Bergamo, il giallo del «sondaggio Ipsos». La società: «Non siamo noi»

IL CASO. Cittadini raggiunti dalle telefonate. C’è anche l’assessore Angeloni. Ma il noto istituto smentisce attività a Bergamo e dà mandato ai suoi legali.

Cosa dica questo sondaggio, se nella corsa a Palafrizzoni sia in testa Elena Carnevali per il centrosinistra, Andrea Pezzotta per il centrodestra o Vittorio Apicella per il Movimento 5 Stelle, non è dato sapere. Una cosa però è certa: non è Ipsos la società impegnata nella ricerca in questione e a smentirlo è proprio il noto istituto. Che anzi, dopo alcune segnalazioni ricevute dai cittadini riguardo a telefonate da parte di sedicenti «incaricati Ipsos» interessati al loro orientamento di voto, ha smentito categoricamente qualsiasi coinvolgimento in attività di ricerca in corso attualmente su Bergamo, comprese quelle di natura politica.

Il giallo del sondaggio

Ma allora chi c’è dietro quelle telefonate? Tra i colori della campagna elettorale ecco spuntare anche il giallo di questo sondaggio, su cui Ipsos sembra voler andare fino in fondo e fare piena luce, anche per vie legali, a tutela della sua immagine.

Le segnalazioni, si diceva, arrivano da alcuni cittadini. Uno di loro è l’assessore comunale all’Innovazione, Giacomo Angeloni, che la sua rimostranza l’ha affidata a un lungo post sui social pubblicato giovedì 16 maggio: «Voglio raccontarvi una cosa un po’ strana che mi è accaduta ieri sera – scrive –. Intorno alle 20,30 squilla il telefono, quello di casa, non il cellulare. Rispondo: “Buonasera, la chiamo per conto di Ipsos, posso farle qualche domanda sulle elezioni amministrative del Comune di Bergamo che si terranno l’8 e il 9 giugno?”. “Va bene mi dica”, rispondo. Conferma il suo indirizzo in via... al numero xx?”. “No, ora abito in quest’altra via». Nel frattempo Angeloni si interroga fra sé: «Ma come fanno questi a sapere dove abitavo prima di trasferirmi al nuovo indirizzo?». La telefonata intanto prosegue e l’incaricato chiede ad Angeloni: «Lei conferma la sua espressione di voto a favore del centrosinistra che ha dichiarato in un precedente sondaggio effettuato nel 2019, sempre relativo alle amministrative comunali della città di Bergamo?». Angeloni conferma. L’incaricato incalza: «Alle prossime amministrative voterà il candidato del centrosinistra Elena Carnevali o il candidato del centrodestra Andrea Pezzotta?». Angeloni risponde Carnevali. «La ringraziamo per la collaborazione». Clic.

Alcuni elementi insospettiscono però l’assessore: «È vero che nel 2019 avevo risposto a un sondaggio, molto più lungo, sulle amministrative della città – scrive sui social – me lo ricordo precisamente. Non sono sicuro che fosse Ipsos, ma può essere. Poi mi sono detto: ma questi come fanno ad avere i miei dati e le mie risposte di 5 anni fa? Non dovrebbero essere in possesso di una liberatoria per farlo? Non è vietato da parte delle società di ricerca detenere dati senza che il titolare ne sia a conoscenza?». L’assessore è andato fino in fondo: «Questa mattina (giovedì 16 maggio, ndr) ho chiamato Ipsos e ho chiesto loro se stavano conducendo un sondaggio a Bergamo sulle prossime elezioni comunali. Risposta: “No, categoricamente, non stiamo effettuando nessun sondaggio”. Strano davvero, non vi pare?» è la domanda retorica di Angeloni ai suoi follower. E in effetti qualcuno di loro risponde: «Anche io ho ricevuto una telefonata simile». L’assessore chiama anche la sua compagnia telefonica per chiedere se sia possibile risalire al numero del chiamante, che però compariva come «anonimo». Niente, impossibile, risponde il gestore.

Contattata anche da L’Eco, la società Ipsos ha ribadito la smentita relativamente ad attività in corso su Bergamo, informando inoltre di aver dato mandato ai propri legali, per cercare di fare chiarezza e tutelare la propria immagine.

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