Bergamo in aiuto di una famiglia di Gaza

SOLIDARIETÀ . La segretaria della Fondazione Comunità Bergamasca ha preso a cuore la storia di Ahmed, malato grave, e dei suoi cari: in campo Caritas e il Cardinale Pizzaballa. Consegnato pacco viveri, in arrivo ricambi per la sedia a rotelle.

La forza della solidarietà può aprire spiragli di speranza anche dove tutto sembra perso. Come a Gaza, in Palestina, in una terra martoriata da un conflitto tragico e apparentemente senza fine. Nella storia dell’aiuto per Ahmed c’è anche l’impronta della generosità bergamasca, capace di aiutare una persona pur in un contesto drammatico. Nei giorni scorsi, infatti, anche grazie all’interessamento della Caritas Bergamasca e all’attenzione del Cardinale bergamasco Pierbattista Pizzaballa – Patriarca di Gerusalemme dei Latini – è stato possibile far arrivare un «pacco viveri» alla famiglia di un giovane affetto da una malattia rara.

La storia

Tutto comincia dall’interessamento dell’associazione Gfb onlus, realtà di Talamona (in provincia di Sondrio), impegnata al fianco dei malati di beta-sarcoglicanopatia e altre distrofie dei cingoli, una rarissima forma di distrofia muscolare. «Siamo in contatto con pazienti di tutto il mondo, proprio perché questa patologia è molto rara e necessita della raccolta di molte informazioni – spiega Beatrice Vola, presidente dell’associazione –. In Palestina eravamo in contatto con tre famiglie, due in Cisgiordania e una proprio a Gaza, la famiglia di Ahmed. Lo scorso 12 maggio la loro abitazione è stata distrutta da un bombardamento, così ci siamo mobilitati per aiutarli: inizialmente hanno trovato riparo in una tenda, poi in un appartamento al terzo piano, che rende impossibile per Ahmed muoversi con la carrozzina. A Gaza serve tutto, a partire dal cibo: le condizioni sono allucinanti, un altro grave pericolo è rappresentato dalle malattie, gli ospedali sono al collasso». L’associazione ha iniziato a raccontare la storia di Ahmed tramite il sito www.gfbonlus.it, nel frattempo è stata avviata anche una raccolta fondi. Quella generosità si è tradotta nel tentativo di inviare un «pacco viveri» a Gaza, ma gli ostacoli – a partire da quelli burocratici, anche solo per far entrare gli aiuti – sono tanti, tantissimi.

Così a fare la differenza è il gioco di squadra: da Sondrio si arriva a Bergamo. «Conosco l’associazione Gfb e avevo saputo dell’iniziativa di Beatrice – racconta Federica Bruletti, già sindaca di Levate, oggi segretaria generale della Fondazione della Comunità Bergamasca –. Ho raccolto quest’appello e ho pensato di coinvolgere la Caritas Bergamasca. Grazie ai loro contatti con la Caritas che opera a Gaza è stato possibile far arrivare gli aiuti. È una piccola goccia, ma ogni aiuto è importante in una situazione così complicata e complessa». È la reazione a catena della generosità: «Una volta venuti a conoscenza di questa storia abbiamo provato a capire come poter essere d’aiuto – prosegue don Roberto Trussardi, direttore della Caritas Bergamasca –. Ho contattato il Cardinal Pizzaballa e ho chiesto quali fossero i passaggi necessari per far arrivare gli aiuti grazie ai referenti locali. Alla fine siamo riusciti a far arrivare gli aiuti. È una storia bella che fa capire come il passaparola, l’interessamento e l’impegno possano dare una mano anche nei contesti più difficili». Non è stato appunto semplice: la prima consegna era in programma per sabato 29 giugno, ma un forte bombardamento sulla zona di Gaza ha imposto il rinvio; alla fine la donazione si è concretizzata mercoledì 3 luglio, quando i referenti locali della Caritas hanno potuto portare ad Ahmed e alla sua famiglia i viveri.

Il filo della solidarietà intessuto dall’associazione Gfb onlus non s’interrompe, anzi prova a intessere nuova speranza per Ahmed e la sua famiglia: «Ci siamo impegnati per far avere ad Ahmed anche dei pezzi di ricambio della sua carrozzina – spiega Beatrice Vola –, e per questo dovrebbe essere organizzata una nuova consegna».

© RIPRODUZIONE RISERVATA