Bergamo, sulle nuove regole anti-movida è scontro in consiglio comunale

Palafrizzoni Passato all’unanimità il regolamento anti fast-food in Città Alta Il sindaco Gori annuncia fondi per aiutare i bimbi ucraini ospitati a Bergamo.

È scontro sul nuovo regolamento anti-movida, nella versione post Covid. Sul documento approvato ieri sera in Consiglio comunale le opposizioni si sono astenute, ma non è mancata la polemica su una delle novità introdotte dalla Giunta nel rinnovare il regolamento nato nel 2015 per spegnere la movida in Santa Caterina.

In caso di subentro di un nuovo gestore in un locale colpito dal coprifuoco (a mezzanotte), questo erediterà le limitazioni: «Qualcuno le aggirava modificando la titolarità dell’esercizio commerciale - ha spiegato il sindaco Giorgio Gori -. Seguiamo la normativa regionale, che prevede che il subentro avvenga alle medesime condizioni». «Cito un caso eclatante - è intervenuto l’assessore alla Sicurezza Sergio Gandi -: il locale di via Previtali, poi chiuso in via definitiva: era passato di mano varie volte generando problemi nel quartiere».

Le reazioni in consiglio

«Questa modifica è anticostituzionale - ha sottolineato Stefano Rovetta, Lega -. Evitiamo azioni che qualche avvocato possa impugnare». Enrico Facoetti (Lega) ha portato un emendamento, rigettato: «Si parte da una presunzione di colpevolezza. Il Comune deve invece dare fiducia, sanzionando se trova irregolarità». «Non c’è profilo di anticostituzionalità - ha ribattuto il segretario comunale Pietro San Martino -. Un diritto può subire limitazioni se funzionali alla tutela degli interessi pubblici». Il confronto si è fatto più ampio: «Il regolamento è un segnale di chiusura - attacca Danilo Minuti, Bergamo Ideale -, il sentimento delle persone è cambiato, vogliono vivere la città». Alessandro Carrara (Lega) ha chiesto «se ci saranno gli estivi» e «di mantenere più larghi gli orari nei fine settimana». Il sindaco ha annunciato: «Negli ultimi due anni abbiamo obbligato le persone a consumare seduti al tavolo, saremo più aperti: torniamo a consentire la sosta fuori dai locali e interveniamo solo su ciò che accade sulla sede pubblica, se determina disturbo della quiete. Se non riceveremo segnalazioni questo regolamento resterà nei cassetti. Sugli estivi prenderemo una decisione a breve».

Regolamento fast food in Città Alta

È passato all’unanimità il regolamento anti fast-food di Città Alta che da sperimentale diventa prassi. Per Monica Corbani (Apf) è l’occasione per parlare del Parking Fara, «un sarcofago di cui non siamo convinti, come non lo è Unesco». «È parte del programma sottoscritto dal suo gruppo politico - ha ribattuto Gori -. Nessuno oggi di fronte allo stato di avanzamento direbbe non facciamolo. Cosa fare? Riempiamo il buco?». Luisa Pecce (Lega) ha denunciato criticità sulla mobilità nel borgo antico. E l’assessore Stefano Zenoni ha annunciato: «Abbiamo commissionato ad Atb uno studio sulla logistica, apriremo un tavolo con i fornitori. Serve qualche mese di lavoro».

Fondi per i bimbi ucraini

Il Comune stanzia fondi per aiutare i bimbi ucraini arrivati in città. «Costituiamo una voce da 250mila euro nel Fondo di mutuo soccorso, attivato con il Covid, che ci ha consentito di aiutare molte famiglie - ha detto Gori -. Con la nuova emergenza, alcune voci di spesa saranno a nostro carico. Ci sono tanti bimbi tra gli ucraini che stanno arrivando, per loro va prevista il prima possibile la frequenza scolastica, quindi mensa, trasporto, assistenza educativa, mediazione linguistica e assistenza specifica per i bambini portatori di disabilità, tutti servizi onerosi. Laddove il Tribunale ci chiederà di prenderci cura dei minori non accompagnati, lo Stato rimborserà solo una parte. Abbiamo bisogno di costruire un portafoglio da destinare a queste voci. Abbiamo avuto disponibilità di alcuni privati di donazioni sul Fondo».

Il Bilancio

Presentando il bilancio preventivo (questa sera la discussione), Gandi ha poi sottolineato gli «81 milioni di euro del Piano delle opere pubbliche sul 2022. Abbiamo fatto una simulazione rispetto ad altre città, siamo a 675 di euro di investimenti pro capite, contro i 319 di Milano, 346 Verona, 396 Brescia, 132 Padova, 198 Monza.Questo vi fa capire lo sforzo».

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