Bergamo, in vent’anni nuovi nati giù del 25%

DEMOGRAFIA. In città si è passati dai 1.047 bebè del 2003 ai 784 del 2022. L’inversione nell’ultimo decennio: nel 2009 le nascite erano ancora 1.126.

La città dei mille. Bergamo lo era anche per le nascite, prima che l’inverno demografico iniziasse a soffiare: nel primo decennio degli anni Duemila – un’epoca non certo lontanissima temporalmente, ma ormai demograficamente remota – in città nascevano più di mille bambini ogni anno, oggi invece si è scesi sotto quota 800. È sul cambio di decennio che s’innesca una miscela di cui oggi si colgono plasticamente gli effetti. Il 2009 è, infatti, l’ultimo anno di picco della natalità, 1.126 bebè in dodici mesi. Nel 2010 si precipita, invece, a 999 nascite (127 in meno nel giro di un solo anno), cui fa seguito il tiepidissimo rimbalzo nel 2011 (1.011 nascite), premessa a una inesorabile e progressiva flessione continua.

Sul volgere di decennio si è andati appunto sotto quota mille, poi anche sotto quota 900 (dal 2015), infine anche al di sotto di quota 800 (dal 2020). Gli ultimi due anni consegnano in realtà una timidissima risalita, che diventa in sostanza una stabilità: 783 nascite nel 2021 (20 in più del 2020), 784 nel 2022 (una in più dell’anno precedente).

L’eredità dell’inverno

Se si abbraccia il ventennio dal 2003 al 2022, dunque, in città si è passati da 1.047 a 784 nascite: -25%. Se il raffronto lo si calibra su quel picco del 2009 (1.126 nascite), il calo è del 30% in tredici anni. È un quadro sostanzialmente in linea con la media provinciale e inserito nella più ampia tendenza nazionale (e occidentale) di crollo delle nascite, anche se nell’ultimo biennio la città ha «tenuto» meglio del resto della provincia. C’è un esercizio puramente teorico, però suggestivo, a tratteggiare l’eredità dell’inverno demografico, avviatosi tra l’altro in un periodo che coincise con una difficilissima congiuntura economica globale. Nel 2009, appunto, in città nacquero 1.126 bambini: se la natalità fosse rimasta su quei livelli anziché contrarsi, nel corso di 13 anni sarebbero nati circa 3mila bebè in più. È il conto che si ricava sommando, anno dopo anno, la differenza tra le nascite reali e quel picco di 1.126 che rimane negli annali, e non è un risultato da poco: in una città da 121mila abitanti, 3mila bambini sono l’equivalente del 2,5% della popolazione. Una preziosa risorsa per il futuro anche dal punto di vista della sostenibilità demografica.

A crescere, fisiologicamente, è la componente anziana della popolazione. In questo caso, sempre basandosi sui dati del Comune (resi pubblici tramite il portale «Bergamo in Cifre»), lo sguardo si amplia su trent’anni. Nel 1992 i residenti con più di ottant’anni erano 5.373 e rappresentavano il 4,6% della popolazione, oggi sono 10.762 e rappresentano l’8,9% della popolazione: un sostanziale raddoppio. Ad assottigliarsi è soprattutto la fascia di chi giunge all’età per progettare la propria vita: se nel 1992 i residenti tra i 18 e i 39 anni erano 38.416 (il 33% della popolazione, uno su tre), oggi sono 29.410 (il 24,2% della popolazione, uno su quattro). I «giovani adulti» – chi entra nel mercato del lavoro, chi si rende indipendente dai genitori, chi pensa a creare una famiglia – si sono ridotti del 23%, la crisi demografica ne ha fatti «sparire» 9mila. Il combinato dei diversi fattori porta a una dinamica ovvia, quella dell’aumento delle persone sole: dalle 16.176 del 1992 s’è saliti alle attuali 27.964 (+73%)

I quartieri

C’è però anche una città nella città, il mosaico dei quartieri che compongono Bergamo. Il tasso di natalità dei singoli rioni dipinge scenari ben diversi; calcolando il tasso di natalità, cioè il numero di nuovi nati ogni mille residenti per ciascun quartiere (la media cittadina nel 2022 è di 6,5 nati ogni mille residenti), si coglie una situazione frammentata. Carnovali (9,9 nati ogni mille residenti), Grumello al Piano (9 nati ogni mille residenti) e la Conca Fiorita (8,9 nati ogni mille residenti) sono i quartieri con i risultati migliori nel 2022, mentre in coda ci sono Campagnola (4,8 nati ogni mille residenti), Loreto (4,8 nati ogni mille residenti) e Borgo Santa Caterina (4 nati ogni mille residenti). Raffrontando i tassi di natalità del 2003 e quelli del 2022, si scorgono cinque «isole» in cui la propensione a far figli s’è conservata o è addirittura aumentata: i Colli (valore stabile su 7,7 nati ogni mille residenti), Città Alta (da 8,2 a 8,4 nati ogni mille residenti), Grumello (da 7,9 a 9 nati ogni mille residenti), Conca Fiorita (da 7,8 a 8,9 nati ogni mille residenti) e Valverde-Valtesse (da 6,3 a 7,2 nati ogni mille residenti).

Che volto avrà la Bergamo del prossimo futuro? Recentemente l’Istat ha elaborato delle previsioni basate sulla fotografia demografica del 2021, proiettandola al 2031. Tra meno di un decennio – stando allo scenario mediano – la città potrebbe avere 123.702 abitanti, dunque in crescita. Ci saranno però nuovi bisogni: gli ultrasessantenni saranno 42.263 contro gli attuali 38.791, con una crescita del 9%.

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