Bergamo, solo 4 casi di variante Delta. E la più pericolosa «Delta plus» per ora non c’è

Nonostante l’impennata a livello nazionale i casi in provincia restano 4 dall’inizio del monitoraggio.

Se la variante delta è la nuova minaccia, Bergamo regge. Con un intreccio di prudenza e ottimismo, ma con la cautela necessaria quando s’affronta un nemico temibile e in continua evoluzione come il Sars-CoV-2, i numeri tratteggiano una situazione sotto controllo rispetto alla mutazione che altrove, in Europa e nel mondo, ha saputo moltiplicare nuovamente (e rapidamente) i contagi. I casi confermati di positività da variante delta – quella chiamata «indiana» prima della ridenominazione con le lettere dell’alfabeto greco – tra i residenti della provincia di Bergamo sono in totale 4 dall’inizio del monitoraggio: due di questi positivi sono già guariti, cioè si sono negativizzati, mentre gli altri due casi sono attesi a breve dal primo giro di tamponi di controllo.

«Rispetto a quello che si sente nel resto del mondo, a Bergamo la situazione è buona – premette Lucia Antonioli, direttore del Dipartimento di Igiene e prevenzione sanitaria dell’Ats di Bergamo -. Abbiamo due persone che sono guarite ormai più di venti giorni fa, mentre in gestione (cioè attualmente positivi, ndr) risultano due casi, in isolamento domiciliare, che stanno concludendo così come i contatti stretti il primo periodo di dieci giorni di isolamento, al cui termine è effettuato a tutti il tampone di controllo». Nessuno dei quattro casi di variante delta aveva «link» di viaggio, cioè era reduce da un soggiorno fuori dall’Italia, magari in quei Paesi più ad alto rischio; i primi due casi (quelli già negativizzati) erano tra loro collegati, i due attualmente positivi non hanno invece connessione tra loro.

Un efficiente tracciamento – individuando i contatti sino ai 14 giorni precedenti l’emersione del contagio – e un efficace isolamento hanno permesso di blindare ogni potenziale diffusione del virus: «Le due persone guarite (i primi due casi, ndr) non hanno generato altri casi, e anche tra i contatti del terzo e del quarto caso non si sono registrate positività da variante delta – aggiunge la direttrice del Dips -. Non ci sono stati dunque focolai, questi pochi casi sono localizzati in punti diversi della provincia. È un segnale che il tracciamento è stato fatto bene, così come l’isolamento». Erano già vaccinati, questi contagiati? No, nemmeno con la prima dose. Le positività, tra l’altro, sono emerse in modo sostanzialmente «casuale», perché di mezzo non c’è stato un viaggio né una situazione clinica particolarmente severa (nessuno dei quattro «positivi delta» è stato ricoverato).

Prudenza e rispetto delle regole

Se la variante delta è circoscritta, la delta «plus» è totalmente assente in Bergamasca per il momento: «Incrociamo le dita – rimarca il medico -, ma soprattutto facciamo appello alla prudenza, al buon senso, al rispetto delle regole, dal distanziamento alle mascherine e all’igiene delle mani: è assolutamente necessario, considerato quello che succede in altri Paesi». Per questo, all’imbocco dell’estate – ora con allentamenti anche nell’uso delle mascherine – far calare l’attenzione è un rischio da evitare: «Le notizie dal mondo non sono tranquillizzati – sottolinea Lucia Antonioli -. Mi sento di dire che la mascherina va ancora indossata, anche all’aperto, quando c’è anche solo un minimo pericolo. Non è il momento di abbassare la guardia, non è vero che è tutto finito».

Tre casi di «brasiliana»

Ma sono emersi pochi casi di «delta» perché si sequenziano pochi tamponi? Non è così. Dal 18 giugno, infatti, «è obbligatorio per tutti i laboratori genotipizzare i tamponi positivi – riassume Lucia Antonioli -, e per ora non è arrivata alcuna segnalazione di varianti delta. Ovviamente, questo lavoro di ricerca può essere fatto nei casi in cui è possibile: i tamponi debolmente positivi non si possono genotipizzare, ma i debolmente positivi sono anche meno contagiosi, perché rappresentano una situazione in cui vengono captati frammenti di virus».

Proprio questo lavoro di sequenziamento a tappeto, certo su valori assoluti ridotti perché ridotta è la circolazione virale (dal 18 giugno a ieri sono emerse in Bergamasca 80 positività in totale, da cui vanno scremati i debolmente positivi), ha permesso di evidenziare una «novità» in fatto di varianti: domenica in Bergamasca sono stati segnalati «tre casi di variante brasiliana in persone con un link di viaggio», spiega Antonioli, e in due di questi casi si tratta di persone con cittadinanza brasiliana che risiedono in territorio orobico.

«Avevamo già avuto in precedenza due casi di variante brasiliana», aggiunge il medico, anche se la variante prevalente resta comunque «quella inglese, la “classica”. In alcuni casi si tratta di persone già vaccinate, e in alcuni casi anche con la seconda dose: ma la stragrande maggioranza è asintomatica, in pochissimi casi c’è invece una sintomatologia da raffreddamento, quindi decisamente lieve».

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