Bergamo piange Giulia, il dolore di tutta una comunità: venerdì fiaccolata per dire basta alla violenza sulle donne

ITALIA. La morte di Giulia Cecchettin lascia attonita tutta l’Italia, un dolore che coinvolge anche Bergamo e l’opinione pubblica. Nella mattinata di domenica la notizia dell’arresto dell’ex fidanzato Filippo Turetta.

È stato rintracciato e arrestato in Germania Filippo Turetta, in fuga da una settimana dopo aver ucciso l’ex fidanzata Giulia Cecchettin. La 22enne studentessa uccisa a coltellate è stata ritrovata sabato 18 novembre in un canalone nei pressi del lago di Barcis, in provincia di Pordenone. Un dolore e uno sgomento che hanno coinvolto tutta una comunità, tutta l’Italia e anche in Bergamasca l’opinione pubblica si interroga sulla ferocia e sul perché di una vita spezzata così giovane.

L’omicidio

Giulia era già morta quando è stata nascosta nella scarpata della Val Caltea, a Barcis, dopo essere stata scaricata dall’auto di Filippo. Come apprende l’Ansa, le coltellate alla testa e al collo erano svariate e molto profonde, inferte con grande violenza. Appare dunque impossibile che la ragazza fosse ancora viva, molte ore dopo,quando l’ex fidanzato ha lasciato il corpo in un canalone, a centinaia di chilometri dal luogo dell’aggressione.

L’autopsia, che potrebbe essere eseguita già lunedì 20 novembre, chiarirà comunque le cause del decesso e l’arco temporale del crimine. Pare che il giovane abbia preso il cadavere e di notte, senza una luce, forse utilizzando soltanto il telefono cellulare, avrebbe percorso con in braccio Giulia il sentiero che scende giù per la scarpata. Infine ha deposto il corpo sotto la roccia e lo ha coperto con alcuni sacchi di colore nero. Non è chiaro se l’intento fosse quello simbolico di tutelare il corpo oppure di occultarlo alla vista dei ricercatori e chiunque altro. Sul corpo il medico legale non ha trovato segni di caduta, di trascinamento o di rotolamento.

L’arresto

Domenica 19 novembre è stato rintracciato e arrestato in Germania Filippo Turetta, in fuga da una settimana. Le manette sono scattate vicino a Lipsia: secondo quanto si apprende, è stato bloccato in auto sull’autostrada A9 all’altezza della cittadina di Bud Durremberg. Dalle prime informazioni il giovane ha usato una banconota sporca di sangue per fare rifornimento in un distributore automatico di Cortina, domenica scorsa.

Ora bisognerà attendere i tempi tecnici previsti dalle procedure - in genere qualche settimana - per l’estradizione in Italia. La Germania dovrà adottare la decisione finale sull’esecuzione del mandato entro 60 giorni dall’arresto. Se Turetta acconsente alla consegna, la decisione è presa entro 10 giorni. Il ricercato, prevedono le norme, deve essere consegnato il più rapidamente possibile a una data convenuta tra le autorità incaricate, al massimo entro 10 giorni dalla decisione finale relativa all’esecuzione del mandato d’arresto europeo. Al giovane viene ora notificato il mandato d’arresto da parte delle autorità tedesche; sarà quindi portato davanti a un giudice di quel Paese per la procedura di validazione. Turetta ha diritto ad avere un legale, un interprete ed il gratuito patrocinio. Esaurito l’iter in Germania, sarà consegnato alle autorità italiane, attraverso lo Scip, il Servizio per la cooperazione internazionale di polizia, che opera presso la Direzione centrale della Polizia criminale. Gli agenti andranno in Germania a prendere il giovane e lo porteranno in Italia, in genere con un volo diretto a Fiumicino dove sarà eseguito l’ordine di custodia cautelare in carcere.

La fiaccolata anche a Bergamo

E Bergamo si mobilita per dire basta alla violenza sulle donne. Si terrà una fiaccolata venerdì 24 novembre, a partire dalle 18, con ritrovo presso piazzale Marconi (dalla stazione dei treni). Il corteo percorrerà viale Papa Giovanni XXIII, giungerà a Porta Nuova e svolterà poi verso piazza Matteotti e via XX Settembre, per concludersi in piazza Pontida. L’iniziativa - come si legge nel volantino che sta circolando sui social - è di carattere spontaneo, non ci sono sigle, e «vuole radunare più persone possibile che condividano il dolore per l’ennesima donna uccisa da un uomo e il desiderio urgente di gridare: siamo stanche di violenza maschile! Basta femminicidi!».

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