Bergamo, l’inflazione corre ancora: +9,7%. Per le famiglie 2.558 euro di spese in più

Il report Istat. Questo il dato su base annua, mentre su base mensile siamo al 3% in più dopo la frenata di settembre. Pesano soprattutto i rincari energetici: +145,2% a livello provinciale. Le stime dell’Unione nazionale consumatori.

Sembrava in frenata, invece è ancora in crescita. Al galoppo, la corsa dell’inflazione non conosce sosta o tregua: anche a Bergamo sfiora la soglia psicologica delle «due cifre». Più precisamente, come certificato ieri dall’Istat, in provincia di Bergamo l’inflazione annua – in gergo tecnico, si tratta della variazione tendenziale dei prezzi – è salita ora al 9,7%, secondo la situazione cristallizza a fine ottobre: è un nuovo record da quando l’Istat mette a disposizione i dati provinciali, ed è un deciso balzo in avanti rispetto al 7% che si registrava a settembre. L’accelerazione dei prezzi ha appunto acquisito ulteriore vigore nelle ultimissime settimane, perché appunto l’inflazione su base mensile – la variazione congiunturale, tecnicamente – a ottobre si è attestata addirittura al 3%, altro record, dopo che a settembre si era osservato un illusorio -0,1%. L’apparente frenata e stabilizzazione dei prezzi, insomma, è già stata vanificata.

A Bergamo come nel resto d’Italia, è stata l’energia a trascinare il dato generale: «Sono per lo più i beni energetici, sia quelli regolamentati sia quelli non regolamentati, a spiegare la straordinaria accelerazione dell’inflazione di ottobre 2022 – scrive l’Istat nella nota diffusa mercoledì 16 novembre -. Anche i prezzi dei beni alimentari continuano ad accelerare, in un quadro di tensioni inflazionistiche che attraversano quasi tutti i comparti merceologici. Frenano solo i servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona». E a livello nazionale, con un’inflazione all’11,8%, «è necessario risalire a giugno 1983 per trovare una crescita su base annua dei prezzi del “carrello della spesa” superiore a quella di ottobre 2022».

Il dettaglio è appunto emblematico. Scavando nelle cifre provinciali, l’inflazione annua dei prezzi di energia elettrica e gas è al 145,2%: in concreto, è la conferma statistica che mediamente gli importi delle bollette – a seconda delle specifiche situazioni – sono tra il doppio e il triplo di un anno fa; la sola inflazione energetica su base mensile indica uno straordinario +52,2% a ottobre rispetto a settembre.

L’inflazione annua dei prezzi di energia elettrica e gas è al 145,2%

Le altre voci su base annua, sempre relative alla Bergamasca, segnalano un +10% per i prezzi dei prodotti alimentari e le bevande analcoliche, +7,6% per i trasporti, +2,8% per gli articoli per la casa (gli elettrodomestici però volano al +7,9%), +3,5% per i servizi di ristorazione e +14,3% per i servizi di alloggio.

La geografia dei rincari

Con un’inflazione annua al 9,7%, Bergamo è comunque in coda alla classifica nazionale dei rincari: tra le province italiane solo Aosta (8,7%) e Potenza (9,1%) hanno valori più bassi; a soffrire maggiormente sono invece Catania (15,6%), Palermo (14,9%) e Imperia (14,8%). Secondo le stime dell’Unione nazionale consumatori, l’inflazione bergamasca al 9,7% «determina un aumento del costo della vita su base annua pari in media a 2.558 euro»: per una famiglia-tipo, dunque, la corsa dei prezzi brucia sostanzialmente l’equivalente di una mensilità (sommando appunto gli stipendi mensili di entrambi i coniugi).

Dalle altre parti della Lombardia si sta pure peggio: a Lodi l’incremento della spesa per la famiglia media è di 2.615 euro (inflazione al 10,3%)

Dalle altre parti della Lombardia si sta pure peggio: a Lodi l’incremento della spesa per la famiglia media è di 2.615 euro (inflazione al 10,3%), a Como +2.663 euro (inflazione al 10,1%), a Pavia +2.821 euro (inflazione al 10,7%), a Cremona +2.874 euro (inflazione al 10,9%), a Lecco +2.919 euro (inflazione all’11,5%), a Brescia +2.980 euro (inflazione all’11,3%), a Varese +3.032 euro (inflazione all’11,5%), a Mantova +3.059 euro (inflazione all’11,6%), a Milano +3.176 euro (inflazione all’11,7%). Milano si piazza peraltro al quarto posto nazionale.

La rincorsa

La progressione dell’inflazione incrocia più variabili. Nel 2020, l’anno dell’esplosione della pandemia, l’andamento dei prezzi aveva anzi segno negativo; si era infatti in deflazione: a ottobre 2020, per esempio, la variazione annua dei prezzi era a -0,7%, cioè i prezzi erano inferiori a quelli di un anno prima. Da gennaio 2021 è cambiato il segno, con una tendenza però inizialmente stabile e contenuta: la curva dei prezzi è rimasta inferiore alla soglia dell’1% fino ad aprile 2021, poi si è mostrata via via in crescita da luglio 2021.

La rincorsa vera e propria è iniziata dall’estate dello scorso anno, ancora prima della guerra in Ucraina: a ottobre 2021 l’inflazione annua in Bergamasca era già salita al 2,9%, infine l’invasione russa in Ucraina – avviata da fine febbraio – ha determinato una corsa senza precedenti trascinata in particolare dai prezzi energetici e da una reazione a catena.

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