Cronaca / Bergamo Città
Venerdì 17 Gennaio 2025
Bergamo, in 200 alla fiaccolata per Mamadi Tunkara. Carnevali: «Ferita profonda per la comunità»
LA MANIFESTAZIONE. Amici, colleghi, semplici cittadini in piazza per ricordare Mamadi.
Il corteo con centinaia di candele accese è partito alle 18.40 da Largo Rezzara per ricordare Mamadi Tunkara, ucciso il 3 gennaio scorso. La fiaccolata a cui hanno partecipato in circa 200 persone è stata organizzata dall’Associazione Giovani Gambiani insieme al Comune di Bergamo. Presenti anche la sindaca Elena Carnevali, gli assessori Marzia Marchesi (servizi educativi), Giacomo Angeloni (sicurezza), Sergio Gandi (cultura), Marcella Messina (politiche sociali) e Claudia Lenzini (politiche abitative), con loro Don Ottolini, parroco delle Grazie, e Don Davide Rota del Patronato.
Carnevali: «Tragedia che ha colpito la città»
L’emozione è stata tanta durante tutta la fiaccolata e si è fatta ancora più forte una volta arrivati a Passaggio Cividini, dove Mamadi ha perso la vita. In lacrime la sindaca Carnevali nel leggere il suo discorso: «La perdita di Mamadi è una ferita profonda per tutta la nostra comunità», ha detto. «La tragedia che lo ha colpito, che ha colpito la sua famiglia, le sue colleghe e colleghi, la comunità dei gambiani, la città di Bergamo ci addolora profondamente, non solo per l’atto di violenza che ha portato via un uomo che tutti ricordano come gentile e rispettoso, ma anche perché questo scuote le fondamenta della nostra comunità».
«Questa fiaccolata non è solo non solo un momento per elaborare il lutto, ma è anche un atto di condanna contro ogni forma di violenza e una potente richiesta di giustizia - ha continuato Carnevali - è l’espressione del nostro impegno comune a costruire una Bergamo più giusta, in cui ogni individuo debba sentirsi sicuro e protetto, indipendentemente dalle proprie origini e dal proprio credo».
«Questa è la Bergamo che vogliamo: una città che non cede alla paura, all’indifferenza ma che sceglie la via del rispetto, della giustizia e della speranza, senza distinzione di provenienza o appartenenza. Una città che sa che la sicurezza è un bisogno di tutti e che ognuno di noi è fondamentale per costruirla. Gli “ingredienti” per promuoverla sono fatti di azioni diverse e di responsabilità condivise: dalla prevenzione alla costruzione di una rete sociale forte, dal rispetto reciproco alla presenza attiva delle istituzioni, dall’educazione al senso civico fino alla necessità di interventi di repressione puntuali dove necessario», ha concluso la sindaca.
«Grazie alla cittadinanza bergamasca»
È poi intervenuto Foday Sillah, presidente dell’Associazione giovani gambiani: «Vogliamo esprimere profonda gratitudine alla cittadinanza bergamasca e ai tanti che hanno mostrato vicinanza in questo momento di grande dolore. La morte di Mamadi ha lasciato un grande vuoto, ma il sostegno e calore ricevuto ci ricorda che la nostra comunità non è sola. Non ci sono mussulmani o cristiani, ma uomini e donne uniti dal rispetto reciproco, dalla compassione e dalla solidarietà. Ci sono solo uomini e donne uniti nella stessa umanità, al di là del credo. Grazie per averci aiutato a trasformare il dolore in forza e il rispetto dimostrato nella nostra comunità grazie alla vostra partecipazione sincera e preziosa».
Ha preso poi parola Don Davide Rota: «In questi momenti più tragici si ritrova la forza di questa comunità. Vivere insieme a questi ragazzi è una scuola di umanità continua. Ognuno di loro porta qui il meglio di sé ed è un grande insegnamento per tutti noi».
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