommi – hanno avuto modo di lavorare sia sull’esemplare cartaceo che di utilizzare la tecnica della microfilmatura, leggendo il giornale microfilmato in un macchinario, messo cioè su una pellicola fotografica da scorrere. Lavorando in coppia, si sono anche potuti confrontare sui testi che riportavano i fatti dell’epoca in modo molto diverso da oggi».

Il particolare progetto di alternanza scuola-lavoro ha da subito trovato interesse nel liceo classico Sarpi. Il dirigente scolastico Claudio Ghilardi sottolinea la vicinanza fisica dei due istituti, entrambi in Città Alta, ma anche l’affinità rispetto ai contenuti: «Questo progetto è in linea con il profilo del nostro liceo, al centro c’è l’amore per i libri – afferma Ghilardi –. Quando la direttrice della Mai Cristiana Iommi è venuta a propormi questa possibilità, l’ho gradita proprio per la sua pertinenza, in particolare perché legata alla dimensione storica, gli studenti hanno infatti indicizzato dei quotidiani del 1880. Ho chiesto riscontro agli studenti che hanno partecipato ed è positivo».

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