
(Foto di Colleoni)
IL 18 MARZO. La chiesa del cimitero svuotata dai banchi come 5 anni fa. Le parole del Vescovo: «La comunione sia al centro delle nostre vite». Poi la tappa al Comune di Bergamo con il coro e la narrazione di alcuni estratti del podcast «La memoria è oggi». La sindaca Carnevali alla Trucca con i giovani: «Bergamo non dimentica». La ministra Locatelli: «Grande capacità di riscatto dopo la tragedia».
A cinque anni da quel 18 marzo 2020 in cui i camion militari carichi di bare lasciavano il cimitero, Bergamo non dimentica . E proprio dal Cimitero Monumentale sono partite alle 10 di martedì mattina le celebrazioni commemorative per la Giornata nazionale in ricordo delle vittime del Covid.
Dopo la lettura della preghiera di Ernesto Olivero che campeggia sulla stele fuori dalla Chiesa di Ognissanti e la deposizione di una corona di fiori da parte della sindaca di Bergamo, Elena Carnevali, le principali istituzioni cittadine si sono trasferite all’interno del tempio svuotato dei banchi come cinque anni (in cui accolse le bare delle tante vittime della pandemia) per ascoltare la riflessione del Vescovo Francesco Beschi.
In quei giorni senza funerali proprio il Vescovo accompagnò con un’ultima carezza le vittime della pandemia. «Il segreto della vita è la comunione: è la comunione, in tutte le sue declinazioni, che l’umanità attende e di cui ha bisogno oggi più di ieri dentro le contraddizioni che viviamo. La comunione che c’è stata anche in quei giorni in cui chiese e piazze erano vuote» ha ricordato il Vescovo di Bergamo.
La diretta social di Roberto Vitali dal Cimitero monumentale.
Nella chiesa del monumentale rieccheggiano di sottofondo le sirene dell’installazione sonora che ricordano il suono delle ambulanze che attraversavano la città e la provincia in quei giorni di marzo 2020. Per tutto il giorno nella chiesa sarà allestita l’opera sonora «Oltre il silenzio» di Giotto Orsini, allievo dell’Accademia di Belle Arti di Bergamo. «Da quei giorni arriva il messaggio di forza e speranza perché il riscatto a Bergamo e in Lombardia è arrivato dall’unione e dallo stare insieme per trovare soluzioni» ha ricordato anche la ministra alla Disabilità, Alessandra Locatelli, presente a Bergamo in questa occasione.
La memoria del Covid si trasforma in forza che questo territorio ha saputo e sa esprimere, ha ricordato la sindaca di Bergamo, Elena Carnevali
«La memoria del Covid si trasforma in forza che questo territorio ha saputo e sa esprimere - ha ricordato la sindaca di Bergamo, Elena Carnevali -. Va riconosciuto innanzitutto il valore del personale sanitario e della ricerca scientifica. Oggi è un giorno speciale anche perché diamo protagonismo ai giovani che più di altri soffrirono il distacco da scuola e relazioni».
Le parole del Vescovo di Bergamo, monsignor Francesco Beschi. Video di Yuri Colleoni
Gli sguardi si incrociano, lucidi, commossi, ascoltando le testimonianze di chi ha attraversato il Covid e ancora oggi ne osserva le ferite e un segno indelebile. Pietro Foresti, Ettore Consonni, Silvia Galimberti, Orsola Saporiti e Doriana Morselli sono le voci di «La memoria è oggi», il podcast del Comune di Bergamo, e realizzato dalla giornalista Fabiana Tinaglia, per raccogliere i vissuti di donne e uomini dei Centri per Tutte le Età della città che hanno affrontano la pandemia in un percorso di rielaborazione del dolore. I protagonisti - alcuni del progetto del podcast - hanno letto le loro storie nell’aula consiliare di Palazzo Frizzoni, davanti agli occhi emozionati delle istituzioni: la sindaca Elena Carnevali, la ministra Alessandra Locatelli, il prefetto Luca Rotondi e il consigliere regionale Jacopo Scandella. Momenti toccanti, accompagnati dagli scatti della mostra fotografica «Primavera» di Lorenzo Zelaschi e dai brani musicali del «Coro intelletto», dove le parole, intense, hanno provocato le lacrime di molti presenti.
«Il segreto della vita è la comunione: è la comunione, in tutte le sue declinazioni, che l’umanità attende e di cui ha bisogno oggi più di ieri dentro le contraddizioni che viviamo. La comunione che c’è stata anche in quei giorni in cui chiese e piazze erano vuote» ha ricordato il Vescovo di Bergamo, Francesco Beschi
«Cinque anni dopo mi porto addosso le cicatrici della malattia, cinque interventi in cinque anni, ma soprattutto non dimentico, e ogni sera devo ripercorrere i pezzi della mia storia. Incrocio i momenti, ripeto i nomi di chi mi ha curato, non voglio dimenticare niente e nessuno. Il mio tempo scorre accanto al dolore. Io sono un sopravvissuto» dice Ettore.
«È incredibile pensare che ci possa essere ancora qualcuno che dubita - aggiunge Pietro -. Abbiamo tutti due vite e la seconda inizia quando ci accorgiamo di averne una sola». Per Orsola Saporiti, presidente del Cte di Carnovali, «oggi abbiamo bisogno di avere cura, di noi e di chi abbiamo vicino». Davanti alla sofferenza, sottolinea Silvia, bisogna trovare la forza di lasciare la paura fuori dalla porta: «Il coraggio non è che la paura superata». Il presente è fatto di incertezza, ma «indietro non si torna - conclude Doriana -. Si può solo ricostruire».
Le voci di Pietro Foresti, Ettore Consonni, Orsola Saporiti, Doriana Morselli e Silvia Galimberti: la loro storia è la colonna sonora del ricordo e dell’immagine del nostro futuro, 5 anni dopo: sono le voci di donne e uomini che a Bergamo vivono, lavorano, sono radicati nel tessuto sociale della nostra città. Che hanno ricordi: hanno un prima, ma anche un dopo. Proprio come tutti.
Otto puntate di un podcast dal titolo «La memoria è oggi»: ci sono Rita e Paolo, con la consapevolezza che la vita è un attimo e va vissuta tutta al presente. Rosita, che pensa a Vincenzo, ora che è lontano e che ancora sente il bisogno di proteggere; Pietro, che sente il bisogno del fare, e di fare ancora. Perché la solitudine non si sconfigge mai e in troppi, per lui, hanno dimenticato velocemente. Silvia, con il suo oggi che è sempre un domani, per costruire un futuro a Jacopo, partendo anche da quel progetto di BergamoXBergamo che nel Covid li ha fatti sentire meno soli.
Ettore con Adelaide, che non dimenticheranno mai; Doriana che si è presa tutto il tempo e lo spazio di cui ha bisogno; Orsola: a lei il Covid ha dato lo slancio per ripartire con una vita nuova. Di accoglienza e vissuti. E infine Marcella, che crede nella forza sociale delle relazioni, consapevole del bisogno di cura che parte dal territorio. Dai quartieri, cercando di raggiungere casa dopo casa. Racconti che sono podcast da ascoltare perché mai dimenticheremo cosa siamo stati e cosa siamo diventati. T enendo bene a mente che la memoria è il nostro oggi.
Alle 12, su iniziativa della Conferenza episcopale lombarda, le campane di tutta la Lombardia hanno risuonato a lutto. I rintocchi hanno invitato a un momento di riflessione e preghiera riecheggiando nei paesi e per le vie della città di Bergamo.
Il Consiglio regionale della Lombardia ha ricordato con un minuto di silenzio le vittime del Covid mentre gli edifici pubblici hanno messo le bandiere a mezz’asta.
Al Bosco della Memoria, nel parco della Trucca vicino all’ospedale Papa Giovanni XXIII, avamposto della lotta contro il virus, alle 12 si è tenuta la cerimonia con gli interventi istituzionali del ministro alla Disabilità Alessandra Locatelli, la sindaca Elena Carnevali, il presidente della Provincia Pasquale Gandolfi, il direttore dell’Asst Papa Giovanni XXIII Francesco Locati e il prefetto Luca Rotondi. L’inno d’Italia e d’Europa è risuonato tra le piante che stanno crescendo a memoria delle vittime del Covid: la prima è stata posata quattro anni fa alla presenza dell’allora presidente del Consiglio, Mario Draghi.
«Un luogo simbolico, ma carico di significato: l’impronta vivente di rinascita e di unità, linfa vitale dell’universo, della capacità rigenerativa della natura ed insieme segno della volontà di ricordare perennemente» ha dichiarato la sindaca Carnevali. «Oggi è un giorno di cordoglio anche per chi si è prodigato “rimanendo sul campo”: medici ospedalieri, infermieri, Forze dell’Ordine - ha proseguito Carnevali -. I medici di famiglia, il presidio sanitario più vicino, subirono sulla propria pelle la carenza di strumenti di protezione. Tante persone esemplari e speciali – il mio pensiero va all’amico fraterno Don Fausto – che con le loro azioni quotidiane hanno donato la loro vita in quei mesi di indescrivibile sofferenza e spaesamento per quel male fino ad allora sconosciuto e che sembrava invincibile».
«Bergamo non dimentica. Bergamo ha sofferto, ha pianto, ma ha anche saputo rialzarsi con la dignità e la forza morale che questo territorio sa esprimere. Il Bosco della Memoria è qui a testimoniarlo: radici profonde per non dimenticare, rami rivolti al cielo per guardare al futuro. Il nostro impegno oggi è trasformare il ricordo in azioni concrete, attraverso scelte responsabili e con la volontà di costruire una città e un Paese più giusto, più sicuro, più solidale» ha dichiarato la sindaca di Bergamo, Elena Carnevali
Ricordando le vittime, facendo memoria, «un dovere farlo», ha anche voluto guardare avanti concentrando il proprio sguardo sui giovani. Cento gli studenti delle scuole superiori presenti che hanno partecipato a un’«azione di memoria» per elaborare quel «tempo sospeso» che il Covid rappresentò soprattutto per le nuove generazioni. L’accompagnamento di Tino Tracanna.
«Bergamo non dimentica. Bergamo ha sofferto, ha pianto, ma ha anche saputo rialzarsi con la dignità e la forza morale che questo territorio sa esprimere. Il Bosco della Memoria è qui a testimoniarlo: radici profonde per non dimenticare, rami rivolti al cielo per guardare al futuro. Il nostro impegno oggi è trasformare il ricordo in azioni concrete, attraverso scelte responsabili e con la volontà di costruire una città e un Paese più giusto, più sicuro, più solidale» ha concluso Carnevali. Anche il presidente della Provincia di Bergamo, Pasquale Gandolfi ha voluto ricordare il ruolo dei sindaci chiamati a dare risposte ai cittadini e stare loro vicini. La ministra Locatelli invece ha indicato il modello Bergamo nella «capacità di rialzarsi dalla sofferenza per costruire un futuro di riscatto».
Elena Carnevali e il ricordo a 5 anni dal Covid. Video di Roberto Vitali
«Per me, che cinque anni fa ero sindaco di Bergamo - ha dichiarato l’europarlamentare Giorgio Gori - questa è una data di particolare significato, anche emotivo. Ripenso a quelle settimane terribili e alle tante persone che il Covid si è portato via. E mi chiedo: se succedesse di nuovo, se succedesse domani, saremmo in grado di proteggere meglio i nostri cittadini? Saremmo capaci di prenderci cura dei nostri anziani? Scorro i dati sull’organizzazione della medicina territoriale e penso che no, purtroppo non abbiamo imparato la lezione».
Altri momenti scandiranno la giornata: alle 20,30, nell’auditorium Parenzan dell’ospedale, lo spettacolo «Giorni muti, notti bianche» (tutto esaurito), con protagonisti i medici e gli infermieri che lavorarono senza sosta contro il Covid. Alle 20,30, nella basilica di Santa Maria Maggiore, il concerto «In memoriam», proposto dalla Mia.
Alle 20,45, a Seriate, la Via Crucis con partenza dalla chiesa giubilare di San Papa Giovanni XXIII a Paderno e arrivo alla chiesa di San Giuseppe, che durante la pandemia accolse oltre 270 salme da tutta la provincia in attesa di cremazione. Scopri tutti gli eventi in programma in provincia.
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