Bergamo, sventata evasione di un detenuto dal carcere

VIA GLENO. A segnalare l’episodio avvenuto sabato 8 giugno è il Sindacato autonomo polizia penitenziaria (Sappe). Il segretario generale Donato Capece: «Bravissime le colleghe e i colleghi che lo hanno bloccato».

Evasione sventata sabato 8 giugno dalla Casa circondariale di Bergamo, lo comunica in una nota il Sindacato autonomo polizia penitentiaria (Sappe). Ricostruisce l’accaduto Alfonso Greco, segretario per la Lombardia del Sappe: «Il personale di Polizia Penitenziaria in servizio nella Casa circondariale di Bergamo è riuscito ad impedire un tentativo di evasione. Nello specifico, un detenuto, scavalcando il cancello dei passeggi, passando per l’intercinta, si nascondeva dietro le scale di accesso alle sale colloqui del reparto femminile attendendo l’apertura di un varco per poter fuggire. Le agenti in servizio presso il reparto femminile, con lodevole senso del dovere, grazie all’ausilio delle telecamere, nonostante fossero impegnate in altre attività, avvistavano il detenuto nascosto e allertando immediatamente altro personale, si riusciva ad impedire il tentativo». Per il sindacalista, «è doveroso sottolineare quanto, nonostante la cronica carenza di personale in cui riversa l’istituto bergamasco, i continui accorpamenti dei posti di servizio, il carico di lavoro a cui quotidianamente ci si trova a dover far fronte, gli agenti di polizia penitenziaria continuano ad operare con ammirevole senso del dovere dimostrando serietà e professionalità nell’espletamento del proprio servizio». Per questo, conclude, «il Sappe auspica che l’Amministrazione valuti positivamente la possibilità di attivare le procedure di un riconoscimento formale nei confronti del personale coinvolto».

Donato Capece, segretario generale del Sappe commenta: «Bravissime le colleghe ed i colleghi di Bergamo che hanno bloccato l’uomo, ma la grave vicenda porta alla luce le priorità della sicurezza (spesso trascurate) con cui quotidianamente hanno a che fare le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria della Nazione. Questa tentata evasione è la conseguenza dello smantellamento, negli anni, delle politiche di sicurezza dei penitenziari. Smembrare la sicurezza interna delle carceri con vigilanza dinamica, regime aperto ed assenza di Polizia Penitenziaria favorisce inevitabilmente gli eventi critici, che sono costanti e continui».

Il sindacato evidenzia che, in Lombardia, nel solo secondo trimestre del 2024, si è registrata «una marea di eventi critici tra le sbarre delle carceri regionali: 225 resistenze ed ingiurie, 6 proteste collettive con battitura, 85 poliziotti feriti con prognosi fino a 7 giorni, altri 8 agenti con prognosi fino a 20 giorni e addirittura un poliziotto refertato con prognosi superiore ai 20 giorni. Anche un suicidio, lo scorso gennaio, tra le fila dei Baschi Azzurri». Per Capece «servono regole ferree per ristabilire ordine e sicurezza nelle carceri, attuando davvero quella tolleranza zero verso i detenuti violenti che, anche in carcere, sono convinti di poter continuare a delinquere nella impunità assoluta. Qui serve, forte ed evidente, la presenza dello Stato, che non può tollerare questa diffusa impunità, e servono provvedimenti urgenti ed efficaci»

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